Torna l’allarme sicurezza a Molfetta, una città alla ribalta negativa nazionale. Il sindaco si chiede: “perché proprio qui?”. Sottovalutato il fenomeno criminale
Il sindaco Tommaso Minervini
MOLFETTA – La città si è svegliata sgomenta con la notizia della sparatoria al lido Bahia Beach di Molfetta, che ha provocato la morte di una ragazza di 19 anni e il ferimento di altri due giovani di cui uno in modo grave. Ancora una volta Molfetta è nella cronaca negativa nazionale su giornali, tv, social e quant'altro, come già accaduto a Capodanno.
L’allarme sicurezza spesso sottovalutato, torna prepotentemente a Molfetta e anche il sindaco Tommaso Minervini si rattrista, si preoccupa e si interroga: “abbiamo necessità di sapere perché proprio qui”.
Ecco perché, come molte volte abbiamo sostenuto, occorre analizzare subito la situazione della criminalità del territorio per capire a quale livello sia arrivato il fenomeno e se ci possono essere infiltrazioni mafiose e a che livello e con quali collegamenti con i clan baresi.
Il procuratore capo della Repubblica di Trani, Renato Nitti, qualche anno fa lanciò l’allarme: “Molfetta, è terra di mafia”, un allarme forse sottovalutato, in una città che pure ha visto l’uccisione del sindaco Carnicella per essersi opposto alla criminalità.
Oggi siamo a questi fenomeni e ci chiediamo il perché. E’ compito delle forze politiche attivarsi e interrogarsi per analizzare la situazione e trovare i possibili rimedi. Più volte i partiti dell’opposizione di centrodestra e centrosinistra all’amministrazione delle liste civiche, hanno chiesto di convocare la riunione del Comitato per il monitoraggio dei fenomeni delinquenziali. Ora non ci sono più alibi e forse la commissione potrebbe rispondere alla domanda del sindaco “perché proprio qui?”.
Il sindaco in una nota diffusa questa mattina aggiunge: “Non si può morire a 20 anni e non si può morire così al di là delle motivazioni che sono a monte della vicenda. Tutte ingiustificabili. Tutte deprecabili. Siamo vicini al dolore che ha colpito gli affetti della giovane. Confido nella prontezza e nella capacità investigativa degli inquirenti per la ricostruzione della dinamica degli avvenimenti e l’individuazione dei responsabili”.
Anche l’assessore alla sicurezza Caterina Roselli, dopo aver espresso il cordoglio alla famiglia della ragazza morta, aggiunge: “Di fronte a eventi così devastanti, le parole sembrano insufficienti per descrivere il dolore e lo sgomento che questa comunità sta affrontando”.
La città aspetta risposte concrete, ogni indugio potrebbe aggravare la situazione e risulterebbe politicamente colpevole.
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