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Andria, carabinieri e guardia di finanza sequestrano beni 11 milioni di euro al clan Pastore
06 dicembre 2007

ANDRIA - Dalle prime luci dell'alba, Guardia di Finanza e Carabinieri, stanno eseguendo un sequestro preventivo dei beni nei confronti di 6 elementi di spicco del clan “Pastore - Campanale”, a seguito di decreto emesso, in applicazione della normativa antimafia, dal Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Il provvedimento, riguardante beni ritenuti provento di attività illecite del clan, quali ville di lusso, quote societarie, abitazioni, terreni ed auto di grossa cilindrata, scaturisce dall'operazione “Castel del Monte” del 30 novembre 2006, che ha visto l'intervento della G.di F. per quanto attiene agli accertamenti patrimoniali. L'attività operativa esperita dai Finanzieri è stata finalizzata alla verifica della sussistenza dei presupposti giuridici previsti dalla normativa antimafia, per l'applicazione della misura ablativa di carattere patrimoniale. A seguito di numerosi sopralluoghi, rilievi fotografici, escussioni di persone che potevano riferire circostanze utili e con l'osmosi di preziosi dati e notizie tra la Guardia di Finanza e i Carabinieri, è stato verificato, tra l'altro, che su terreni formalmente aventi destinazione agricola, erano stati realizzati, abusivamente, numerosi immobili, anche di elevato valore commerciale, che risultavano, quindi, completamente inesistenti presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari e/o il Catasto. In taluni casi, a dispetto della loro dichiarata indigenza, i destinatari degli odierni provvedimenti, avevano “sanato” gli abusi edilizi tramite il versamento di notevoli somme di denaro condonando così l'illecito amministrativo. Non meno impegnativa è stata l'attività di individuazione dei rapporti bancari, considerato che nel corso del tempo i capitali ivi custoditi erano stati trasferiti da un conto all'altro e anche da un Istituto bancario all'altro. I personaggi in questione, emersi da un'indagine condotta dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Andria, sono imputati nell'ambito del procedimento penale coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari. Tale procedimento (per il quale è stato richiesto il rinvio a giudizio di ben 69 imputati) si trova attualmente in fase di udienza preliminare. I destinatari del provvedimento dovranno rispondere di associazione a delinquere di tipo mafioso, per aver fatto parte (unitamente al capo clan Pastore Agostino, assassinato in Andria nel 2000 e a Giuseppe Notarpietro, assassinato a Trani nel 1999) di un organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti ed alla commissione di omicidi, furti, estorsioni e ricettazioni nonché contrabbando di tabacchi lavorati esteri, detenzione e porto abusivo di armi e materie esplodenti. L' organizzazione criminale sgominata dai Carabinieri ha operato nella città di Andria dal gennaio 1991 sino al maggio del 2002. In particolare i beni da sottoporre a sequestro consistono in 9 quote societarie di vari settori (ristorazione, rivendita autovetture di lusso, commercio biancheria, attività di parcheggio e lavaggio veicoli, impresa edile), 4 lussuose ville con piscina, 5 appartamenti, 1 locale commerciale, 3 appezzamenti di terreno e consistenti depositi bancari.
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