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Lo scandalo dei parlamentari che si autoassolvono
22 marzo 2017

Caro Direttore,
il senatore Verdini, condannato, sia pure in primo grado, a ben 9 anni di reclusione con la interdizione perpetua dai pubblici uffici, a mio modesto avviso, non dovrebbe continuare ad esercitare la delicata funzione di parlamentare.
Vero che per l’art. 27 Costituzione “l’imputato” non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva,” ma si dà il caso che il Verdini è Senatore, rappresenta la nazione e dunque il popolo, al quale deve assicurare la massima garanzia e trasparenza. Perché tante garanzie a favore dei parlamentari, mentre per ufficiali, militari, carabinieri, polizia di stato non sono previste? Un semplice militare dell’esercito, condannato ad una pena restrittiva, superiore ad un mese, gli verrà notificata la sospensione cautelativa dal servizio, spesso senza retribuzione.
Perché tanta disparità di trattamento. Il senatore, non dovrebbe avvertire il bisogno di farsi da parte, fino alla sentenza definitiva? In mancanza, il senato, non potrebbe applicare l’art. 66 Cost. pregando il senatore non “colpevole” di fare un passo indietro, continuando eventualmente anche a corrispondergli tutte le indennità spettanti. Così facendo si fanno salvo i diritti del senatore ma, anche il nostro diritto, di essere rappresentati da parlamentari carichi di probità, dignità e moralità. In questi giorni, Caro Direttore, abbiamo dovuto assistere a scene poco edificanti. Il ministro Lotti che non si dimette, malgrado fosse coinvolto in una faccenda molto scabrosa. Un ministro degno di questo nome, deve avvertire il bisogno di dimettersi a dimostrazione che non teme le indagini e nello stesso tempo consentire ai magistrati di poter operare in piena libertà, considerato che il ministro è anche parlamentare.

E come se non bastasse, arriva subito, il caso del senatore Augusto Minzolini ex direttore TG 1. Questi è condannato, con sentenza definitiva, per peculato con la interdizione perpetua dai pubblici uffici. Malgrado la deliberazione di decadenza della giunta per le immunità, e i molti rinvii (la sentenza è del 12/11/2015), il senato vota contro la decadenza. Una vergogna, cose che non dovrebbero mai accadere. Questa è la drammatica conseguenza di un parlamento di “nominati”. Diverse le motivazione girate in senato e fuori per questa assurda votazione.

Si è parlato di sentenza ”ingiusta” inflitta a Minzolini; altri, più “colti” hanno parlato di fumus persecutionis, anche in presenza di sentenza definitiva; altri ancora, come l’avv. Ghedini, hanno parlato di segnale alla Corte di Giustizia Europea, contro la legge Severino, in favore di Berlusconi, Questa è forse la motivazione più accreditata che, giustifica i voti arrivati dal gruppo del PD, dimostrando che, l’asse Renzi-Berlusconi è ancora in piedi.

Così votando, i senatori hanno mostrato tutta la loro protervia e noncuranza per le norme che regolano il Paese e verso il popolo che rappresentano, con la conseguenza di permettere ai pregiudicati di sedere in parlamento. Ho l’impressione che stiamo scivolando verso la sudditanza. Penso che dobbiamo iniziare a fare sentire tutta la nostra indignazione.  

Autore: Vitangelo Solimini
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antonio, a prescindere dalla nostra piccola botta e risposta, vorrei aggiungere che necessitiamo tutti leggere libri e leggere, mai stancarsi. Così scriveva Camon: " "Chi vive, vive la propria vita. Chi legge, vive anche le vite altrui. Ma poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non entra in questa relazione, e dunque non vive nemmeno la propria vita, la perde. La scrittura registra il lavoro del mondo. Chi legge libri e articoli, eredita questo lavoro, ne viene trasformato, alla fine di ogni libro o di ogni giornale è diverso da com'era all'inizio. Se qualcuno non legge libri né giornali, ignora quel lavoro, è come se il mondo lavorasse per tutti ma non per lui, l'umanità corre ma lui è fermo. La lettura permette di conoscere le civiltà altrui. Ma poiché la propria civiltà si conosce solo in relazione con le altre civiltà, chi non legge non conosce nemmeno la civiltà in cui è nato: egli è estraneo al suo tempo e alla sua gente. Un popolo non può permettersi di avere individui che non leggono. E' come avere elementi a-sociali, che frenano la storia. O individui non vaccinati, portatori di malattie. Bisogna essere vaccinati per sé e per gli altri. Perciò leggere non è soltanto un diritto, è anche un dovere. Nelle relazioni tra i popoli, la prima e più importante forma di solidarietà è dare informazioni: mai l'altro dev'essere convertito alla nostra supposta superiorità, ma sempre messo in condizioni di scegliere tra le sue informazioni e le nostre. Quando una cultura si ritiene nella fase di superiorità tale che tutte le altre culture devono apprendere da lei, per il loro bene, e lei non può apprendere da nessuna, comincia la sua decadenza." Buone letture, un saluto, un grande in bocca al lupo.



Ill.mo dr. Vitangelo, mi dica, mi risponda cortesemente: lei crede che una personalità onesta, corretta, eticamente e professionalmente incorruttibile, troverebbe posto in un partito politico, oggigiorno così come sono messe le cose? Egregio dr. Vitangelo, io credo che, non sarebbe nemmeno votato e scelto dal popolo bue o sovrano dir si voglia. Guardiamo in faccia la realtà culturale dei nostri giorni: i ladri, i disonesti, i mascalzoni e quant'altro si possa aggiungere, come vengono definiti dalla maggioranza popolare bue o sovrano dir si voglia? GENTE CHE CI SA FARE!!!! Vengono considerati e additati come esempio! Gli onesti, la gente per bene? I fessacchiotti e perbenisti della situazione, gente senza traguardi di alti disegni di vita, basta seguire e leggere certi quotidiani, settimanali e mensili vari, messaggi di una certa televisione, quella seguita dalla maggior parte del popolo sovrano o bue dir si voglia. La politica oramai è impantanata in tutto questo, e si vede dai risultati quando trattasi di condannare chi ha commesso reati contro il bene comune: tutti assolti, si aiutano a vicenda, si assolvono tra di loro, tu salvi me, io salvo te e tutto finisce a tarallucci e vino. Al popolo sovrano o bue dir si voglia, basta dare un festival, una partita di calcio dove l'onore nazionale viene così esaltato e salvato, quattro canzonette nemmeno ben cantate, falsi vip sempre in visione a dimostrare ancora una volta che, l'onestà non paga, l'onestà è diventata un difetto culturale, lo dice, nei suoi comportamenti e modi di vivere, la maggioranza del popolo sovrano o bue dir si voglia. L'onestà è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai politici. Dottor Vitangelo, la domanda è questa: l'onestà è ancora una virtù?

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