Continua nel mondo dell’editoria la protesta per l’aumento improvviso e ingiustificato delle tariffe postali, per la spedizione di libri e giornali, di oltre il 700%, ultimo colpo di mano del governo di Silvio Berlusconi per uccidere la libera informazione.
Quindici ha lanciato l’allarme qualche giorno fa. Ora tocca ad Elvira Zaccagnino della casa editrice “la meridiana” di Molfetta che ci ha inviato questa nota che volentieri pubblichiamo per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul rischio di cancellazione anche della stampa e dell’editoria no profit per realizzare un regime autoritario in Italia.
Ecco il testo, che Quindici sottoscrive in toto:
«È accaduto il 1° di aprile. Ma non era un pesce d’aprile. Ricordate? Ci furono regimi che bruciavano i libri e le biblioteche. Quelli moderni hanno sistemi più raffinati ma non meno innocui.
Stiamo esagerando? No!
Provate solo a ricordare cosa è accaduto negli ultimi anni al sistema elettorale, alla scuola, al mondo del lavoro, al mondo dell’informazione. I diritti non vengono negati ma cambiati, trasformati, immessi nel libero mercato della concorrenza. Alla fine quei diritti non ce li ricorderemo nemmeno.
Vi diciamo cosa sta accadendo dal 1° di aprile nel nostro mondo.
In virtù del decreto del 30 marzo 2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 31-3-2010, il Ministero dello Sviluppo Economico insieme al Ministero dell'Economia ha sospeso e eliminato, senza alcun preavviso, la Tariffa editoriale ridotta per gli editori causando un aumento medio del 700% nei costi di spedizione.
Cosa accade? Che un pacco in contrassegno arriva a costare 9,50 euro. Stiamo scherzando? No.
Il mondo editoriale è in subbuglio. Coinvolti tutti: piccoli medi e grandi editori, distributori, librerie e librerie online. Ovviamente i TG non ne parlano. La cultura non fa audience.
Se c’è un modo per continuare a monopolizzare il pensiero unico, a far saltare posti di lavoro, a piegare il mondo del lavoro, le piccole e medie imprese, oltre che la cultura e i saperi, lo diciamo senza timori, questo Governo sa farlo bene.
Ci stiamo tutti facendo i conti.
Nel nostro caso ad esempio, passeremmo da 9.300,00 Euro spesi nel 2009 a 24mila Euro a parità di pacchi spediti. Un collega editore, ben più grande di noi, preoccupato ci diceva di un aggravio di circa 120 mila Euro. Roba da pazzi! Quanto deve costare un libro?
Chi paga tutto questo? Tutti.
Molte riviste e periodici in questa settimana non sono partiti (gli abbonamenti fatti rinnovare a inizio anno avevano altri costi di spedizione). Nelle librerie diversi distributori non hanno fatto arrivare le novità. Un sistema, quello editoriale, di per sé già fragile, salta ancora.
La rivista VITA ha promossa una petizione. Sottoscrivetela anche voi come lettori sul sito www.vita.it . Serve? È utile farlo? Nella nostra Costituzione rimane ancora il diritto di manifestare la propria opinione e di difendere pacificamente le proprie idee. Prendiamocelo tutto finchè c’è.
Nel frattempo noi proviamo a resistere non facendo pagare ai lettori/clienti tutto il disagio il disagio. Intanto stiamo lavorando ad azioni comuni con altri editori che rendano i costi più sostenibili per tutti: dagli editori ai lettori.
In questa nota non abbiamo promosso libri o lanciato una novità. Abbiamo parlato di quello che è accaduto nel sistema delle regole che rendono un lavoro, come il nostro, possibile. Abbiamo parlato di una cosa che ci sta a cuore: il fare cultura e il farla circolare in modi accessibili a tutti. Intanto, come lettori, fatevi sentire».