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MolfettAttiva: subito la risoluzione del contratto del nuovo porto per responsabilità dell'impresa e restituzione dei soldi dei cittadini versati da Azzollini alla Cmc No alla concezione di Totorizzo: il porto è mio e lo gestisco io, senza preoccuparci di quali traffici si possano intercettare, tanto ci penso io. Servizi e approfondimenti sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici” in edicola il 15 febbraio
31 gennaio 2017

MOLFETTA – Anche l’Associazione MolfettAttiva interviene nel dibattito sul nuovo porto commerciale di Molfetta con alcune considerazioni e proposte (vedi il film nella vido gallery). «Interessante e utile l'iniziativa sul Nuovo Porto Commerciale organizzata da Rifondazione comunista. È servita a capire tante cose.
1. La cosa più interessante è stata senza dubbio la presentazione del prof. Domenico Gattuso, non solo per la mole di dati, analisi, scenari nazionali e internazionali presentati con grande competenza o per le interessanti proposte concrete utilissime per sviluppare finalmente un dibattito in città per fare delle scelte condivise e lungimiranti nell’interesse della città e non di pochi approfittatori senza scrupoli del denaro pubblico.
2. Anche la presentazione di De Giglio per l’associazione Sailors è stata interessante e più ricca di contenuti e proposte, anche se a volte quantomeno discutibili o vaghe, rispetto a precedenti uscite, pur nel permanere dell’ormai stucchevole e inutile abuso di termini inglesi (concept, mission, vision ecc.) che paiono una sorta di cortina fumogena. Comunque un contributo da approfondire nel dibattito in città, un punto di vista di alcuni portatori di interesse da tenere in conto.
3. Assolutamente straordinario l’intervento di Totorizzo. La sintesi potrebbe essere, parafrasando un vecchio slogan femminista: IL PORTO È MIO E LO GESTISCO IO. Senza nascondersi dietro le parole, ha chiesto di finire quanto prima il porto senza rompere le scatole e senza preoccuparsi di quali traffici si possano intercettare, tanto ci pensa lui. Non solo, ha chiesto che gli venga assegnata tutta la fascia costiera tra Molfetta e Bisceglie, fino alla 16 bis e anche oltre, naturalmente attrezzata per la logistica o per l’insediamento di nuove industrie con ulteriori finanziamenti pubblici, tanto le amministrazioni delle due città hanno scelto come direttrici di sviluppo urbanistico quelle opposte verso Trani e Giovinazzo. Per chi non conoscesse il personaggio faccia qualche ricerca in rete e ne riceverà un profilo coi fiocchi.
4. A nostro avviso un po’ sottotono ma al tempo stesso utile l'intervento del presidente dell’Associazione imprenditori Gaetano Armenio, anche se mancavano i dati sulle imprese della zona industriale e artigianale per capire quanto il nuovo porto commerciale possa servire allo sviluppo locale. Sarà per la prossima volta, magari approfittando delle competenze di Cosmo Albertini, funzionario della Camera di Commercio ed esperto di progettazione per l’accesso ai fondi europei, intervenuto nel dibattito con un bell’intervento denso di proposte e contenuti.
Altro intervento interessante a completare la bella serata quello di Mimmo Facchini, imprenditore ittico, come si è presentato, che ha posto il tema della pesca e delle sue interessanti prospettive di sviluppo e l’esigenza urgentissima di mettere in sicurezza il porto anche senza spendere milioni di euro ma provvedendo subito all’ancoraggio dei cassoni ormai alla deriva.
Dobbiamo necessariamente considerare la serata di ieri sera un nuovo avvio di un dibattito vero sul Porto, che deve coinvolgere tutta la città senza scontri tra schiere di tifosi di tesi precostituite e senza sparate demagogiche.
Molfettattiva vuole offrire il suo contributo a questo dibattito che si apre con alcune proposte:
• Attivare tutte le forze politiche e sociali per sostenere la richiesta di immediati lavori di effettiva messa in sicurezza del porto limitati e necessari, senza contravvenire alle prescrizioni della Procura, dell’ANAC e del Consiglio superiore dei lavori pubblici (nella foto, i cassoni galleggianti nel porto).
• Chiedere la risoluzione del contratto di appalto per responsabilità dell’impresa o per nullità dell’appalto per irregolarità e la restituzione della somma di 7,8 milioni di euro versata da Azzollini alla CMC;
• Affidare a una società specializzata di livello europeo una indagine di mercato e un piano di fattibilità per riprogettare l’intero porto, vecchio e nuovo, secondo moderni standard».

SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE “QUINDICI” UN AMPIO SERVIZIO E UN APPROFONDIMENTO FIRMATO DAI NOSTRI GIORNALISTI (NON UN ARTICOLO ANONIMO DETTATO AD ALTRI DA QUALCHE PARTE INTERESSATA). APPUNTAMENTO IN EDICOLA IL 15 FEBBRAIO

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