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Molfetta sempre più sporca, ma l’Asm sceglie di tornare ai cassonetti. La protesta e le proposte di Legambiente
17 dicembre 2024

 MOLFETTA – Considerato che il sistema complessivo della raccolta dei rifiuti a Molfetta è deficitario e che la città continua ad essere sporca - malgrado tutti i tentativi dell’Asm, che dovrebbe mettere più impegno ed organizzazione nel proprio lavoro al servizio dei cittadini che pagano tasse onerose a fronte di un servizio che non corrisponde alle attese - ora si decide di tornare ai cassonetti.

Per far accettare questa assurda scelta, che potrebbe risuonare come il fallimento di una gestione, si parla di “cassonetti intelligenti”. Ma si tratta di un ritorno indietro, rispetto alla raccolta porta a porta, sistema che nelle altre città funziona, ma a Molfetta non riesce ancora a trovare l’auspicata efficienza.

Così si decide di tornare indietro aumentando la sporcizia e danneggiando l’immagine già compromessa della città, oltre a togliere spazio alle scarse aree di parcheggio che non piacciono all’amministrazione Minervini, la quale, anziché incrementare i posti auto con silos e quant’altro, sottrae spazi anche con la realizzazione di piste ciclabili che restano deserte. L’obiettivo è quello di incrementare le multe per divieto di sosta che, grazie all’intolleranza della polizia municipale, diventano una fonte di entrata certa per il Comune, penalizzando ancora di più i cittadini che non riescono a trovare aree di sosta anche temporanee.

Quando si dice il fallimento della politica della mobilità!
Ma torniamo ai cassonetti… intelligenti: siamo alla resa di fronte ad una popolazione che certo non eccelle per civismo, ma che non viene neanche educata in tal senso, perché non è con le sanzioni (pur necessarie) che si risolvono i problemi, ma con il coinvolgimento della popolazione. Ma questa è una parola che non piace ai nostri amministratori autocrati e intolleranti alle critiche, e forse più propensi all’autocelebrazione attraverso la stampa amica. I cassonetti, anche se intelligenti, comunque, non sono una soluzione, ma un problema, non solo per la riduzione dei parcheggi, ma anche per i disagi che creeranno agli anziani a spostarsi per conferire i rifiuti. E' anche una scelta antieconomica: quanto costeranno questi cassonetti alla comunità per una scelta sbagliata? Ma il sindaco potrà ovviare il prossimo anno con un altro aumento alla tassa rifiuti.

A conferma delle nostre perplessità arriva un comunicato del Circolo di Molfetta di Legambiente, intitolato significativamente: Porta a porta, indietro tutta!

Ecco la loro opinione su questo scottante argomento: «Apprendiamo della volontà della presidente di ASM di modificare la modalità di raccolta dei rifiuti a Molfetta utilizzando mini isole ecologiche di cassonetti intelligenti per il conferimento dei rifiuti.

Da circa 25 anni il Circolo Legambiente Molfetta ha sempre sostenuto, con tutte le amministrazioni succedutesi, che il più efficace sistema di raccolta dei rifiuti è quello ‘porta a porta’. A Molfetta e in tutte le città che hanno scelto tale modello, infatti, l’introduzione di tale modalità di raccolta ha permesso di raggiungere importanti obiettivi di raccolta differenziata, primo passo per il riciclaggio e il recupero dei rifiuti.

La scelta di ripristinare la modalità di raccolta stradale con cassonetti è un grave errore che peggiorerà molto la qualità del servizio di raccolta e il decoro della città.

Come ricordano tutti i cittadini, infatti, i cassonetti - anche se ‘intelligenti’ -, sottraggono spazio urbano prezioso (ad esempio per i parcheggi delle automobili), sono brutti da vedere, sono forti attrattori di rifiuti, sporcizia e animali (ad esempio ratti) e deresponsabilizzano gli utenti.

Inoltre non consentono di conseguire elevate percentuali di raccolta differenziata né una raccolta di qualità caratterizzata da basso contenuto di frazioni estranee e indesiderate.

Piuttosto che ritornare a vecchi modelli di raccolta obsoleti e del tutto inefficaci, suggeriamo di consolidare il modello porta a porta introducendo ulteriori ottimizzazioni come già fatto con il vetro e avviando controlli efficaci per migliorare la qualità dei rifiuti raccolti.

Un’indagine di customer satisfaction potrà sicuramente essere un buon punto di partenza per migliorare i servizi attuali a partire dalle esigenze della cittadinanza.

In questi anni, purtroppo, poco o niente si è fatto per risolvere il vero problema delle nostre città che non è certo la raccolta porta a porta (che ha permesso a Molfetta di superare costantemente, in questi otto anni, il 65% di raccolta differenziata, riducendo drasticamente la produzione di secco indifferenziato che va in discarica e impedendo l’aumento incontrollato della TARI), bensì la mancanza di impianti pubblici che trattino i rifiuti.

Gli sforzi si sarebbero dovuti concentrare sul revamping dell’impianto di compostaggio comunale che giace abbandonato da più di vent’anni nell’agro molfettese per il cui riavvio, oggi, servirebbero investimenti pubblici e un piano di gestione serio, invece del silenzio delle classi dirigenti, nonché l’ammodernamento dell’impianto di selezione che rischia di non essere più competitivo e adeguato alle moderne esigenze di selezione sempre più spinta e performante specialmente della plastica.

Solo attraverso la chiusura del ciclo dei rifiuti con impianti pubblici potremo fronteggiare i costi della gestione dei rifiuti che gravano su tutte le nostre comunità, non certo tornando indietro rispetto al porta a porta, in controtendenza rispetto a tutti gli altri comuni dell’ARO (Corato, Ruvo, Terlizzi, Bitonto), di cui anche Molfetta fa parte, i quali hanno scelto di investire sul servizio porta a porta con politiche di socializzazione, prevenzione, monitoraggio e sanzionamento.

Invece di estemporanee soluzioni di emergenza, forse è il momento di aprire un tavolo di confronto sulle problematiche del servizio porta a porta necessario, dopo otto anni in cui è mancato un confronto ampio e qualificato sul tema dei rifiuti in città, a raccogliere idee e proposte che possano servire a migliorare il rapporto tra la comunità e l’ASM e, più in generale, tra la raccolta differenziata condominiale e il servizio di gestione dei rifiuti».

Più chiaro di così! C’è di che riflettere. All’Asm occorre cambiare registro se si vogliono risolvere i problemi, andando avanti e non indietro con il passo del gambero al quale ci hanno abituati gli amministratori e come conferma la scelta dei cassonetti.

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