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Agitazione del settore pesca, Azzollini promette battaglia: "chiederemo sospensione del regolamento U.E."
04 giugno 2010

MOLFETTA - Oggi, delibera della giunta comunale per richiesta formale di sospensione della normativa europea, poi stessa richiesta da Provincia e Regione caldeggiata dai consiglieri Tammacco e Camporeale, martedì a Roma a colloquio con il ministro delle Politiche agricole e alimentari e forestali, Giancarlo Galan, per chiedergli di rinegoziare la normativa.

Questi i propositi del sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, che ha manifestato ieri la solidarietà dell’amministrazione ai pescatori in agitazione contro il regolamento dell'Unione Europea n. 1967/2006 appena entrato in vigore, che, tra le altre cose, obbliga all’utilizzo di reti dalle maglie molto più larghe, incompatibili con il pescato tipico della zona.
“Un colpo mortale alla nostra pesca”, come  non ha esitato a definire la normativa Azzollini, nel corso dell’incontro con i pescatori, ieri, nella zona del mercato ittico. Lavoratori del mare non solo molfettesi, ma arrivati anche da Mola di Bari, Monopoli, Bisceglie, Santo Spirito: l’intera pesca pugliese, con le sue specialità locali, rischia di essere messa in ginocchio.
“Abbiamo finito di pescare: questo è un colpo mortale, ed è la prima volta che lo dico, dopo tante agitazioni dei pescatori per altri motivi”, ha rincarato Azzollini. “Non dobbiamo neanche parlare delle multe, vorrebbe dire rassegnarsi. E questa rischia di essere la distruzione della nostra pesca”.

Primo obiettivo, in ordine di tempo, la creazione di una sinergia di iniziative tra le istituzioni: Comuni (non solo Molfetta, ma anche tutti gli altri, tutti con richieste della stessa natura, perché abbiano forza), Provincia e Regione, a chiedere l’immediata sospensione del regolamento, "un regolamento impostato sul tipo di pesca francese, e dell' Atlantico". “Farò capire al ministro Galan la gravità della situazione”, ha tranquillizzato i pescatori Azzollini “Almeno 12 mesi di tempo, niente misure tampone, si potrà ragionare solo a bocce ferme. Poi, sappiamo quali pressioni fare”.

Dal canto loro, i pescatori e gli armatori chiedono che tutto il pacchetto della normativa, non solo la questione delle maglie delle reti, vada rivisto: “il pacchetto è un bel paccone regalo che ci hanno fatto”, afferma uno di loro. Altri sottolineano la beffa del dover importare molto presto le nostre specialità da altre zone, altri segnalano come le imbarcazioni extracomunitarie, o con equipaggio extracomunitario, siano invece libere di “fare quello che vogliono”.

“Non vogliamo la cassa integrazione, vogliamo solo lavorare”, chiariscono i pescatori. “E’ un fattore tecnico: le reti le abbiamo comprate, le abbiamo provate, e questo dimostra la nostra buona fede”. Qualcuno sospetta: “vogliono arrivare a far morire la pesca, dietro c’è il programma della lottizzazione del mare. O si deve interrompere a breve questo disegno, o dicano chiaramente qual è il fine…”

Giorni decisivi i prossimi, dunque, per la questione che rischia di far naufragare un intero settore commerciale e un pezzo di tradizione di questa città e di questa regione. Nel frattempo, in attesa di risposte immediate, l’agitazione di pescatori e armatori andrà avanti.
© Riproduzione riservata

Autore: Vincenzo Azzollini
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1973 - Nel 1950 abbiamo tratto dal mare 21 milioni di tonnellate di pesce, in seguito abbiamo ampliato la pescata globale allo straordinario ritmo del 6-7 per cento all'anno, con una velocità d'espansione che sorpassa perfino quella delle "miracolose granaglie" della Rivoluzione Verde. Ai primi anni '70 il pescato aveva raggiunto l'incredibile cifra di 70 milioni di tonnellate: in seguito però non si è più innalzato, a causa della pessima gestione generale delle risorse. Le zone biologicamente produttive sono soprattutto quelle costiere: qui da terra provengono le sostanze nutritive, mentre i venti e le correnti oceaniche contribuiscono a portare in superficie i sedimenti ricchi di sostanze nutrienti del fondo marino. Un esempio di questa risalita si verifica presso i Grandi Banchi di Terranova dove l'incontro di correnti calde e fredde crea un vortice d'acqua su una piana sommersa di 150 ila km quadrati, generando un fitoplancton eccezionalmente abbondante. Su questi vegetali proliferano banchi immensi di osmeri che a loro volta alimentano milioni di merluzzi, sule, gabbiani, gazze, oltre a foche e megattere. Purtroppo queste riserve sono state decimate dal più grande dei PREDATORI: L'UOMO STESSO. Perchè il costante incremento del pescato, che tra il 1950 e il 1970 si aggirava attorno al 7 per cento annuo, è venuto a cessare? Oggi noi fatichiamo a mantenere un buon ritmo di crescita e, comunque, per riuscirci dobbiamo ricorrere ad artifizi, modificando sensibilmente la composizione del pescato, che ora dipende in gran parte dai piccoli pesci utilizzati per trarne farina di pesce. La triste verità è che la pesca sfrenata sta distruggendo le riserve del pianeta. Mentre negli anni '50 c'erano stati solo rari fallimenti in alcuni settori dell'attività ittica, negli anni '60 e '70 hanno visto un numero sempre maggiore di crolli nelle tradizionali attività pescherecce, alcuni dei quali assai spettacolari.- Oggi i crolli continuano se non si prendono seri provvedimenti.




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