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Lo sviluppo parte dal Sud, la “lezione” di Lino Patruno col suo ultimo libro presentato a Molfetta Il vero problema è che spesso il Sud spende i soldi pubblici meglio del Nord ma ricevendone molti meno, spesso le infrastrutture e i servizi sono inadeguati o del tutto inesistenti
Lino Patruno alla Galleria 54 Arte Contemporanea
05 febbraio 2023

MOLFETTA – Bisogna scardinare il pregiudizio che il Nord è più ricco perché “loro” sono più bravi ad amministrare i soldi pubblici e che la condizione del Sud è quella che è perché gli amministratori sono ladri o incapaci, o tutt’e due.

Il vero problema è che spesso il Sud spende i soldi pubblici meglio del Nord ma ricevendone molti meno, spesso le infrastrutture e i servizi sono inadeguati o del tutto inesistenti. Bisogna smetterla di pensare che il Nord abbia una intraprendenza economica che al Sud non c’è e che la capacità di creare valore sociale sia una prerogativa dei primi. A riprova di ciò, basti pensare che è lucano l'inventore del motore di ricerca Internet considerato l'alternativa al colosso Google. È barese l'uomo che ci fa viaggiare in auto diesel. Il Sud della «Moda Valley» incravatta Mattarella, mette gli slip a Ronaldo e la camicia a William d'Inghilterra. A Grottaglie c’è il grande aeroporto per lo spazio. A Monopoli si producono treni superveloci. L'Intelligence Valley della Calabria ha attirato i giapponesi e tante sono le start-up che dai sogni hanno costruito oggi dei veri e propri imperi nel Mezzogiorno d’Italia. «Il Sud è tutt'altro che un deserto industriale».

È da questa affermazione di Massimo Deandreis - direttore del centro studi Stm collegato a Gruppo Intesa San Paolo – che parte il giornalista Lino Patruno, già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, per la stesura del suo nuovo libro. Si tratta di un volume - Imparate dal Sud. Lezione di sviluppo all'Italia (Magenes, pagg. 372, euro 16,00) – che non vuol essere solo una lente di ingrandimento sul Mezzogiorno ma anche e soprattutto uno strumento per scoprire e mettere in atto le potenzialità del Sud che cresce nonostante e contrariamente ai i luoghi comuni. Di questo e molto altro si è parlato durante la presentazione del volume in un illuminante evento organizzato in collaborazione alla Galleria 54 Arte Contemporanea (Via Baccarini, 54) a Molfetta.

L’autore, infatti con grande meticolosità e competenza elenca e riunisce personaggi con numeri impressionanti e primati misconosciuti che hanno dato lustro al nostro territorio nel campo della tecnologia, dello sport, della medicina, dell’aerospazio, dell’informatica e della moda. “Imparate dal Sud” non è dunque un semplice titolo provocatorio. Tutt’altro. Si tratta di un vero e proprio viaggio attraverso tutto ciò che è riuscito a fare controcorrente.

La prova di come il Sud sia una soluzione e non un problema. Questo per dimostrare che - nonostante le taglienti falciate della crisi - al Sud si fanno avanti virtuose realtà imprenditoriali in costante evoluzione, saldamente ancorate al territorio e alla tradizione. Il Sud purtroppo paga più del resto del Paese la scarsa capacità delle politiche di progettare lo sviluppo. Con 198mila imprese e 379mila dipendenti, negli ultimi anni molte piccole-medie-imprese meridionali hanno dimostrato un’elevata capacità di crescita e di creazione del valore con una redditività pari a quella delle omologhe aziende localizzate nelle regioni più ricche e avanzate d’Italia. Export e investimenti confermano che anche nel Sud il settore privato sembra aver fatto la sua parte. Ci sono infatti delle «pepite d’oro» meritevoli di attenzione, aziende che stanno compiendo passi da gigante per valorizzare le risorse locali, assecondare l'assoluta necessità di rispettare l’ambiente e denunciare meccanismi oscuri come ad esempio quello del caporalato.

Riprendendo le parole di Patruno «sono richiesti ovunque la liquirizia e il bergamotto calabresi, il pistacchio siciliano, le lussuose “mozzarelle di Mozart” campane nate a suon di musica». C’è anche da aggiungere che il Mezzogiorno è ancora oggi vittima di lobby politiche particolari ed anche, tristemente delle mafie territoriali che ne imbrigliano le capacità, le attitudini, addirittura l’intelligenza e l’azione imprenditoriale che il popolo meridionale emigrando esprime in modo mirabile all’estero o nel Nord Italia.

Ma c’è anche da dire che spesso sono i meridionali stessi vittima dei propri pregiudizi. Quindi come dice Patruno piuttosto che aspirare ad essere finti settentrionali, diventiamo autentici e orgogliosi meridionali. Perché infondo il Sud è rimasto l’ultimo luogo di vita autentica, fautore della convivialità e di uno stile di vita invidiato ed imitato in tutto il mondo.

Mentre al Nord la vita corre, al Sud scorre nella più totale autenticità.

© Riproduzione riservata

Autore: Angelica Vecchio
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