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ALLARME LIBERTA'. Berlusconi soffoca la stampa minore, ma i TG non ne parlano. La protesta degli editori
14 aprile 2010

Continua nel mondo dell’editoria la protesta per l’aumento improvviso e ingiustificato delle tariffe postali, per la spedizione di libri e giornali, di oltre il 700%, ultimo colpo di mano del governo di Silvio Berlusconi per uccidere la libera informazione.

Quindici ha lanciato l’allarme qualche giorno fa. Ora tocca ad Elvira Zaccagnino della casa editrice “la meridiana” di Molfetta che ci ha inviato questa nota che volentieri pubblichiamo per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul rischio di cancellazione anche della stampa e dell’editoria no profit per realizzare un regime autoritario in Italia.
Ecco il testo, che Quindici sottoscrive in toto:
 
«È accaduto il 1° di aprile. Ma non era un pesce d’aprile. Ricordate? Ci furono regimi che bruciavano i libri e le biblioteche. Quelli moderni hanno sistemi più raffinati ma non meno innocui.
Stiamo esagerando? No!
Provate solo a ricordare cosa è accaduto negli ultimi anni al sistema elettorale, alla scuola, al mondo del lavoro, al mondo dell’informazione. I diritti non vengono negati ma cambiati, trasformati, immessi nel libero mercato della concorrenza. Alla fine quei diritti non ce li ricorderemo nemmeno.
Vi diciamo cosa sta accadendo dal 1° di aprile nel nostro mondo.

In virtù del decreto del 30 marzo 2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31-3-2010, il Ministero dello Sviluppo Economico insieme al Ministero dell'Economia ha sospeso e eliminato, senza alcun preavviso, la Tariffa editoriale ridotta per gli editori causando un aumento medio del 700% nei costi di spedizione.

Cosa accade? Che un pacco in contrassegno arriva a costare 9,50 euro. Stiamo scherzando? No.

Il mondo editoriale è in subbuglio. Coinvolti tutti: piccoli medi e grandi editori, distributori, librerie e librerie online. Ovviamente i TG non ne parlano. La cultura non fa audience.

Se c’è un modo per continuare a monopolizzare il pensiero unico, a far saltare posti di lavoro, a piegare il mondo del lavoro, le piccole e medie imprese, oltre che la cultura e i saperi, lo diciamo senza timori, questo Governo sa farlo bene.

Ci stiamo tutti facendo i conti.
Nel nostro caso ad esempio, passeremmo da 9.300,00 Euro spesi nel 2009 a 24mila Euro a parità di pacchi spediti. Un collega editore, ben più grande di noi, preoccupato ci diceva di un aggravio di circa 120 mila Euro. Roba da pazzi! Quanto deve costare un libro?
Chi paga tutto questo? Tutti.
Molte riviste e periodici in questa settimana non sono partiti (gli abbonamenti fatti rinnovare a inizio anno avevano altri costi di spedizione). Nelle librerie diversi distributori non hanno fatto arrivare le novità. Un sistema, quello editoriale, di per sé già fragile, salta ancora.
La rivista VITA ha promossa una petizione. Sottoscrivetela anche voi come lettori sul sito www.vita.it . Serve? È utile farlo? Nella nostra Costituzione rimane ancora il diritto di manifestare la propria opinione e di difendere pacificamente le proprie idee. Prendiamocelo tutto finchè c’è.

Nel frattempo noi proviamo a resistere non facendo pagare ai lettori/clienti tutto il disagio il disagio. Intanto stiamo lavorando ad azioni comuni con altri editori che rendano i costi più sostenibili per tutti: dagli editori ai lettori.

In questa nota non abbiamo promosso libri o lanciato una novità. Abbiamo parlato di quello che è accaduto nel sistema delle regole che rendono un lavoro, come il nostro, possibile. Abbiamo parlato di una cosa che ci sta a cuore: il fare cultura e il farla circolare in modi accessibili a tutti. Intanto, come lettori, fatevi sentire
».
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Rammento a tutti che questo Governo, in continuità con quanto fatto in altre sue legislature, continua a "premiare" gli evasori, a condonare gli illeciti, ad imporre le brame di pochi, sugli interessi della Comunità (relativamente, ormai - mi riferisco agli accordi "sotto e sopra banco" con la LEGA NORD, che diventa sempre più avida, in analogia con quanto avveniva nella famigerata "Prima Repubblica"). Pur non essendo totalmente alieno alle scelte, alcune devo dire, di questo Governo, è triste dirlo, ma evidentemente il nostro DNA (di cittadini) non disdegna certe storture che in altri Paesi non verrebbero nemmeno proposte. Che brutta involuzione di pensiero e costumi. Sono bastate poco più di tre generazioni per farci dimenticare eventi tragici della nostra Storia nazionale, che sono costati sofferenze immani, danni epocali ed UNA GUERRA!!!! Non più tardi di quindici anni fà, temevamo - almeno alcuni Italiani, forse a torto - la Destra e, perché no, anche la Sinistra, così come erano in Italia! A posteriori mi viene di affermare, come eravamo ingenui: chi poteva immaginare quanto sta accadendo con questo sedicente "Governo... moderato". In Italia, forse un pò di più di quanto non fanno in altri Paesi, per il solo tornaconto personale, siamo in grado di fasciarci gli occhi, turarci il naso e tapparci le orecchie; salvo poi, quando è tardi e la misura è colma, gridare e pentirci. Nell'articolo precedente, leggevo alcuni commenti che parlavano di ...fine della pacchia e cose del genere!!!! Vediamo il fuscello ma non ci accorgiamo della trave che ci sta entrando nell'occhio.

I TG non ne parlano perchè sono anch'essi....soffocati. Fare cultura? Quale, quella popolare? Non ci sono più idee. Non ci sono più valori. Non se ne producono più. La passività e l'inerzia sembrano caratterizzare l'atmosfera del nostro tempo, dove l'impressione è che nessuno abbia una storia da scrivere nè passata nè futura, ma solo energia da liberare in una sorta di spontaneità selvaggia nella fascinazione dello spettacolare. Viene allora da chiedersi come mai dopo tante rivoluzioni e un secolo o due di apprendistato politico, nonostante i giornali, i sindacati, i partiti, gli intellettuali e tutte le energie preposte a sensibilizzare gli uomini alla loro storia, si trovano solo mille persone che reagiscono, e milioni di persone che rimangono passive e preferiscono, in perfetta buona fede, con gioia e senza chiedersi il motivo, un incontro di calcio a un dramma umano o sociale. La risposta va forse cercata nel fatto che, bombardati come siamo da stimoli, messaggi, test e sondaggi, le nostre teste sono diventate il luogo dove circolano idee e valori che noi non abbiamo prodotto, ma semplicemente assorbito. Teste e cuori, quindi, che non si esprimono, ma si sondano, non per conoscere le loro idee e valori, ma per verificare il grado di efficacia dei media nell'inculcare in loro un'idea o un presunto valore, e poi appurarne l'indice di gradimento. Ridotte in questo modo a schemi di lettura, le nostre teste non sono più un luogo di ideazione e di invenzione, ma un luogo di assorbimento e di implosione, dove ogni senso propulsivi si inabissa e ogni significato acquisito si allinea a quell'ideale di uniformità che è l'inizio del conformismo. La società è diventata massa che, come un buco nero, "risucchia energia sociale e non le rifrange più."......(I miti del nostro tempo-U.Galimberti)

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