Troppo chiasso in città, nasce il gruppo Ridateci il silenzio
Insensibilità dell’amministrazione comunale al problema della tutela della quiete dei cittadini del borgo antico molfettese. Questa è l’accusa mossa da cittadini aderenti al gruppo locale di Ridateci il Silenzio. Un’accusa grave ma motivata, secondo la dott.ssa Valeria Tangari del direttivo locale del gruppo, alla quale Quindici ha rivolto alcune domande. Perché anche a Molfetta nasce il gruppo “Ridateci il silenzio”? «L’input viene dato dall’ordinanza sindacale di regolamentazione delle omissioni sonore del 30 maggio scorso. Tale ordinanza, oltre ad essere non compatibile con la legge regionale n. 3 del febbraio 2012, contiene, sin dall’incipit, un controsenso. Infatti parrebbe emanata a tutela dei cittadini ex art. 32 Cost. (Diritto alla salute) ma poi consente di derogare, limitatamente al periodo dal 12 giugno 2014 al 31 luglio 2014, all’orario di cessazione delle emissioni sonore temporanee legate a intrattenimento musicale (sia con l’uso di strumenti elettroacustici che dal vivo) da parte dei pubblici esercizi di somministrazione alimenti e bevande, sia al chiuso che all’aperto (quindi dehors compresi) che insistono nella cinta urbana così come di seguito: il venerdì, il sabato e i prefestivi: alle ore 01,00. Tutti gli altri giorni (ovvero, dalla domenica al giovedì): alle ore 00,30. Limitatamente al periodo dal 1° agosto 2014 al 09 settembre 2014: il venerdì, il sabato e i prefestivi: alle ore 01,30. Tutti gli altri giorni (ovvero, dalla domenica al giovedì): alle ore 00,30. In pratica, viene autorizzata “la movida” notturna, in nome dello sviluppo delle attività produttive e del…turismo, come se lo schiamazzo e la musica ad alto volume portassero contributi ai suddetti “sviluppi”! Noi crediamo che tale ordinanza sia stata firmata per tutelare un gruppo molto ristretto di imprenditori locali, notoriamente legati politicamente e stretti da vincoli di amicizia ad esponenti dell’Amministrazione comunale, per cui siamo stati definiti, dal parte dell’ “intellighenzia di sinistra” (si fa per dire….) vecchietti rimbecilliti, per usare un eufemismo, che meritano di andare a riposare al cimitero. Noi crediamo che il problema sia più ampio e che investa la tutela della salute, oggetto di garanzia costituzionale. Ogni individuo ha diritto alla quiete, al riposo ed ad attendere alle proprie occupazioni. In altre parole, non si chiede soltanto la garanzia del riposo notturno e pomeridiano, ma anche che, ai sensi dell’art. 659 c.p. , non si venga disturbati da schiamazzi e rumori molesti che attentino alla quiete e alle proprie occupazioni, soprattutto se queste necessitino di grande concentrazione (dunque, la norma è valida anche per le ore diurne….)». Esiste una giurisprudenza a riguardo? Una recente sentenza della Cassazione sulla cosiddetta “movida” e sulle aggregazioni giovanili notturne, riprendendo la giurisprudenza costante, ha sancito LA PREVALENZA del diritto alla salute (alla quiete, al riposo ed alle occupazioni) sul diritto dei giovani di aggregarsi nelle ore notturne. Nella fattispecie, la Cassazione ha condannato il gestore di un bar della Capitale al risarcimento dei danni a favore di coloro che l’hanno citato in giudizio, in quanto il medesimo è stato considerato responsabile degli schiamazzi dei propri avventori anche se questi si trattenevano fuori al suo locale. Il caso non può che riportare ai numerosi esercizi di Molfetta che usano occupare parte del suolo pubblico, mettendo così anche in pericolo la sicurezza dei cittadini e della circolazione. A tutt’oggi insiste ancora, su corso Dante, l’installazione di luminarie della festa patronale. Su tutti i cittadini , è bene ricordarlo, grava l’art. 659 del codice penale per il quale chiunque è punibile con l’arresto e la reclusione fino a tre mesi se causa rumori che superano il normale limite di tollerabilità. Il problema, quindi, appare più ampio. Il gruppo Ridateci il Silenzio, pare di capire, sta chiedendo all’Amministrazione assunzioni di responsabilità che vanno oltre la regolamentazione delle emissioni sonore. «Ci terrei a ribadire la apoliticità del gruppo. Siamo cittadini critici ma costruttivi. Ancora prima dell’ordinanza di maggio 2014, precisamente nel mese di marzo, è iniziata una fitta corrispondenza con gli uffici comunali. Il Sindaco aveva fatto delle promesse. Il problema, ripeto, investe il Centro Storico e soprattutto la Muraglia, abbandonata a bande di giovincelli che si trattengono nelle ore serali e notturne a lasciare i segni della loro….civiltà. Faccio notare che la Muraglia, oltre ad avere la caratteristica di “strada pensile” pubblica, è soprattutto un monumento di interesse storico- artistico e quindi è patrimonio da tutelare secondo le vigenti leggi. I residenti della Muraglia per la maggior parte anziani, sono esasperati. Al problema delle emissioni sonore degli esercizi che sorgono lungo corso Dante, si aggiunge l’incontrollato afflusso di orde di giovani che hanno adibito la Muraglia a territorio per consumare pizze, alcolici, appartarsi per incontri amorosi e varie. Al mattino la Muraglia appare come una discarica, raramente visitata dagli operatori ecologici. I residenti pagano, come tutti i cittadini molfettesi, tasse per la pulizia delle strade, per la vigilanza ed hanno diritto al riposo ed alla quiete, ma nulla di tutto ciò viene garantito e ricordo che la strada della Muraglia per m. 1,5 è proprietà privata mentre per i restanti m. 3,5 è proprietà pubblica». Pensa sia un problema risolvibile con maggiore sorveglianza? «Pensiamo sia un problema di educazione della cittadinanza e di consapevolezza che l’afflusso della clientela in un determinato locale non aumenta in proporzione all’aumento dei decibel. Una maggiore sorveglianza, anzi, qualche sporadico controllo ( perché di fatto non vi è sorveglianza), potrebbe funzionare da deterrente. Non si comprende perché si concentrino tutte le manifestazioni al Centro Storico. I palazzetti dello sport, per esempio, potrebbero ospitare le feste dei partiti. Le cosiddette notti bianche potrebbero occupare gli ampi spazi delle zone di nuova urbanizzazione, o il quartiere Madonna dei Martiri che rivendica il proprio diritto a non essere ricordato solo in occasione della festa patronale. In tal modo si permetterebbe ai cittadini dei paesi limitrofi, di conoscere tutta la città e non solo il suo Centro Storico, di indubbia bellezza. Si “rivitalizzino” anche le periferie, spesso abbandonate al degrado! Siamo cittadini di diverse ideologie politiche che non cercano lo scontro ma aperti al dialogo, che chiedono risposte concrete ed immediate per la risoluzione non di un disagio soggettivo ma di un problema collettivo, sul quale sinora l’Amministrazione ha parecchio glissato».