Molfetta, una storia di malapolitica: il no del Senato all'uso delle intercettazioni per Azzollini
MOLFETTA - Questa è una vicenda che dice molto. Riguarda la città in cui siamo. Ma è 'cosa nostra' cioè di tutti noi. Perché i soldi, tanti in gioco, sono di noi italiani. E siccome su questa bacheca in molti non siete di qua, a ognuno di voialtri la raccontiamo per il diritto che avete di sapere.
A Molfetta c'è il mare. E quindi un porto. Un giorno uno decide che questo deve diventare un grande, anzi grandissimo porto. Parte un opera pubblica faraonica. Non importa a che servirà. L'importante è farla partire. Nemmeno finirla. E siccome chi la pensa questa genialata è sindaco della città e presidente della commissione bilancio del Senato, qui arrivano soldi dello Stato, ma tanti soldi, a rifinanziare di continuo lavori e a coprire buchi di bilancio.
In molti non ci vedono chiaro e denunciano. Anche perché nel mare vicino a quel porto ci sono le bombe, tante bombe, che andrebbero tolte prima di buttarci il cemento.
Nel frattempo la città sceglie un altro sindaco: giovane, donna, inesperta dei meccanismi della 'politica macia e di potere', ma leale, coerente, capace di rompere il disincanto e la menzogna. Una 'ragazzotta' secondo il vecchio sindaco e i suoi: 'che volete che ne capisca lei di politica seria?'.
Ma lei è una tosta: studia, si applica, ha idee sane e proposte concrete. Lei rimette nelle mani della città l'opportunità di riscattarsi dalla dipendenza della politica che ti seda e ti succhia la dignità di cittadino. E lavora: pezzo dopo pezzo. Giorno dopo giorno.
Esattamente un anno fa la Procura di Trani sequestra i lavori del grande porto. Sotto accusa il vecchio sindaco e senatore. E con lui 60 persone. Arrestati un funzionario e un imprenditore. Gli indagati accusati di associazione per delinquere, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali.
Roba non da poco. Ci sono intercettazioni che la Procura chiede di ascoltare e trattandosi di un senatore bisogna avere l'autorizzazione della Commissione del Senato e poi del Parlamento.
12 volte la commissione va deserta. L’altra sera invece i colleghi del senatore c'erano ma votano contro. A favore solo Casson, quelli di Sel e i5stelle. Autorizzazione non concessa.
Ecco perché questa vicenda ci appartiene. Il senatore è quello che per la carica che riveste può decidere che gli allevatori del Nord non pagano le quote latte (lo ha fatto) o che quella posta di bilancio va in una direzione piuttosto che un'altra. Nel pieno delle sue funzioni a Molfetta sono arrivati soldi che non dovevano arrivare. Sono arrivati qui ma anche altrove (il dubbio c'è), a secondo di chi chiedeva. Lui, come si dice 'può aprire e chiudere i rubinetti'.
È potente. E 'sa come funziona la politica'. La commissione è fatta di parlamentari di tutta Italia votati da cittadini non solo di qua. Ad uno uno ad uno andrebbero richiamati al loro ruolo di servizio non al collega ma al Paese.
Lo step successivo è il Parlamento. Allora noi vi chiediamo di occuparvi della cosa. C'è una pagina che racconta quello che Paola Natalicchio in questa città prova a fare. È Molfetta con Paola . Questa è una vicenda che richiede che l'Italia sia con lei, perché sul porto di Molfetta hanno banchettato con soldi nostri tolti alla sanità, alle scuole, allo sviluppo.
Non è roba di qua. È roba nostra. E Paola, che è donna e mamma, giornalista e scrittrice, una che studia e si applica, non va lasciata sola.
C'è una azione di bonifica di questo Paese che ha un disperato bisogno di persone come lei. E come ognuno di noi che del potere e della politica ha un'altra idea. Qualcuno, non uno a caso per noi, la definiva 'Mistica arte'.
Elvira Zaccagnino
Edizioni la meridiana