“Spegnere l'illuminazione pubblica non è la soluzione”, Rifondazione interviene sul problema, sollevato da “Quindici” dello spingimento delle luci a prezzo della insicurezza a Molfetta
MOLFETTA – Il problema di Molfetta al buio per risparmiare energia nelle ore serali, a prezzo della insicurezza dei cittadini, sollevato da “Quindici”, viene ora affrontato da Giovanni Infante, consigliere di Rifondazione: «Da poco più di un mese assistiamo in città a spegnimenti dell'illuminazione pubblica in diverse parti della città, si tratta in alcuni casi di depotenziamento dell'illuminazione in altri di uno spegnimento totale, spesso nelle ore a cavallo dell'alba. A precise richieste di chiarimenti avanzate all'assessore competente e all'amministrazione, ci è stato comunicato che si tratta di misure di risparmio energetico per fronteggiare i crescenti costi. Comprendiamo le difficoltà che il Comune di Molfetta sta attraversando e che riguardano i Comuni di tutta Italia, ma non ne condividiamo il metodo.
Il 2 agosto scorso, in occasione del discorso di insediamento durante il primo consiglio comunale, il sindaco Tommaso Minervini presentò le novità elencate nel suo programma elettorale in tema di "risparmio e comunità energetiche da fonti rinnovabili" e la prospettiva di collocare impianti fotovoltaici sul mercato ortofrutticolo, in alcune aree della zona industriale, su alcuni istituti pubblici e strutture sportive.
A tal proposito anticipò l'imminente costituzione di un comitato tecnico ed indicò che già dal mese precedente, quindi da luglio 2022, aveva dato disposizione affinché la pubblica illuminazione fosse spenta un'ora prima dell'orario previsto. Si tratta dell’ultima comunicazione pubblica sull’argomento.
Con l'arrivo dell'ora legale e dell’inverno che coincidono necessariamente con consumi energetici suppletivi, è fondamentale che venga predisposto un piano comunale che valuti effettivamente la portata delle misure da prendere. Sarebbe quindi auspicabile un comunicato periodico da parte del Comune per informare i cittadini sulle disposizioni intraprese, sulla programmazione degli orari delle limitazioni e delle sospensioni totali della pubblica illuminazione e dei quartieri di volta in volta interessati. Questo per evitare che a pagarne le conseguenze siano lavoratori, lavoratrici e studenti universitari che popolano le strade cittadine già dalle primissime ore del mattino e che si ritroverebbero a percorrerle in pieno buio in condizioni di sicurezza precaria, con decisioni al solito calate dall’alto e improvvisate.
Chiediamo inoltre che venga avviato un intervento di vigilanza di quei quartieri che, a rotazione, saranno interessati dal progressivo spegnimento delle luci dato che non tutte le zone della città sono dotate di telecamere di videosorveglianza. Infine, ci piacerebbe sapere se l'amministrazione comunale oltre a mettere in campo misure per ridurre nell'immediato i consumi energetici, ha in programma investimenti a lungo termine, intanto sostituendo tutte le rimanenti lampade ad incandescenza con luci a led e poi investendo su lampioni alimentati con pannelli solari e con sensori di movimento.
In questo senso, riteniamo urgente che il Comune predisponga un Piano Energetico Comunale, che nel concreto favorisca la creazione di comunità energetiche rinnovabili e preveda l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici, fornendo il supporto tecnico e legale a quei condomini che vorranno realizzare le comunità energetiche.
La crisi energetica che stiamo affrontando sarà lunga e pesante e pensiamo sia fondamentale che l'amministrazione pubblica metta in campo una discussione che investa il consiglio comunale e la città».
In realtà Molfetta non ha un valido piano di risparmio energetico: l’amministrazione del fare prenda esempio da Bisceglie che ha sostituito tutti i lampioni pubblici con nuovi sistemi a pannelli solari, che hanno portato il costo a zero. Un’idea da imitare quando non se ne hanno di proprie.
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