“Molfetta che vogliamo" denuncia ancora una volta un appalto poco chiaro. “Realizzazione impianto fotovoltaico Piscina Comunale”, parla il coordinatore Leonardo Siragusa
Leonardo Siragusa
MOLFETTA – Ancora sotto tiro il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini e la sua amministrazione: “Io non mi occupo di appalti”, affermò qualche mese fa il Sindaco nonché Commissario Straordinario dell’edilizia scolastica, quando si scoprì che l’amministrazione comunale di Molfetta aveva affidato un importante appalto pubblico di oltre tre milioni di euro, con procedura ad inviti, ad azienda amministrata dagli stretti congiunti di una consigliera comunale facente parte della maggioranza.
Ma può un Sindaco rimanere incurante di fronte alla spregiudicatezza con cui gli appalti vengono gestiti, senza il minimo rispetto delle regole, nella nostra città? - dice Leonardo Siragusa di “Molfetta che vogliamo” -.
Abbiamo appreso che la Giunta comunale con deliberazione n. 174 dell’8.10.2024, controfirmata dal Dirigente del settore Lavori Pubblici e con il suo parere favorevole, ha deciso di munire la Piscina comunale di un impianto fotovoltaico, dando mandato allo stesso Dirigente di istituire una apposita gara per l’affidamento dei lavori, indicendo una regolare procedura negoziata su piattaforma telematica.
Ma che accade? Accade che quello stesso Dirigente, già responsabile del settore Urbanistica a Cerignola, contravviene al mandato ricevuto dalla Giunta e, con propria determinazione dirigenziale del 24.10.2024, affida i lavori per oltre euro 200.000,00 alla stessa società di Cerignola che ha realizzato i lavori di rifacimento dell'impianto sportivo, così estendendo il contratto di appalto originario, come se si trattasse di una normale “variante”, il tutto in barba alle indicazioni che aveva ricevuto dalla Giunta, la quale aveva deliberato l’indizione di una gara.
Sostiene il Dirigente che “la procedura di reperimento di un’altra ditta con procedura negoziata non risulta praticabile per il poco tempo a disposizione” e che l’individuazione di una ditta separata per l’esecuzione dei lavori comporterebbe “maggiore esborso di fondi da parte dell’Ente Comunale”.
Ma perché, allora, ha dato parere favorevole alla delibera di Giunta che gli aveva dato mandato di individuare un nuovo contraente mediante gara?
E può un Dirigente disattendere così imprudentemente gli indirizzi datigli dalla Giunta comunale, procedendo “di fatto” ad un affidamento diretto di lavori di così elevata portata economica (oltre 200.000,00 euro) favorendo oltretutto una ditta che, come emerge dalla stessa Determinazione Dirigenziale, è priva dei requisiti di qualificazione previsti dalla legge per la realizzazione di impianti fotovoltaici? Ma questo, per il solito Dirigente, è un problema che può essere aggirato facendo ricorso all’istituto dell’avvalimento o a quello del subappalto, non si sa bene in base a quale disposizione di legge.
Insomma, siamo ancora una volta in presenza di una gestione degli appalti e del danaro pubblico che definire disinvolta è poco, dove il rispetto delle regole va a farsi benedire e dove un semplice Dirigente può farsi beffe delle decisioni della Giunta comunale e ridurre la stessa Giunta ed il suo capo a dei burattini privi di ogni autorevolezza e responsabilità.
Ma la vera domanda è: come può il Sindaco consentire tutto questo? E’ legittimo, o quantomeno opportuno, che egli continui a lasciar ad un Dirigente tanta libertà di agire senza controllo, di gestire gli affidamenti del Comune a suo piacimento, di sostituirsi nelle decisioni allo stesso Sindaco ed alla Giunta? Può un Sindaco rimanere indifferente di fronte alla spregiudicatezza con cui gli appalti vengono gestiti? Può tollerare che un Dirigente, il solito Dirigente, disobbedisca alle indicazioni sue e della Giunta? Può accettare una simile subordinazione?
L’atteggiamento del Sindaco che, di fronte a questi comportamenti, preferisce lavarsene le mani in modo pilatesco, sostenendo che lui “non si occupa di appalti”, è realmente inspiegabile e non è degno di una città che scivola sempre più verso una inarrestabile deriva morale.
Ci vorrebbe uno scatto di orgoglio, ma questa amministrazione ed i consiglieri che la sostengono, non ne sono capaci o non ne hanno interesse.
Tanta soggezione e pavidità non si spiegano facilmente e, quando non ci sono spiegazioni, si è indotti al “pensar male” di andreottiana maniera.
Per quanto ci riguarda continueremo a svolgere la nostra attività di denuncia e chiederemo l’annullamento di questo ennesimo affidamento anomalo e di tutti gli atti fuori misura di questa amministrazione incontrollata ed incompetente».