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"Violenza contro le donne… una strategia di guerra”, all’Aneb di Molfetta
Pisani, Laudadio, Angione
06 dicembre 2024
MOLFETTA
- In occasione della Giornata Mondiale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne l'ANEB (Associazione nazionale educatori benemeriti) di Molfetta ha organizzato nella propria sede sociale una conferenza sul tema: "Violenza contro le donne" una "strategia" di guerra". Relatrice è stata Marta Pisani, presidente della Commissione per le Pari Opportunità del Comune di Molfetta, che ha voluto toccare un aspetto di cui si parla poco ma che ha caratterizzato le nefandezze delle guerre a ogni latitudine. Le violenze contro le donne nei conflitti armati non sono da attribuirsi a fenomeni sporadici ascritti a singoli individui, ma sono state perpetuate e utilizzate come vera e propria arma per terrorizzare e destabilizzare le comunità nemiche. Il corpo delle donne è stato usato come strumento per umiliare il nemico non preservandone la purezza. Marta Pisani ha tracciato una panoramica storica sulla violenza sulle donne in tempo di guerra, sulle sue motivazioni e sulle conseguenze devastanti per le vittime e l'intera comunità che questa calamità ha prodotto, mettendo in luce un tema che ancor oggi fa fatica a emergere. Il primo stupro di massa nella storia fu registrato durante la Grande Guerra del 1914 in Belgio e nel nord della Francia ad opera dei Tedeschi per purgare il nemico. Le denunce da parte di dottoresse e infermiere, consapevoli delle conseguenze di questo stupro, furono volutamente ignorate. Neppure l'Italia, la Carnia e il Veneto furono risparmiati dagli stupri e tanti furono i bambini nati dalle violenze, abbandonati dalle madri e accolti generosamente dall'Istituto San Filippo Neri di Portogruaro. Furono le Associazioni Femminili ad avviare un iter presso la Conferenza di Pace di Washington perché i colpevoli delle violenze fossero condannati e puniti. I tempi, però, non erano ancora maturi per definire lo stupro di guerra come "Crimine contro l’umanità: Il silenzio caduto sulle violenze sessuali fece sì che esse si moltiplicassero e si generalizzassero in tutta Europa durante il Secondo Conflitto Mondiale. In Italia furono la Sicilia, il Lazio e la Toscana a pagare il prezzo più alto per le violenze perpetuate dalle truppe vincitrici. Vanno sotto il nome di "marocchinate" quelle dei soldati delle colonie francesi al seguito degli Alleati che si distinsero per violenze oltremodo brutali. A testimonianza di ciò è stata proiettata la scena madre del film "La ciociara" del regista Vittorio De Sica, ove una superba Sofia Loren e la figlia (nella finzione scenica) subiscono violenza da un gruppo di soldati marocchini. Eppure - ha aggiunto Marta Pisani - nonostante queste brutture fossero state acclarate, al Processo di Norimberga non se ne fece parola coprendo le violenze dei vincitori sui vinti sotto una spessa coltre di silenzio. Finalmente nel 1992 l'ONU definì lo "stupro" come, "crimine contro l’umanità", cancellando la convinzione che la violenza sulle donne fisse una conseguenza, seppur incresciosa, della guerra stessa. Al termine sono intervenuti il Presidente ANEB Michele Laudadio, Sergio Ragno, presidente dell'Associazione Eredi della Storia sezione di Molfetta, i soci ANEB Pasquale Gallo e Maria Teresa Gallo che hanno portato testimonianze di violenze subite da persone di Molfetta. La conferenza è stata arricchita da immagini, foto, frame di film, messe sapientemente in video da Damiana Angione.
Maddalena Azzollini
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