Piscina comunale di Molfetta, revocata la concessione: possibili illegittimità. La giunta corre ai ripari per timori di azioni giudiziarie. Una storia tormentata
Nel numero del mensile “Quindici” avevamo anticipato il pasticcio dell’impianto natatorio a cui abbiamo dedicato copertina e articoli di primo piano
MOLFETTA – La rivista mensile “Quindici” in edicola in questi giorni ha dedicato la copertina e i servizi di primo piano al “pasticcio” della piscina comunale, per la quale c’era stato un appalto da 3 milioni euro. La piscina è una storia tormentata di questa città, che i suoi cittadini hanno dovuto subire per anni.
Ora siamo all’epilogo, sembra che l’amministrazione comunale, in autotutela, per timore di azioni giudiziarie nei suoi confronti, abbia deciso di revocare la concessione e l’intero iter della gara, a causa di una possibile illegittimità della stessa.
Come “Quindici” ha pubblicato sulla rivista mensile è in discussione la mancata realizzazione delle opere esterne. Ad aggravare la situazione i gestori della piscina avevano deciso di aprire l’impianto, cominciando a raccogliere adesioni e abbonamenti.
Anche norme procedurali di competenza fra la giunta e il consiglio comunale sarebbero stati messi in discussione dal segretario generale Ernesto Lozzi che ha intravisto alcune discrepanze che comprometterebbero la regolarità della procedura, fino a viziarne la gara, che non avrebbe consentito la parità di trattamento fra i concorrenti.
Un altro nodo riguarderebbe la competenza sugli atti adottati: la destinazione d'uso dell'area esterna, che è patrimonio comunale, è stata decisa dalla Giunta e non dal Consiglio Comunale, contrariamente a quanto previsto dalla legge. In aggiunta, i lavori non sono mai comparsi nei Piani Triennali delle Opere Pubbliche, circostanza che priva l'intervento di un ulteriore elemento di regolarità. Il parere sottolinea anche una marcata incoerenza tra bando, capitolato e convenzione. Nel primo i lavori esterni sono trattati quasi marginalmente, mentre negli altri due documenti diventano centrali sia sul piano tecnico sia su quello economico. Questa discrepanza mina la trasparenza della procedura e compromette l'uguaglianza di trattamento tra i concorrenti.
A completare il “pasticcio” si aggiunge la mancanza di un progetto organico approvato, rimediando relazioni sostitutive non valide.
Sembra che non siano stati considerati nemmeno i pareri della Soprintendenza e della Capitaneria di porto.
Di fronte al rischio di azioni giudiziarie e viste le vicende precedenti, l’amministrazione si è affrettata ad annullare la gara e a provvedere a un nuovo bando che esclude la realizzazione delle opere esterne (piscina scoperta), con grande fretta (si parla di 4 mesi), sperando che al pasticcio in atto, non si aggiunga altra confusione.
Si era parlato dell’affidamento dell’impianto alla Federazione nuoto, che non potendo gestirlo in proprio, dovrebbe fare un subappalto. A chi? E’ questo l’interrogativo che si pone in questo momento, anche per evitare che la cosa si complichi ulteriormente.
Un’amministrazione di pasticcioni? Ora, forse, cercano di rimediare agli errori commessi. Seguiremo l’evoluzione di questa vicenda.
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