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Pini di via don Minzoni a Molfetta, tramonta ogni speranza di salvarli Il sindaco ascolta il Comitato Difesa Verde e Territorio, ma propone una variante farsa. In pratica: grazie del vostro parere, ma gli altri 40 pini vanno abbattuti
Il sindaco Minervini all'incontro con i cittadini per i pini di via don Minzoni
18 agosto 2024

MOLFETTA – Mossa propagandistica del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, sull’abbattimento degli alberi in via don Minzoni. Dopo mesi di richieste di incontro, Minervini ha ricevuto i cittadini e il Comitato Difesa Verde e Territorio, li ha lasciati parlare e alla fine ha deciso lui: i restanti 40 pini saranno abbattuti. Insomma, un incontro farsa, per non essere accusato di aver ignorato 1.600 firme raccolte in difesa degli alberi.

La folle politica del verde a Molfetta continuerà il suo corso, ignorando il parere dei tecnici e degli esperti e le documentazioni presentate dal Comitato che, da mesi, sta appassionatamente tentando di salvare non solo i pini di via don Minzoni, ma anche gli altri alberi e le zone verdi della città demolite o abbandonate a se stesse.

Cosa ci si poteva aspettare da “Molfetta, città del mattone e del cemento?”.

Ecco un esempio di invito alla partecipazione dei cittadini: parlate, parlate, ma alla fine decido io. La logica dell’amministrazione ciambotto, prevale sempre sulla logica razionale, malgrado le proposte, gli esempi delle altre città, i documenti tecnici. E’ questo un esempio della democrazia che riflette quella del governo del Paese: ma cosa ci si può aspettare da una coalizione di liste civiche che rappresentano solo interessi di parte e non interessi collettivi?

Dopo questa breve sintesi dell’incontro dei cittadini con il sindaco, ecco la relazione diffusa dal Comitato Difesa Verde e Territorio:

«Lunedì 12 agosto il Comitato Difesa Verde e Territorio, accogliendo con favore ed entusiasmo l’invito dell’amministrazione al confronto pubblico sulla riqualificazione di Via Don Minzoni, si è recato in massa presso gli Uffici Comunali di via Martiri di via Fani.  Un incontro che, lo ricordiamo, è stato sollecitato da mesi dallo stesso Comitato, forte di una Petizione popolare che ha coinvolto oltre 1.600 cittadini ed è stato supportato dalla presenza del consulente forestale, Dott. Bernardoni, estensore di una contro-Perizia che certifica il buono stato di salute dei Pini di via don Minzoni; quest’ultima perizia già presentata lo scorso 30 luglio alla città ed alla stampa assieme a proposte tecniche “conservative” tese a tutelare gli alberi e a mitigare gli effetti provocati dalle radici.

Ne è emerso un incontro appassionato, durato quasi tre ore nel quale il Sindaco si è mostrato disponibile a confrontarsi con le istanze dei cittadini ed ha dimostrato di aver ripreso fra le sue mani il progetto iniziale per discuterlo con la cittadinanza. Finalmente! Lo si chiedeva da aprile!

Nel suo intervento, il Comitato Difesa del Verde ripercorrendo le principali tappe delle iniziative messe in campo da aprile scorso ed evidenziando i continui interventi dell’Amministrazione comunale sul Verde in totale assenza di un “Piano del Verde Urbano”, ha riproposto alcune questioni e precise domande al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale, prima tra tutte la richiesta di SALVARE I PINI di via don Minzoni, partita subito dopo aver avuto accesso alle carte progettuali ma non in tempo per fermare la velocissima eliminazione delle prime 28 piante, in “Isola D”, di oltre 50 anni di età e che oggi sono state soppiantate solo da una estesa “pietraia” a cielo aperto e dove i lavori sono in divenire.

