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Alessandro Manzoni incontra la scuola primaria Manzoni Iniziativa Aneb per ricordare il 150° anniversario della morte dello scrittore
15 giugno 2023

Luogo più adatto per celebrare il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, il più celebre romanziere italiano che ha contribuito con i suoi scritti alla nascita della lingua italiana, non poteva che essere un Istituto Scolastico che porta il suo nome e che ha formato tanti ragazzi poi diventati adulti affermatisi in vari campi culturali come il Maestro Riccardo Muti. La Scuola Primaria “Alessandro Manzoni” è stato il primo edificio scolastico pubblico costruito a Molfetta. La sua costruzione ha avuto un cammino lungo e tortuoso iniziato nel 1864 e proseguito nel 1896 con l’individuazione da parte del Comune di un’area alle spalle del Convento dei Cappuccini, fino ad allora utilizzato come cisterna pubblica, e conclusosi finalmente il 23 gennaio 1897 con l’approvazione all’unanimità su un progetto redatto da Gaetano Valente, ingegnere dell’Ufficio Tecnico del Comune, che prevedeva la costruzione delle prime 10 aule a piano terra e altre 10 al primo piano. Tutto l’edificio era suddiviso in due sezioni: maschile e femminile. Il collaudo avvenne nel 1901. Nel gennaio del 1931 venne deliberata la costruzione del secondo piano per aumentare il numero delle aule e limitare il disagio del doppio turno. Nel 1945 furono eseguiti dei lavori di ristrutturazione per “i danni di guerra” subiti dopo l’occupazione dei locali dalle truppe alleate durante la seconda guerra mondiale. L’edificio assunse nel tempo diverse denominazioni: Scuola Cappuccini, Scuola in Via M. d’Azeglio, Scuola in Via Manzoni, ma già dal 1901 per tutti i cittadini di Molfetta l’edificio viene indicato come “Scuola Manzoni”. La preferenza di questa denominazione si deve probabilmente non solo all’incidenza toponomastica stradale ma anche all’autorevolezza e alle idee letterarie e liberali del suo primo Direttore Didattico, Saverio De Candia, figura carismatica del tempo, che condivideva con il grande scrittore milanese, appunto Alessandro Manzoni, la questione sull’unità della lingua italiana e sui mezzi per diffonderla, nella consapevolezza che dopo l’Unità d’Italia, occorreva unire gli italiani soprattutto sul piano linguistico e tra i tanti nell’Ottocento prevale il modello linguistico del Manzoni. Motivi culturali, quindi, uniti a quelli affettivi determinati dal fatto che molti Soci ANEB sono stati alunni e poi insegnanti della Scuola Primaria A. Manzoni (lo stesso Presidente ANEB prof. Michele Laudadio non solo ha frequentato questa scuola elementare negli anni ’60 ma ne è stato Dirigente Scolastico dall’a.s.2008/2009 all’a.s.2016/2017) sono stati alla base della scelta dell’ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) sezione di Molfetta di voler celebrare il 150° anniversario della morte di A. Manzoni in questa scuola con un’iniziativa denominata “Alessandro Manzoni incontra la Scuola Manzoni” che ha coinvolto le classi quarte di scuola elementare dei plessi “A. Manzoni” e “G. Cozzoli” in un percorso didattico di conoscenza e di divulgazione della vita e delle opere di A. Manzoni. Di buon mattino lunedì 22 maggio 2023, giorno del 150° anniversario, una rappresentanza dei Soci dell’ANEB, guidati dal dott. Zaccaria Gallo, scrittore, poeta e regista, che ha curato la stesura dei testi e la regia, si è recata nella sede storica della Scuola Manzoni in Via Carlo Alberto a Molfetta e ha proposto agli alunni una rappresentazione dell’Opera dei Promessi Sposi in maniera sintetica ma con uno studio approfondito dei singoli personaggi protagonisti del romanzo storico. Ad accoglierli c’era il Dirigente