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Anno nuovo tasse nuove
15 gennaio 2014

Con il 2014 si inaugura una nuova stagione di tasse, quest’anno più che mai però la confusione regna sovrana, oltre che per la varietà di nomignoli che si sono susseguiti per denominare le fatidiche tasse, mal si comprende quando, cosa e soprattutto quanto si pagherà. Pare aleggiare una sola certezza: l’aumento delle tasse. Ma cerchiamo di capire, salvo ulteriori variazioni, quali saranno tutte le imposte locali con cui le famiglie italiane dovranno fare i conti nel 2014. Entro il 16 dicembre scorso si è provveduto a saldare l’ultima rata IMU per il 2013. Nell’anno in corso si pagherà la cosiddetta “mini IMU”, ovvero entro il 24 gennaio 2014 pagheranno questa imposta solo i cittadini, proprietari di prime case, residenti nei comuni che hanno deliberato aliquote superiori a quelle standard nella misura del differenziale, tra cui i cittadini molfettesi. Infatti, come si legge nel comunicato diramato dal Comune, la mini IMU si pagherà in misura pari al 40% della differenza tra l’imposta dovuta applicando l’aliquota del 5 per mille e quella calcolata all’aliquota standard del 4 per mille. Tutto invariato, invece, per i proprietari di seconde case, abitazioni di lusso e immobili appartenenti a imprese o attività commerciali i quali pagheranno l’IMU che rimane in vigore con le due scadenze 2014, che restano il 16 giugno e il 16 dicembre. Importante ricordare a tale proposito che non sono previste sanzioni e interessi in caso di insufficiente versamento della seconda rata dell’IMU 2013, se la differenza è corrisposta entro il termine della prima rata 2014, cioè entro il 16 giugno prossimo. Debutterà ufficialmente quest’anno la IUC (Imposta unica comunale) che si fonda su due presupposti fondamentali: uno collegato al possesso di immobili, l’altro all’erogazione dei servizi comunali. Questa nuova imposta include: l’IMU (che resta esclusa per le abitazioni principali), la TARI, cioè la tassa sui rifiuti (determinata in base ai metri quadri su cui si trova l’immobile soggetto a tassazione), a carico dell’utilizzatore, è dovuta cioè da chiunque possiede o detiene a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani, e la TASI, il tributo sui “servizi indivisibili” (calcolata sulla base del valore catastale dell’immobile), dovuta da chi possiede o la detiene a qualsiasi titolo di fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale come definita ai fini IMU, o aree scoperte nonché di quelle edificabili, a qualsiasi uso adibiti. La dichiarazione relativa alla IUC dovrebbe essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di inizio del possesso o della detenzione dei locali. Il modello necessario per la dichiarazione sarà messo a disposizione dal Comune. Spetterà, inoltre sempre ai Comuni determinare il numero e le scadenze di pagamento del tributo, con la previsione di almeno due rate semestrali, anche differenziate fra TARI e TASI, ma tutto lascia presagire che verranno scelte le “usuali” scadenze (giugno, dicembre). Si rammenta che l’attuale TARES, in corso di pagamento fa riferimento al periodo 2013, il cui conguaglio è stato calcolato in base alle disposizioni statali. Questa verrà sostituita nell’anno corrente dalla TARI, che in buona sostanza è il tributo destinato a finanziare i costi di raccolta e smaltimento rifiuti. A tale proposito appare utile sottolineare che il legislatore ha previsto specifiche ipotesi di riduzioni tariffarie che possono essere adottate dai Comuni (ad esempio, abitazioni con unico occupante, abitazioni tenute a disposizione per uso limitato, fabbricati rurali a uso abitativo). Inoltre, la TARI sarà dovuta nella misura massima del 20% in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti o nel caso in cui lo stesso sia gravemente carente, mentre nelle zone in cui non è effettuata la raccolta è dovuta in misura non superiore al 40%. Dovranno essere previste altresì, riduzioni per la raccolta differenziata riferibili alle utenze domestiche. Quanto all’IRPEF rimangono invariati gli scaglioni di riferimento per il pagamento dell’imposta sui redditi. Cambiamenti importanti si potrebbero avere a livello locale, dove le addizionali Irpef potrebbero essere oggetto di aumento, sebbene entro i limiti imposti a livello centrale. Ma a Molfetta, stando alle prime notizie, l’aliquota dell’addizionale comunale IRPEF dovrebbe rimanere invariata. Salvo ulteriori modifiche dell’ultimo momento circa le scadenze ed eventuali variazioni delle aliquote, questo dovrebbe essere lo scenario che si prospetta al contribuente in tema di fiscalità locale. Sperando di aver contribuito a fare un po’ di chiarezza sul tema, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a professionisti competenti per verificare, caso per caso, cosa e quanto pagare.

Autore: Rebecca Amato
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