Invece, nell’incontro i tanti cittadini presenti sono venuti a conoscenza di una “variante” in corso d’opera preparata dai tecnici consulenti, tutta impostata solo a correggere gli evidenti errori progettuali del Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (PINQUA 2) sulla viabilità di via don Minzoni, sulla pericolosità degli incroci e sull’assurdo inserimento di aree gioco per i bambini in mezzo alla strada; tutte richieste che il Comitato aveva già fatto anche nella Petizione popolare.

Ma sui restanti 40 PINI adulti, sulla loro tutela e sul loro mantenimento, sulla manutenzione di marciapiedi e strade che, per noi, si può fare anche in loro presenza, il Comitato ha ricevuto risposte completamente negative e, soprattutto, di ingiustificata chiusura; infatti i tanti “tecnici” comunali presenti sono stati “tutti concordi” nell’affermare che ad oggi non esistono tecniche e materiali che consentono di preservare quella cintura verde di via don Minzoni e che i nuovi materiali che trattengono l’espansione orizzontale delle radici non avrebbero un minimo di efficacia. Ignorando a piè pari i tanti casi virtuosi di tutta Italia che salvaguardano i Pini, pur riqualificando strade, marciapiedi ed ogni altra infrastruttura pubblica.

Tutto, poi, arricchito da dichiarazioni un po’ “negazioniste” sui cambiamenti climatici in corso: il progetto “PINQUA” (che trova origine negli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sui cambiamenti climatici) secondo il relatore della variante, avrebbe alla sua base “una terminologia molto ad impatto”, aggiungiamo noi, quasi dettato da fanatici ambientalisti europei; ma intanto il Comune sta utilizzando quei finanziamenti per eliminare 68 alberi adulti e sani e, certamente, non contribuendo a contrastare i cambiamenti climatici.  Inoltre, ci ha disorientato l’aver visionato delle schede botanico forestali di specie arboree di provenienza emiliano romagnola perché, in fin dei conti, il clima pugliese poi non è molto diverso da quello padano!

Quindi, a seguito delle novità emerse nel corso dell’incontro il Comitato Difesa del Verde e del Territorio ha avanzato le seguenti richieste:
      - che ci sia un parere terzo di un consulente scelto dall’Ordine degli Agronomi e dei Forestali che possa valutare la bontà delle due opposte perizie agronomico forestali (quella dell’amministrazione che giustifica l’abbattimento degli alberi poiché instabili e pericolosi e la seconda, la nostra, che li salva tutti dichiarandoli sani e non pericolosi, fatta eccezione per un solo albero che comunque potrebbe essere recuperato dopo le necessarie attenzioni);

  • che sia quantificato il valore socio economico del patrimonio arboreo di Via Don Minzoni, domanda a cui lunedì, nessuno ha saputo rispondere a dimostrazione ulteriore della necessità da parte dell’amministrazione di studiare ed approfondire il caso;
  • che sia predisposto un piano di gestione dell’opera pubblica che contempli, anche da un punto di vista economico, tutte le azioni atte a manutenere il verde esistente e futuro;
risposte certe sull’aver rispettato la direttiva 2009/147 CE e della legge n. 157/92 che vieta l’abbattimento degli alberi durante il periodo di nidificazione degli uccelli.

Anche la malaugurata ipotesi di sostituire i 68 alberi adulti di Pinus pinea con le 130 nuove alberature previste nella variante del progetto, a parere del Comitato non è sufficiente a compensare i benefici dei pini esistenti in quanto per sostituire 1 albero di 50 anni servirebbero almeno 10 alberi di giovane età, e questo sperando che possa attecchire negli anni; quindi per compensare i 68 alberi di via don Minzoni, tra quelli già abbattuti e quelli ancora presenti, ci vorrebbero almeno 680 giovani piante e tutte piantate nello stesso quartiere.

