Pietra d'inciampo in ricordo di Gianni Carnicella a Molfetta
MOLFETTA - Il Presidio Libera di Molfetta, attivo dal marzo 2010, ha sempre posto molta attenzione alla memoria del compianto sindaco Gianni Carnicella, ucciso il 7 luglio del 1992 per avere giustamente negato il permesso per la realizzazione di un evento musicale in città.
«Sono passati 25 anni da quel tragico evento e purtroppo ci stiamo rendendo conto che le nuove generazioni spesso non conoscono né la vicenda politica dell’amministratore né la sofferenza umana della famiglia, e la sola fioriera non risponde sufficientemente alla memoria dell’evento – dicono in un comunicato -.
Sin dalla costituzione del Presidio ci siamo chiesti se fosse necessario apporre un segno più idoneo.
Abbiamo proposto, pertanto, alle amministrazioni precedenti di apporre sulla facciata della sede comunale di via Carnicella una stele che riportasse il nome del sindaco e uno stralcio dell’omelia di don Tonino.
Pur avendo ottenuto l’attenzione dall’ultima amministrazione in carica, ci siamo dovuti scontrare con la necessità di ottenere dei permessi da parte della Sovraintendenza delle Belle Arti, essendo quel luogo un bene storico. La Sovraintendenza ci ha posto dei limiti, per noi non idonei allo scopo.
Oggi, insieme ad altri cittadini che hanno condiviso (abbiamo raccolto firme), proponiamo una soluzione che non va a intaccare alcuna facciata dei luoghi: porre una pietra d’inciampo sul selciato, ai piedi della fioriera, in continuità con il marciapiede.
In essa sarebbe riportata una frase pronunciata da don Tonino Bello durante l’omelia del funerale del sindaco (vedi foto).
Questa proposta è stata formalizzata al Commissario dott. Mauro Passerotti e ci poniamo in attesa di un riscontro.
Crediamo che questo sia un atto dovuto alla vittima Carnicella e alla famiglia, per mantenere perenne memoria dell’uomo e dell’amministratore. Inoltre, riteniamo che grazie alla lettura della frase di don Tonino tutti potranno essere ricondotti a quel giorno e maggiormente ispirati a impegnarsi perché la violenza non vinca mai sul dialogo e sul rispetto delle leggi».