Scolastico dell’I.C. “Manzoni-Poli” prof. Giuseppe Minervini. La prima stesura del romanzo risalente agli anni 1821/23 recava il titolo di “Fermo e Lucia”; la seconda redazione profondamente modificata fu pubblicata in 3 volumi dal 1825 al 1827 e quella definitiva tra il 1840 e il 1842. Ne “I Promessi Sposi” il Manzoni scelse di scrivere in un italiano accessibile e comprensibile da tutti. Gli alunni presenti avevano già ascoltato il racconto dei Promessi Sposi dai loro insegnanti ed avevano raffigurato e realizzato i personaggi dell’opera con disegni decorati e ben caratterizzati, per cui è stato facile per loro sintonizzarsi con attenzione ed interesse all’interpretazione dei neo attori dell’ANEB. Le note della “ Sinfonia Fantastica” di Berlioz, creando una magica atmosfera, hanno introdotto il racconto del romanzo declamato da Angela Gadaleta che con grande duttilità è riuscita a riassumere la storia rendendola simile ad una fiaba, dando così ai contenuti una certa leggerezza e semplicità d’ascolto. I “Promessi Sposi” è un romanzo storico ambientato nel ducato di Milano, attuale Lombardia, durante la dominazione spagnola del 1600 e descrive fatti realmente accaduti anche se alcuni personaggi sono immaginari. Si narrano le vicende di due ragazzi Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, il cui desiderio di sposarsi viene ostacolato da un feroce tiranno Don Rodrigo, signorotto del paese, e dalla codardia di un parroco Don Abbondio. Solo Frate Cristoforo, un frate coraggioso e fiducioso nella misericordia di Dio, aiuterà i due ragazzi dopo molte avventure a unirsi in matrimonio. Su una grande lavagna lim, grazie alla collaborazione tecnica della socia Anna Mosca, sono state proiettate delle slide, predisposte con maestria da Damiana Angione dopo un’attenta ricerca, che raffiguravano in successione gli episodi ed i personaggi riguardanti il romanzo interpretati dai Soci ANEB che da attori provetti si sono mossi con grande disinvoltura e spontaneità. Il primo personaggio a entrare in scena è stato Don Abbondio (interpretato da Michele Laudadio), il curato del paese, a cui si rivolgono Renzo e Lucia per celebrare il loro matrimonio. Don Abbondio non è un eroe, è di natura pacifica, è la paura in persona e viene definito un “vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”, che teme di rompersi e di essere rimproverato dai “bravi”, piccoli criminali che obbedendo a un ordine del loro capo Don Rodrigo impediscono a Don Abbondio di celebrare le nozze di Renzo e Lucia e poi rapiscono la stessa Lucia. Lucia Mondella e Renzo Tramaglino (interpretati da Vito Caputi e Rosa de Pinto) sono due bravi e buoni ragazzi molto innamorati che raccontano la loro storia d’amore con tanta naturalezza ma anche con tanta rabbia causata dall’atteggiamento di don Rodrigo che si oppone con prepotenza alla loro unione perché, innamoratosi di Lucia, la vuole solo per lui. A questo punto il dott. Zaccaria Gallo, impersonando la voce della Coscienza, ha dialogato con gli alunni invitandoli a riconoscere e saper distinguere il bene dal male. Non bisogna avere paura dei prepotenti né farsi giustizia da soli sia a scuola con i compagni sia in famiglia con i propri fratelli: è opportuno rivolgersi sempre a coloro che svolgono un ruolo di tutela e di rispetto dei diritti di tutti e cioè gli insegnanti ed i genitori. La prepotenza di Don Rodrigo è stato il motivo per far riflettere gli alunni su un tema attuale: quello della “violenza sulle donne”. Dalla discussione aperta tra gli alunni presenti è emersa la consapevolezza che la violenza sulle donne vuol dire non rispettarle, minacciarle, privarle della loro libertà e di tutti i diritti che spettano ad ogni essere umano. Appunto per questo