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“Più che sanzioni, servono convinzioni. Una comunità Il sindaco responsabile”
15 maggio 2020

Il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, ha vissuto in prima linea la pandemia del coronavirus. Una situazione difficile e complessa, come spiega lui stesso a “Quindici” in questa intervista. Sindaco Minervini, come ha vissuto questi due mesi di pandemia? «Le immagini degli oltre 30mila morti nel nostro Paese le abbiamo viste tutti. Sono stati due mesi durissimi sotto molti punti di vista. Abbiamo vissuto sentimenti di paura per il mai vissuto, di sconforto stante l’invisibilità del pericolo, abbiamo visto ridotte le nostre libertà personali, abbiamo provato un’esperienza paragonabile a quella di una guerra. Allo stesso tempo abbiamo avuto più tempo- pensiero per capire noi stessi, i valori della vita, delle relazioni, l’importanza di conoscere e curare il proprio corpo, di esercitare continuamente riflessioni sui comportamenti nostri ed altrui. Abbiamo avuto più tempo per stare con la famiglia. Ora stiamo iniziando a sprigionare una sana voglia di ricominciare a vivere. Come sindaco devo aiutare la comunità a decomprimere questi due mesi con gradualità. Personalmente ho vissuto questa pandemia invocando sempre, quasi ossessivamente, la responsabilità. Oggi ancor più. Non credo che con centinaia di multe e sanzioni si ottenga qualcosa, bisognava spiegare alle persone cosa stava succedendo realmente e come contrastare la diffusione del virus. Siamo riusciti a capire che per il bene comune, il bene dei nostri cari, la distanza voleva dire affetto, valeva un abbraccio. Le nuove piccole regole quotidiane ormai le sanno bene anche i bambini: lavarsi le mani, la distanza di sicurezza, la mascherina. Alla fine della pandemia non so se saremo migliori o peggiori, sicuramente saremo cambiati nella vita quotidiana, nei piccoli gesti. Grazie alla stragrande maggioranza dei cittadini responsabili che hanno evitato centinai di contagi e zero decessi da Covid, limitando al minimo il contagio in Città. Abbiamo così tutti insieme protetto la nostra Molfetta». Pensa che la città sia preparata ad affrontare la cosiddetta Fase 2 e quindi a convivere col virus? «Gradualmente stiamo già vivendo questa transizione e abbiamo imparato a convivere con il virus. Stanno riaprendo i negozi, i bar, i parrucchieri, si ricomincia a fare sport, dal footing al tennis, possiamo fare lunghe camminate sul mare, si possono visitare i parenti e gli affetti più cari. E siamo consapevoli che possiamo tornare a fare tutto questo sempre nel segno della responsabilità. Basta attuare poche regole che non costano nulla: mascherina e distanziamento! ». Quale pensa sia oggi la difficoltà maggiore da affrontare? «La difficoltà maggiore è sicuramente per molti legata al lavoro. C’è una emergenza economica enorme, se pensiamo che il Paese secondo le stime perderà nel 2020 il 9,5% del Prodotto interno lordo. C’è chi ha dovuto chiudere la propria attività, chi è ancora in cassa integrazione. Poi ci sono le tematiche sociali, le difficoltà oggettive delle famiglie. Pensiamo alla chiusura degli asili e delle scuole e al problema di dove tenere i figli ora che si torna al lavoro. Penso che soltanto con sacrifici, impegno e con la solidarietà possiamo affrontare le difficoltà e cementificare un senso di collettività e di appartenenza alla nostra comunità. Ma a Molfetta abbiamo anche avuto la fortuna di aver conosciuto e vissuto appieno gli insegnamenti dei grandi Maestri laici e religiosi come don Tonino Bello. Inoltre la stessa classe degli insegnanti ha retto bene la fase del distanziamento mantenendo contatti coi nostri ragazzi. Abbiamo i mezzi culturali e valori civili e morali per continuare a far leva sulla auto responsabilità della stragrande maggioranza dei cittadini. La piccola minoranza degli incivili da una parte e il grumo degli sciacalli dall’altra sono ormai conosciuti e riconoscibili in Città. Molfetta ha l’immunità di Comunità da incivili e sciacalli e corvi che avrebbero voluto il peggio per poter dare sfogo alle personali vendette. Sì Molfetta riprende con libertà e responsabilità». Quali sono le richieste più pressanti che riceve dai cittadini? «Nelle prime settimane della quarantena una parte della popolazione ha vissuto una emergenza alimentare, che abbiamo affrontato nel migliore dei modi. Abbiamo organizzato un sistema informatico di richiesta dei buoni spesa del Governo snello e semplice. Le associazioni di volontariato si sono occupate della consegna dei bonus alimentari a domicilio, nessuno è dovuto uscire di casa. Poi accanto ai buoni spesa, con la Protezione civile, la Socialità, il mondo del terzo settore, alla innovazione tecnologica nostra e della grandi aziende del settore che hanno aiutato generosamente la propria città e soprattutto grazie alle numerose donazioni dei nostri imprenditori abbiamo consegnato altre centinaia di buste con generi alimentari di prima necessità. Ecco, questo è stato un esempio di quella solidarietà comunitaria, della coesione sociale che avevamo perso. Superata questa fase, le richieste dei cittadini riguardano le aperture, le tasse, il sostegno alla ripresa. Questa amministrazione continuerà a fare di tutto, nel rispetto delle leggi, per rilanciare i meriti delle attività commerciali e produttive e soddisfare i bisogni dei singoli ». Crede che la crisi determinata dalla pandemia inciderà pesantemente sul bilancio e sulle finanze del Comune? «Certo che sì. E l’impatto sarà enorme. Servirà tutta l’esperienza e la responsabilità per chiudere il consuntivo 2020. In termini sia di maggiori spese che di minori entrate. Abbiamo già fatto incontri con tutti i consiglieri che sostengono la maggioranza comunale e abbiamo concordato le direttrici di massima in cui muoversi per sostenere al meglio la ripresa commerciale e produttiva senza devastare il bilancio comunale il cui equilibrio è per noi cosa di assoluto impegno. In questi giorni stiamo attendendo le misure del Governo e della Regione, stiamo ascoltando le varie categorie e poi, con tutti i consiglieri che sostengono la maggioranza, presenteremo misure complessive per la ripresa della vita economica e sociale, dopo questi due mesi di sospensione parziale. Sempre con equilibrio e determinazione. Come tutte le vere e sane persone di lavoro sanno fare e riconoscere. Senza farsi impressionare da rappresentanti allettanti ma senza sostanza, di chi la spara più grossa per impressionare. In politica, insomma, il tipo Cetto Laqualunque». © Riproduzione riservata

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