Recupero Password
Sogno di pace in Ucraina, diario di una missione umanitaria: un incontro a Molfetta
Francesco Minervini e Rosa Siciliano
27 gennaio 2025

 MOLFETTA - La solidarietà concreta, fattiva e non filantropica come ammonisce Papa Francesco. E concreta lo è.

Il prof. Francesco Minervini dialoga con Rosa Siciliano, giornalista e direttrice di “Mosaico di Pace”, nel terzo incontro della rassegna “Sguardi di pace - Rassegna di educazione e azione non violenta” promossa dal Circolo Sinistra Italiana di Molfetta in collaborazione con l’Associazione Conterosso Social Club, durante il quale ha illustrato impressioni e ricordi del suo viaggio a Kiev, descritti nel suo libro "Sogno di pace a Kiev. Diario di una missione umanitaria nell'Ucraina in guerra, pubblicato da Stilo Editrice. 

Gabriele Vilardi, introducendo i relatori, ha ricordato che sulla guerra in Ucraina si sono spenti i riflettori dei media, complici, loro malgrado, guerre e focolai che sono sorti, ultima vittima dei quali è il Popolo Palestinese.

La dott.ssa Rosa Siciliano ammette una sorta di “rilassamento” del movimento “non violento”, di quello che ebbe il suo faro splendente nel compianto Vescovo Venerabile Antonio Bello, presidente della Pax Cristi, che alla fine dell’anno 1992 si recò a Sarajevo con un gruppo di coraggiosi cittadini per portare solidarietà e vicinanza e gridare con tutta la forza del dialogo, il no alla guerra.

Sono lontani quei tempi? E’ possibile ancora rivivere i tempi dell’attivismo della Casa per la Pace di Molfetta, degli obiettori di coscienza, di coloro che adottarono un’obiezione fiscale per evitare che parte della tassazione dei propri redditi fosse investita in spese militari?

Alla domanda di Rosa Siciliano, il prof. Minervini ammette che il popolo pacifista, riunito in vari organizzazioni no profit, è “silenzioso”. Intanto occorre specificare che non è più possibile adottare l’obiezione fiscale perché le spese militari, che nel decennio precedente, erano imputate ad un solo capitolo di bilancio dedicato alle spese militari, oggi sono spalmate su vari capitoli, rendendo impossibile l’adozione di una scelta di obiezione. Ammette altresì che un certo immobilismo, una causa del quale potrebbe essere stata la violenza sui pacifisti durante manifestazioni, come gli scontri a Genova. Non è possibile non condividere le affermazioni di papa Francesco a proposito di adottare una solidarietà concreta, di costruire un’architettura di azioni solidali, e non che sia una solidarietà filantropica, di facciata.

Ed è, esattamente ciò che ha fatto il prof. Minervini quando si è recato in Ucraina con altri attivisti, esperienza raccontata nel suo libro. I pochi giorni di permanenza concessi sono stati impiegati per incontri politici tra i rappresentanti del Popolo Ucraino e le associazioni pacifiste dei Paesi confinati come Finlandia e Romania e membri russi.  La guerra sta dilaniando intere famiglie composte da ucraini e russi, tutti sono stati colpiti, basti pensare che il servizio militare è obbligatorio dai sedici anni per ragazzi e ragazze, i quali sono mandati al fronte senza preparazione, per uccidere i propri coetanei. Molti di loro pur di disobbedire al precetto hanno trovato la morte. Sono cose che i l’informazione ufficiale non dice, come non informa sulla questione delle armi, la cui richiesta, è aumentata con una percentuale dal 3 al 5 per cento.

Il prof. Minervini ribadisce che la guerra non è lontana, è più vicina di quanto crediamo. Alcuni suoi alunni, all’indomani del conseguimento della laurea, sono stati immediatamente assunti da Leonardo, società che si occupa di aerospazio, sicurezza e difesa. E se ufficialmente l’Italia non fornisce armi ai contendenti, le stesse arrivano per altre vie.

Non si costruisce la pace con le armi. La pace si raggiunge con azioni concrete, come quelle del sindaco della piccola città della Romania, Paese povero che ha avuto la capacità di accogliere 60.000 bambini ucraini orfani o soli, che arrivavano in un Paese di cui non conoscevano la lingua, non avevano riferimenti. Il sindaco ha fatto sì che la strada per arrivare alla città fosse tappezzata di giocattoli, pupazzi, trottole, palloni, pelouches, in modo che i piccoli avessero l’impressione di arrivare nel paese dei balocchi.

Azioni concrete come quella di Radu, cittadino rumeno che ogni mese, attingendo dalle poche risorse, si reca in Ucraina per portare beni e riportare in Romania i bambini rimasti soli.

Radu, perché lo fai?

Perché sono cattolico.

L’essenza della solidarietà è tutta qui.

© Riproduzione riservata

Autore: Beatrice Trogu
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet