“Abbiamo riattivato il partito”
DIVERSO PARERE - La Festa dell’Unità giudicata dalla Sinistra giovanile
Nei giorni immediatamente successivi alla Festa dell’Unità, molti sono stati i commenti negativi che mi hanno costretto a riflettere su ciò che in quei quattro giorni è accaduto. Chi scrive fa parte di chi la festa a Molfetta l’ha voluta e ci ha creduto dal primo momento. Purtroppo, però, certe cose non basta volerle o crederle possibili, ci vuole qualcosa in più. A qualcuno sembra che la festa de “l’Unità” sia stata un errore dei DS di Molfetta. Io, però, non sono dello stesso parere. Intanto mi ricorderei all’opinione pubblica che adducere incoveniens non est solvere argumentum.
Per esprimere il mio pensiero, mi rifarò ad una attività dell’uomo che molti considerano un vizio, altri un’arte e che comunque da sempre in forme assai diverse ha accompagnato, cullato e badato a quella parte di noi che Giovanni Sartori definisce homo ludens. Sto parlando del gioco, perché poi alla fine - ex post, mai ex nunc - la politica “sembra” tutto un gioco. Prendiamo ad esempio lo scopone scientifico. Servono tre cose: devi avere le carte buone, devi avere un partner buono e devi saper giocare. Chissà nella vita politica dei DS molfettesi negli ultimi anni chi dava le carte e chi era di mano (paradossalmente condizione molto scomoda in questo gioco ), ma fatto sta che per un motivo o per un altro a giocare sono sempre di meno e le carte…
A questo punto puoi fare due cose: lasciare il tavolino a giocatori ben più esperti che le partitine come la festa de “l’Unità” non le calcolano nemmeno, o giocare… anche se hai delle brutte carte, anche se sai che non è facile. Questo è stato lo spirito dei compagni che a Molfetta, nel congresso, durante la festa si sono prodigati senza chiedere nulla in cambio.
Il partito a Molfetta si è riattivato. E’ questo il dato, è questa la notizia. Sono stati commessi alcuni errori, ma diversi di questi non sono dipesi da noi, cosa che un osservatore attento non può fare a meno di rilevare. Se i giorni e il luogo hanno ridotto l’affluenza o le associazioni non hanno risposto agli inviti, se i giovani frequentatori del lungomare si bloccavano alle transenne per superarle solo al concerto dei “Bambini di Vasco”, obiettivamente non può gravare più di tanto sulle coscienze dei diessini.
Tanta riflessione è stata fatta sui dibattiti, sulla quasi assenza del problema giornale (quasi perché comunque se ne è parlato), sulle scelte musicali. Altrettanta andrebbe fatta, però, sul perché alla gente in realtà della politica non interessa nulla. E dico alla gente, non al popolo della sinistra, se c’è né ancora uno. Se c’è ancora un popolo di sinistra, che dopo il caldo d’agosto e le letture sotto gli ombrelloni tra una bibita sotto il sole ed una scampagnata è disposto a fare almeno una “camminata” sul lungomare, quanto meno per poter dire: “… è sempre peggio”, per poter criticare, per poter giudicare.
Tuttavia c’è ancora un dato da evidenziare. Oltre al partito 31, 1, 2 e 3 c’era la Sinistra Giovanile, c’era Studenti.net, c’era la novità. Non che SG abbia goduto del successo che non ha avuto il resto della festa, ma decisamente ha proposto dei contenuti, ha lanciato dei segnali, e non li ha lanciati solo ai giovani. Parlare di globalizzazione e cercare la sensibilità a questi temi nell’universo giovanile significa fare un salto di qualità, significa uscire fuori dalle elucubrazioni di partito e chiamare le associazioni, i singoli, le energie presenti nella città a pensare, ragionare, produrre su un tema così globale e così vicino, così grande e così “di sinistra”.
Le copie del fascicolo redatto, raccogliendo svariati documenti inerenti per lo più le ridicole scelte sulle nostre teste circa cibi, alimentazione e commercio globale, sono state terminate, ma quante delle persone passate dal nostro stand si sono fermate a leggere cosa ci fosse scritto sui cartelloni? A quanti interessa cosa succede qualche centimetro oltre il proprio naso? Sconforto per questo? No. Voglia di continuare, voglia di ragionare. Di scuola, di lavoro, di spazi giovanili e di “connessione” al mondo globale. E questo con l’appoggio di un partito che crede nelle energie dei giovani e gradatamente, ma con convinzione sta cambiando e sperimentando, come molti non sentono il bisogno di fare.
C’è tanto da lavorare, è vero, ma ci sono anche le energie, la voglia e le carte per farlo. Io credo che, imparando bene dagli errori del presente e del passato, non sia uno scenario inverosimile quello della vittoria con la scopa finale.
Corrado Minervini
Segretario della Sinistra Giovanile
Sezione di Molfetta