Tommaso Minervini, candidato sindaco delle liste civiche di destracentro a Molfetta consegna il ciambotto a Michele Emiliano
MOLFETTA – Nella confusione totale che regna nella campagna elettorale per le amministrative a Molfetta, il primato va sicuramente al “ciambotto” come “Quindici” ha definito la coalizione destracentro di Tommaso Minervini.
Il trasformista candidato sindaco conferma sempre più la sua capacità camaleontica nel disorientare i cittadini nella sua corsa verso il potere con la sua armata brancaleone che raccoglie tutti, dai fascisti ai socialisti, dai forzaitalioti ai piddini uniti solo nel loro desiderio di raggiungere la stanza dei bottoni, sempre e comunque.
Ad aggiungere confusione ci si mette anche Michele Emiliano nella sua corsa alla segretaria nazionale del Pd non lascia nulla: destra, sinistra, centro, trasversali, voltagabbana, e chi più ne ha, più ne metta. Che importa se aveva dichiarato: mai con la destra (dimenticando di aggiungere: ma non a Molfetta). Ma se la destra gli porta i voti necessari a battere Renzi, tutto va bene.
Ecco perché il presidente della Regione non può che essere in sintonia con il ciambotto. Ed è lo stesso candidato sindaco dei voltagabbana di destracentro, Tommaso Minervini, che va a consegnarsi con tutto il ciambotto, a conferma che per il potere tutto si può rinnegare e tutto si vuol far dimenticare, anche chi ha deciso la caduta dell’amministrazione di centrosinistra e la chiusura dell’ospedale di Molfetta.
Così Minervini «ha incontrato Michele Emiliano per presentare la coalizione Area Civica/Partito Democratico che si propone, con unificante responsabilità, (il festival dell’ipocrisia!, ndr) alla guida del rilancio della Città di Molfetta».
E per salvare la faccia e ingannare i cittadini il ciambotto afferma che «nel corso dell’incontro è emersa la questione dell'organizzazione dell'offerta sanitaria alla comunità molfettese sia in termini di medicina territoriale e preventiva sia in relazione all'ospedale molfettese (una bella faccia tosta!, del resto cosa aspettarsi da chi ha cambiato casacca tante volte, ndr)».
In conclusione Emiliano ha promesso a Minervini di venire a Molfetta prima delle elezioni amministrative per legittimare i resti del Pd passato a destra e il resto del ciambotto di destra passato a sinistra, o almeno di quello che alcuni vogliono far credere sia la sinistra, mascherando un populismo d’accatto costruito ad arte per ingannare i cittadini e catturare le ambite poltrone cittadine.
L’occasione dell’incontro Minervini-Emiliano ha offerto al sen. Antonio Azzolini (candidato sindaco ombra, non ce ne voglia la buona Isa de Bari) l’occasione per affermare che Tommaso ha gettato la maschera consegnando la città all’uomo che «ha deliberato la chiusura del nostro ospedale, la delibera regionale, infatti, decreta la chiusura dell'Ospedale di Molfetta, riducendolo a nosocomio di base. Questo è l'unico atto che esiste ed è ciò che conta».
Ad Emiliano si è consegnato un altro personaggio politico della destra il sen. Francesco Amoruso, che ha benedetto l’inserimento anche di Giacomo Rossiello nel ciambotto di Minervini. Che si deve fare per una seggiola o uno strapuntino! Le sa queste cose Michele Emiliano o finge di ignorarle per catturare voti?
Il passato che ritorna. Del resto non è stato lo stesso Tommaso Minervini a fare il sindaco del centrodestra nel 2001 non esitando a salire sul palco di AN, sorridente e plaudente, con Gianfranco Fini e Francesco Amoruso (come mostra la foto) e altri personaggi postfascisti? Lo stesso sen. Beniamino Finocchiaro, già sindaco socialista di Molfetta, all'epoca condannò questa operazione e sconfessò apertamente il suo ex pupillo.
Quando si dice la coerenza politica!
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