Non basterà l’ “anno di garanzia” per le eventuali “fallanze” delle piante non attecchite (garanzia comunque a corredo di qualsiasi fornitura di nuovi alberi) a garantire una manutenzione qualificata negli anni a seguire: è, infatti, desolatamente facile verificare questo rinsecchimento degli alberi in altre zone della città come, ad esempio, su Via Giovanni XXIII nella zona di Ponente, nei pressi della Scuola Giaquinto. In quella via, infatti, analogamente a via Don Minzoni nel 2009 furono abbattuti decine di Pini ed oggi, a distanza di quindici anni, i nuovi impianti di Lecci presentano piante secche o sofferenti proprio in virtù della mancanza di un Piano di Manutenzione.

In queste giornate bollenti abbiamo registrato in Via Don Minzoni temperature di circa 45 gradi C° alle 14.30 nella “petraia” dell’Isola D, a livello del nuovo marciapiede; ma basta spostarsi di 50 metri nella zona ancora alberata e registriamo una riduzione di temperatura di circa 10 gradi C°.

Siamo certi, pur non avendole misurate, che le temperature della “petraia” siano approssimativamente le stesse di Via Giovanni XXIII, questo considerando l’inconsistenza delle zone d’ombra generata dai pochi e sventurati alberi presenti e con l’esposizione quasi totale di quella via al sole. Invitiamo pertanto l’amministrazione a fare le misurazioni di temperatura per le verifiche ed incontrare i residenti di quella via, si potrebbe scoprire che qualcuno stia ancora rimpiangendo quei pini dal 2009!

Quest’ultimo punto è davvero inquietante, perché di fronte ad un rischio elevato che le piante possano non attecchire desertificando la zona, ora rigogliosa, di Via Don Minzoni, non si è pensato nemmeno di procedere con cautela e gradualmente all’abbattimento ed alla sostituzione delle piante nel tempo.

Il quartiere di Levante ha già subito un grave danno ambientale a causa della perdita di 28 alberi di Pino e prima di avere il danno della eliminazione totale degli alberi vogliamo discutere insieme il destino di via don Minzoni; infatti, ora che nell’ipotesi di nuova “variante” sono state accolte le nostre istanze relative alla sicurezza stradale con l’augurio che la stessa sia a parità di costo e cantierabile, invitiamo il Sindaco ad andare ancora oltre e a ricercare con volitiva ostinazione una terza via progettuale che individui una nuova fase di transizione, una ricerca di equilibrio tra passato e quel che verrà.

Quindi chiediamo ancora che vengano salvaguardati e mantenuti quegli alberi, il maggior numero possibile, perché in ogni ISOLA ci sono bellissimi esemplari da tutelare, perché è ancora possibile e doveroso immaginare nuovi scenari.

Convinti che gli alberi e la natura tutta, siano “una consolazione” per lo sguardo travolto sempre più in città, dal grigio del cemento e dell’asfalto. Uno sguardo che diventa ansia che non si placa e che sublima in una comunità incapace di ritrovarsi e riconoscersi come tale.

Via don Minzoni, così com’è da cinquant’anni e con tutti quei pini che, con estrema leggerezza, avete pensato di abbattere, assieme ad ogni singolo angolo di verde della città che è stato eliminato, da Piazza I Maggio a Via Allende per arrivare a Via Gramsci, senza provare a cercare soluzioni diverse, ed una moltitudine altra che invece ne riconosce il valore e lo rivendica, sono l’antidoto a quell’ansia.

Il Comitato Difesa Verde e Territorio di Molfetta, rappresenta uno spazio collettivo in cui affermare i valori della cittadinanza attiva, della partecipazione e della solidarietà sociale. Ogni cittadino interessato al confronto è invitato a farne parte, per difendere e valorizzare il patrimonio ambientale, urbanistico e paesaggistico, a garanzia del rispetto dell’ambiente e di una migliore qualità della vita.

Ora il Sindaco deciderà sulle nostre richieste come è giusto che sia, avendone mandato. L’augurio è che continui il percorso di ascolto e partecipazione con la cittadinanza tutta, appena iniziato.

Il Comitato Difesa Verde e Territorio»

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