bisogna impegnarsi sin da piccoli a rispettare le donne. Le donne del romanzo svolgono un ruolo importante nella storia dei Promessi Sposi perché rappresentano tanti modi di comportarsi riferibili a stereotipi sempre attuali. Tra queste donne per esempio c’è Donna Prassede, interpretata da Angela Gadaleta, una nobildonna milanese moglie di Don Ferrante, che accoglie Lucia nella propria casa dopo la sua liberazione dal castello dell’Innominato a seguito della conversione di questo atroce bandito dopo un suo incontro con il cardinale Borromeo. Donna Prassede è un personaggio bigotto convinta di fare del bene al prossimo non per amore verso chi ha bisogno ma solo per sentirsi migliore degli altri e dà consigli a Lucia di non pensare più al caro amato Renzo perché coinvolto come un delinquente insieme alla povera gente all’assalto ai forni del pane a Milano a causa della carestia. L’atteggiamento di Donna Prassede – dice il dott. Gallo rivolgendosi agli alunni – deve farci riflettere: bisogna diffidare delle persone superficiali e imparare a conoscerle per quello che sono nella realtà non per ciò che appaiono. La socia anebina Anna Aurora ha interpretato la figura di Agnese, madre di Lucia che cerca con la collaborazione di Perpetua di distrarre don Abbondio per far entrare nella canonica con uno stratagemma Renzo e Lucia con l’intento di farli sposare. Ma don Abbondio s’accorge dell’inganno e caccia via tutti. Perpetua, interpretata da Marta Gadaleta, è una donna che accudisce don Abbondio alloggiando nella sua abitazione; è una brontolona però tutto sommato vuole bene al suo curato. A questo punto si fa notare che fino a qualche anno fa la donna che dava una mano in chiesa o a casa a un prete per cucinare, lavare, stirare e fare altre faccende domestiche veniva chiamata appunto “perpetua”. Nel frattempo Renzo si reca a Lecco da un Avvocato detto Azzeccagarbugli, interpretato dal socio Antonio Della Ratta Rinaldi, per chiedere un consiglio sul da farsi. Questo avvocato, amico di bagordi di Don Rodrigo, quando sente che chi vuole ostacolare il matrimonio di Renzo e Lucia è proprio Don Rodrigo, scaccia dalla propria casa in malo modo Renzo che pronuncia la fatidica frase: “questo è un avvocato dalle cause perse”, frase usata ancora tutt’oggi ogni qualvolta un avvocato non riesce a vincere una causa. Fra Cristoforo, personaggio buono, giusto e padre spirituale di Lucia, interpretato da Tina dell’Olio, è una figura carismatica ma anche emblematica del romanzo. Infatti, prima di farsi frate cappuccino si chiamava Ludovico ed era figlio di un ricco mercante. Era arrogante e altero tanto che un giorno a seguito di un duello con un nobile, scoppiato perché pretendeva la precedenza sulla strada, uccise il suo avversario ma al tempo stesso nello scontro morì un suo carissimo amico di nome Cristoforo che si era frapposto tra i due contendenti. Rifugiatosi in un convento per proteggersi dalla vendetta della folla e dei parenti del nobile ucciso, dopo aver chiesto perdono al fratello dell’ucciso Ludovico decise di farsi frate e di chiamarsi Cristoforo. Da quel giorno Fra Cristoforo si impegnò a prendersi cura dei più deboli, dei poveri e dei moribondi, confidando nella Divina Provvidenza. Anche qui non è mancato una riflessione sulla possibilità di confidare sempre nella bontà divina. Tra le figure maschili de i Promessi Sposi un ruolo importante è svolto dall’Innominato, un bandito crudele e spietato, il più potente della zona che tiene prigioniera Lucia nel suo maniero su incarico di Don Rodrigo. A questo punto il dott. Gallo rivolgendosi agli alunni chiede: a quale personaggio possiamo paragonare oggi l’Innominato e a quale associazione criminale? Gli alunni subito pronunciano due nomi: