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Addamiano, Paloscia e Zaza “Con e per Molfetta”
15 settembre 2022

Ha riscosso grande successo la col- lettanea Con e per Molfetta, for- temente voluta dall’Associazione di Promozione Sociale L’Ora Blu. L’allestimento ha visto protagonisti tre maestri della pittura pugliese, Natale Adda- miano, Michele Paloscia e Michele Zaza, le- gati tra loro da solida amicizia. La mostra ha avuto luogo presso la Sala dei Templari di Molfetta dal 10 al 28 agosto; all’inaugurazione sono intervenuti il diretto- re artistico de l’Ora Blu (presieduta da Marta Maria Camporeale), Zaccaria Gallo, e il critico d’arte Gaetano Centrone. Patrocinato dal Comune di Molfetta, l’evento è stato inserito nel cartellone dell’Estate molfettese 2022. L’esposizione vuole essere un affettuoso omaggio alla città, ai suoi personaggi illustri e alle tradizioni che l’hanno resa celebre in tutta Italia. Ciascuno dei tre artisti, con la propria ci- fra stilistica, ha contribuito alla varietà e alla bellezza dell’allestimento. Michele Zaza ha esposto alcune coperti- ne de “L’altra Molfetta”, unitamente a ope- re che non di rado coniugano con altri media artistici l’espressività della fotografia, di cui Zaza si serve in chiave metafisica, per “creare” la realtà piuttosto che tendere alla mera mimesi. Ne nascono declinazioni suggestive come il Paesaggio magico del 2011: la tecni- ca mista valorizza la figura umana; il motivo alare contribuisce al fascino di uno scena- rio in cui tutto diviene possibile per la for- za demiurgica del pensiero. Altra espressione particolarmente felice ci sembra di ravvisa- re in Pandora, che peraltro riprende un mito già caro all’artista. Ci è parso subito di rav- visare un’analogia con la forma dell’Inferno dantesco, con quella larghezza dell’apertura (la via dei mali) e l’angustia del fondo in cui per tradizione è confinata la fallace speranza. Essenziale e possente, dall’immaginario geometrizzante, è Paesaggio – Il fuoco della mente. Gli esterni molfettesi si caricano di una luminosità intensa, ma non sfugga come, proprio in Esterno, la veduta del fronte Duomo sia racchiusa in un modulo che richiama nella forma lo stesso vaso di Pandora. Le opere esposte da Michele Paloscia sono sostanzialmente riconducibili a tre motivi: il paesaggio, la ritrattistica, i riti della Settima- na Santa. Tra le sue opere, spiccano la bel- lezza dolente di due Ulivi nell’agro molfettese stagliati su un cielo plumbeo e minaccioso o l’abbandono in cui versa Torre Claps, con la costruzione a tratti già infestata da piante ram- picanti. La campagna molfettese è anche sfon- do ridente di melograni che incorniciano la bellezza posata e pensosa della piccola Emma in un ritratto del 2021/2022. Sem- pre di grande im- patto visivo ed emotivo le ma- rine dell’artista, con il tripudio dei flutti sul Lungo- mare di Molfetta (2011) – belve- dere privilegiato per Paloscia – e la spuma che s’intravede dalle aperture nel parapetto. Pa- cificata e sognante è poi la visione puntellata di bagliori luminosi in un Adriatico aurorale (2018). Superba la qualità di ritrattista che emerge nelle figure che dialogano con il paesaggio circostante e che riesce particolarmente felice anche nella pacata e composta bonomia dei “ritratti di monsignore” di don Donato Negro e del compianto don Luigi Martella. Anche Natale Addamiano espone opere riconducibili ai filoni già citati per Michele Paloscia. Si cimenta nella ritrattistica, con la rappresentazione di don Tonino Bello e l’ispirato ritratto di un Riccardo Muti all’opera, tra l’altro pubblicato per la prima volta proprio su “Quindici”. L’allestimento offre anche alcune delle “ore della Passione” realizzate dall’artista: rivive la suggestione della processione notturna del Venerdì Santo, con le architetture che divengono quinte al dramma sacro e l’azzurro intenso della notte, ipostasi del silenzio. Di notevole efficacia anche lo sfilare dei simulacri del Sabato ne I gialli e i viola, in cui è altrettanto visi- bile lo studio costante degli effetti della luce sui palazzi, le statue e gli individui, con quel rosato che punteggia gli edifici concorrendo a un’atmosfera eterea. Vi sono poi gli ango- li di Molfetta e dell’agro; se lo sguardo si per- de dolcemente nella fuga delle case di Via S. Silvestro, nasce in altri casi la nostalgia del brulicare della vita in scenari ormai in abban- dono (Scalo) o della magia dei “corticchi” (in tandem con Paloscia) che lo sguardo accarez- za, nel trionfo dell’ocra e del sole. © Riproduzione riservata

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