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Trovata la pistola del delitto Lopez al Bahia di Molfetta: era in casa di un amico dell'omicida I magistrati: le discoteche come teatro per prove di forza di giovani bande criminali
24 settembre 2024

MOLFETTA – Trovata la pistola dell’omicidio di Antonella Lopez, la ragazza di 19 anni colpita perché si trovava nella traiettoria del proiettile al lido Bahia di Molfetta. Dopo le prime dichiarazioni dell’omicida, reo confesso Michele Lavopa di 21 anni, di averla buttata in mare nella prima versione, di averla nascosta nelle campagne di Bitonto nella seconda, ora l’arma del delitto è stata trovata in casa di un amico, un ragazzo di 17 anni, forse su indicazione (questa volta precisa) dello stesso Lavopa.

Sulla pistola calibro 7.65, si procederà ad accertamenti tecnici per individuare elementi utili alle indagini e per risalire alla provenienza. Saranno esaminati anche i 6 bossoli trovati alla discoteca Bahia insieme ad un proiettile inesploso e danneggiato, attribuito ad una probabile inesperienza dell’omicida.

Le indagini hanno accertato che all’origine della sparatoria ci sarebbe una vecchia ruggine fra il Lavopa e Eugenio Palermiti, vero bersaglio dei colpi. La povera Antonella si sarebbe trovata sulla traiettoria dei proiettili diventando vittima innocente di una vendetta postuma, come hanno spiegato nella conferenza stampa i magistrati inquirenti, il procuratore aggiunto Francesco Giannella e il sostituto della Dda che coordina le indagini dei carabinieri Federico Perrone Capano

“È stata una reazione improvvisa e incontrollata, quella dell’omicida", hanno spiegato gli inquirenti, sottolineando che Antonella Lopez si è trovata "nel posto sbagliato al momento sbagliato".

Quando era un adolescente Lavopa, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato vittima di un litigio fra ragazzi per motivi sentimentali. Sul pestaggio del Lavopa, avvenuto nei pressi del Fortino a Bari vecchia, sarebbe stato anche girato un video, fatto circolare anche sui social e nelle chat. Nasce di qui il rancore nei confronti del Palermiti.

Sabato sera il Palermiti, nipote del boss di Japigia, era al Bahia, quando sarebbe arrivato l’omicida con una decina di amici e sarebbero volate offese e provocazioni proprio legate al pestaggio. Di qui, sempre secondo Lavopa, la sua reazione sparando per colpire Palermiti che, era in procinto di estrarre anche lui un’arma.

Al di là della ricostruzione precisa dei fatti, le indagini dovranno chiarire in merito al ruolo di ciascuno dei protagonisti e le relative responsabilità, c’è da dire che "dopo questa tragedia ci sono molte riflessioni da fare, a partire dalla facilità con cui le armi vengono introdotte in questi locali. È fondamentale creare condizioni di maggiore sicurezza, ma per questo è necessaria la collaborazione dei gestori" ha dichiarato Giannella.
"Bisogna anche chiedersi - ha proseguito - perché i giovani scelgano questi territori per affermare la propria caratura criminale".
"Monitoriamo episodi di questo tipo da almeno due anni - ha aggiunto il pm Perrone Capano - e ciò che preoccupa è che i giovani eredi delle famiglie criminali considerano le discoteche come luoghi per dimostrare la loro forza".

Intanto è stata fissata, per mercoledì mattina 25 settembre, l'autopsia sul corpo della vittima: sarà eseguita dalla dott.ssa Sara Sablone dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

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