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Università più aperta al sistema produttivo Interessante convegno promosso dalla Cattolica Popolare
15 novembre 2000

di Michele de Sanctis jr «L’Università deve rispondere alle esigenze specifiche del territorio e aprirsi al sistema produttivo», questo lo spunto programmatico e l’impegno che il prof. Giovanni Girone, neo rettore dell’Università degli studi di Bari per gli anni 2000/2003, ha espresso in occasione del convegno sul tema: “Rapporto università territorio” organizzata dalla Cattolica Popolare. L’incontro si è tenuto nella Sala consigliare del Palazzo di Città ed è stato aperto dal saluto del commissario prefettizio del Comune di Molfetta, dott.ssa Antonella Bellomo, alla sua prima uscita pubblica, al quale è seguita la presentazione del Rettore tenuta da prof. Giuseppe Visaggio, ordinario di informatica all’Università di Bari. Il prof. Visaggio ha introdotto il discorso sui nuovi modelli di sviluppo dell’università sul territorio, cardine del progetto che ha portato all’elezione del prof. Girone a Rettore. «Sono positive ed essenziali le relazioni bilaterali per la crescita dell’università e del territorio», ha detto il neorettore presentando la sua tesi che guarda all’università come privilegiato «organismo di introduzione alla ricerca e primo propulsore economico-sociale». Il prof. Girone, già ordinario di statistica e preside della facoltà di Economia all’Università di Bari nel ribadire l’esigenza di tale rapporto si è rifatto all’esperienza californiana e a quella maturata dall’Università di Catania. Entrambe infatti, hanno puntato al radicamento nel sistema produttivo del territorio, inteso come «sistema di organismi, enti ed istituzioni». I flussi di capitale umano, formato dall’università attraverso la ricerca scientifica di base ma anche e soprattutto attraverso quella applicata, trasferiti sul territorio «diventano fattore produttivo e attraverso essi si determina un alto moltiplicatore dello sviluppo sociale». Il Rettore ha aggiunto che, poiché questo trasferimento non avviene in maniera spontanea, soprattutto nel Mezzogiorno, è necessario promuoverlo e per far questo l’università può incentivarlo, ad esempio attraverso tirocini formativi, attualmente attivi per chi sceglie la strada dei diplomi di laurea (le cosiddette lauree brevi, cancellate con la nuova riforma). E sarà proprio la nuova riforma che concede maggiore autonomia agli atenei a dare la possibilità di allargare l’offerta in tale direzione. In questa fase di «cambiamento epocale – ha sostenuto il prof. Girone – dobbiamo fare qualcosa del genere per tutti: dare competenze è problematico ma doveroso». Ed è davvero difficile organizzare questo collegamento per tutti: gli iscritti all’ateneo barese sono circa 70.000, anche se spazio e possibilità per tali iniziative viene concesso anche dalla nuova riforma che prevede l’obbligatorietà dell’orientamento all’ingresso e al termine dell’università. «I contenuti quantitativi e qualitativi devono essere vicini al sistema produttivo», una necessità, perché i giovani devono confrontarsi con la selettiva domanda del mercato del lavoro e, senza la giusta attenzione dell’università, si creano degli squilibri che potranno penalizzarli. Il Rettore in conclusione ha aggiunto che all’università si sta lavorando alla creazione di un corso di perfezionamento sull’e-commerce, nuova frontiera del commercio, per migliorare la competitività e l’offerta formativa dell’ateneo barese. Al termine dell’intervento è stato dato spazio al dibattito al quale hanno preso parte anche le numerose autorità presenti, l’on. Amoroso, il sen. Antonio Azzollini, il quale ha sollecitato la necessità di maggiori fondi statali alla ricerca universitaria, il Presidente della Corte d’Appello di Bari dott. Giacinto de Marco, il prof. Enzo De Cosmo, amico e collega del Rettore, il quale ha proposto di utilizzare la struttura dell’istituto Apicella per un distaccamento della facoltà di medicina e chirurgia dell’ateneo barese. Nel dibattito inoltre è stata sottolineata l’importanza di una rete di collegamenti tra le Università pugliesi e il mondo istituzionale e l’importante ruolo che lo studio dei beni culturali ha nella valorizzazione del territorio e dunque il maggiore spazio da dedicare a questo settore. L’incontro si è concluso con l’intervento del dott. Nicola Azzollini, presidente della Cattolica Popolare e promotore della conferenza, il quale ha avuto il merito di aver organizzato un incontro che avrebbe dovuto dare ai giovani universitari, o futuri tali, della nostra città la possibilità di essere introdotti e dialogare sui temi del mondo universitario, che lascia disorientati soprattutto i nuovi iscritti. Purtroppo, invece, i giovani erano quasi del tutto assenti, forse perché non erano stati coinvolti direttamente o forse perché non avevano intuito la possibilità offerta loro per capire i nuovi orientamenti della politica universitaria, le nuove aree di sviluppo, e soprattutto che sarebbe potuto essere loro utile per scegliere con maggiore consapevolezza il difficile passaggio tra la scuola media superiore e l’Università.
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