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A difendere l'ospedale di Molfetta rimane solo Sinistra Italiana col consigliere Borraccino. Il Pd locale tace per non disturbare il manovratore Emiliano
13 gennaio 2017

MOLFETTA – Per fortuna c’è chi pensa all’ospedale di Molfetta nel consiglio regionale: è il consigliere di Sinistra Italiana Cosimo Borraccino. A fronte del silenzio colpevole del Pd locale, che non vuole disturbare il manovratore Michele Emiliano, Sinistra italiana dimostra grande sensibilità a questo problema e Borraccino non trascura mai di inserire l’ospedale di Molfetta fra quelli il cui piano di riordino andrebbe rivisto.
Tra l’altro Borraccino dice senza mezzi termini quello che Il Pd tace e cioè che il futuro dell’ospedale di Molfetta è lo smantellamento completo.
L’assenza di un consigliere regionale di Molfetta all’interno della Regione Puglia è anche un motivo di questa penalizzazione che Emiliano da tempo porta avanti, malgrado nel Pd locale ci siano consiglieri come Annalisa Altomare che fanno riferimento al governatore locale, ma che evidentemente hanno poco a cuore il nostro ospedale.
Del resto Emiliano, come “Quindici” ha più volte scritto, ha pagato il suo debito con il Pd locale, regalandogli la testa dell’ex sindaco Paola Natalicchio e quindi occorre affidarsi a chi, non avendo timori reverenziali verso lo stesso Emiliano, può difendere il nostro ospedale.
Ecco quello che dice Borraccino: «Abbiamo depositato sedici proposte di modifica al Piano di Riordino Ospedaliero che, dopo la prima bocciatura del settembre scorso, approderà in Commissione Sanità mercoledì prossimo, 18 gennaio. Si tratta di emendamenti che recepiscono le istanze provenienti da operatori del settore, comunità locali, associazioni di categoria e sindacati con i quali in questi mesi ci siamo costantemente confrontati per cercare di migliorare un provvedimento che, così come è stato adottato in Giunta, è certamente non condivisibile. Innanzitutto continuiamo a considerare incomprensibile la scelta di adottare un rapporto tra posti letto per ogni mille abitanti di gran lunga inferiore rispetto a quanto previsto dallo stesso DM 70/2015, con la conseguenza che la Regione rinuncia, inspiegabilmente, ad oltre 1000 posti letto che potevano essere distribuiti soprattutto nelle province più penalizzate (Bat, Taranto e Brindisi innanzitutto) per dare una risposta più efficace al bisogno di buona sanità che emerge dalle popolazioni locali.
Ma sono molti altri gli aspetti sui quali abbiamo concentrato la nostra attenzione: dal mantenimento dei posti di Neurochirurgia al "Di Venere" di Bari, alla difesa del PRESIDIO OSPEDALIERO DI MOLFETTA CHE VIENE SOSTANZIALMENTE SMANTELLATO, passando per il Centro Risvegli di Ceglie Messapica da realizzare in una struttura pubblica e non privata, oppure per il mantenimento dei reparti attualmente funzionanti dell'Ospedale di Triggiano e di quello di Casarano, senza dimenticare il no alla chiusura degli Ospedali di Grottaglie, dopo lunghe battaglie di mesi per la difesa del presidio "San Marco" col comitato locale, e di quello di Trani.
Allo stesso modo riteniamo che l'organizzazione delle Reti proposta dal Piano vada radicalmente ripensata, così come, per quanto concerne la nuova edilizia ospedaliera. Questi sono solo alcuni dei temi sui quali abbiamo proposto le nostre modifiche rispetto alle quali auspichiamo ci sia attenzione da parte del Governo regionale, al fine di dare rispose concrete al disagio che molti territori stanno rappresentando in queste settimane, indicando la necessità di una rivisitazione del Piano, dal momento che stiamo parlando di un provvedimento che avrà certamente un fortissimo impatto sulla vita di tutti i pugliesi. Noi siamo pronti a fare fino in fondo la nostra parte per difendere la buona sanità pubblica e il diritto alla salute di tutti i cittadini. Ci aspettiamo, dall'altro canto, che ci sia una adeguata disponibilità al dialogo e al confronto anche da parte del Governo regionale.
Se non saranno recepiti gli emendamenti che sostanzialmente cambierebbero in meglio il Piano, come preannunciato da tempo, analogamente all'esame di settembre scorso voteremo contro».

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