il boss Messina Denaro e la mafia o la camorra o la ndrangheta che con i loro soprusi uccidono e rubano senza pietà. Ma nel romanzo del Manzoni avviene che i cattivi si possano redimere. Infatti, l’Innominato durante un incontro con il cardinale Borromeo confessa il suo pentimento per quello che ha causato a Lucia e a tanta altra brava gente e si impegna di aiutare Lucia, mandandola nel convento di Monza. L’importanza del perdono è fondamentale per vivere bene, in pace ed in grazia di Dio. Lucia ed Agnese nel convento incontrano la madre badessa Gertrude: detta la monaca di Monza, interpretata da Anna Aurora, che entrata con il nome di Virginia ora viene chiamata “La Signora”. Gertrude si è fatta monaca non per sua volontà ma per quella dei suoi genitori. Agnese e Lucia restano sotto la protezione di Gertrude. A Milano il popolo è in tumulto per la carestia per cui assale i forni per prendere farina e pane per sfamarsi. Il povero Renzo giunge a Milano proprio in questo frangente e viene accusato di essere uno dei tumultuosi, per cui è costretto a fuggire a Bergamo da un suo parente. Nello stesso tempo giungono in Italia i Lanzichenecchi che contagiano la popolazione di Milano e le zone del Nord Italia con la peste, una terribile epidemia che tra il 1630 e il 1631 che decimò la popolazione con migliaia di morti. Spontaneo è apparso a questo punto il riferimento all’epidemia proovocata dal COVID-19 che ha colpito non solo l’Italia ma il mondo intero qualche anno fa. Verrebbe da dire: corsi e ricorsi storici. Nel Lazzaretto, zona di Milano dove venivano raccolti tutti le persone colpite dalla peste, si ritrovano malati quasi tutti i personaggi del romanzo: Fra Cristoforo che assiste i malati, Lucia, Don Rodrigo e lo stesso Renzo che va in cerca di Lucia. Questa nel momento in cui sta per uscire guarita dal Lazzaretto incontra don Rodrigo morente e insieme a Renzo lo perdonano. Alla fine anche fra Cristoforo si ammala ma riesce prima di morire a benedire ed unire in matrimonio Renzo e Lucia, finalmente sposi. Anche Giuseppe Verdi volle rendere omaggio al grande poeta Alessandro Manzoni dopo la sua morte con l’esecuzione al teatro alla Scala di Milano della “Messa da Requiem”. Al termine della rappresentazione il dott. Zaccaria Gallo ha ringraziato le insegnanti per aver preparato gli alunni all’ascolto attento e partecipe ed ha incoraggiato i ragazzi alla lettura che rende gli uomini liberi. L’ANEB ha voluto celebrare il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni mettendo in evidenza l’attualità del suo romanzo più significativo “I Promessi Sposi” per i molteplici valori morali che riesce a trasmette anche dopo tanti anni alle nuove generazioni di giovani alunni: amore, altruismo, onestà, perdono e fede cristiana. Abbiamo trascorso delle ore meravigliose – hanno detto i Soci ANEB – in compagnia di questi alunni che ci hanno fatto riaffiorare alla mente i ricordi meravigliosi di quando eravamo noi tra i banchi di scuola ad ascoltare le lezioni dei nostri insegnanti o dopo alcuni anni da impartire loro le lezioni. Il Presidente ANEB – prof. Michele Laudadio – a ricordo di questo incontro ha donato al Dirigente Scolastico dell’I.C. “Manzoni-Poli” prof. Giuseppe Minervini un libro dal titolo sintomatico “Manzoni nel cuore” per testimoniare l’affetto e la riconoscenza che l’ANEB nutre per questa scuola, acquistato appositamente nella Casa Museo di A. Manzoni a Milano, e ha omaggiato le responsabili dei plessi di Scuola Elementare ins. Nicoletta Altomare per il plesso “A. Manzoni” e l’ins. Angela Farinola per il plesso “G. Cozzoli” del gagliardetto ANEB e di un libro sulla casa e sulla vita del Manzoni.

Rosanna Cormio

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