Lo scandalo dei parlamentari che si autoassolvono
Caro Direttore,
il senatore Verdini, condannato, sia pure in primo grado, a ben 9 anni di reclusione con la interdizione perpetua dai pubblici uffici, a mio modesto avviso, non dovrebbe continuare ad esercitare la delicata funzione di parlamentare.
Vero che per l’art. 27 Costituzione “l’imputato” non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva,” ma si dà il caso che il Verdini è Senatore, rappresenta la nazione e dunque il popolo, al quale deve assicurare la massima garanzia e trasparenza. Perché tante garanzie a favore dei parlamentari, mentre per ufficiali, militari, carabinieri, polizia di stato non sono previste? Un semplice militare dell’esercito, condannato ad una pena restrittiva, superiore ad un mese, gli verrà notificata la sospensione cautelativa dal servizio, spesso senza retribuzione.
Perché tanta disparità di trattamento. Il senatore, non dovrebbe avvertire il bisogno di farsi da parte, fino alla sentenza definitiva? In mancanza, il senato, non potrebbe applicare l’art. 66 Cost. pregando il senatore non “colpevole” di fare un passo indietro, continuando eventualmente anche a corrispondergli tutte le indennità spettanti. Così facendo si fanno salvo i diritti del senatore ma, anche il nostro diritto, di essere rappresentati da parlamentari carichi di probità, dignità e moralità. In questi giorni, Caro Direttore, abbiamo dovuto assistere a scene poco edificanti. Il ministro Lotti che non si dimette, malgrado fosse coinvolto in una faccenda molto scabrosa. Un ministro degno di questo nome, deve avvertire il bisogno di dimettersi a dimostrazione che non teme le indagini e nello stesso tempo consentire ai magistrati di poter operare in piena libertà, considerato che il ministro è anche parlamentare.
E come se non bastasse, arriva subito, il caso del senatore Augusto Minzolini ex direttore TG 1. Questi è condannato, con sentenza definitiva, per peculato con la interdizione perpetua dai pubblici uffici. Malgrado la deliberazione di decadenza della giunta per le immunità, e i molti rinvii (la sentenza è del 12/11/2015), il senato vota contro la decadenza. Una vergogna, cose che non dovrebbero mai accadere. Questa è la drammatica conseguenza di un parlamento di “nominati”. Diverse le motivazione girate in senato e fuori per questa assurda votazione.
Si è parlato di sentenza ”ingiusta” inflitta a Minzolini; altri, più “colti” hanno parlato di fumus persecutionis, anche in presenza di sentenza definitiva; altri ancora, come l’avv. Ghedini, hanno parlato di segnale alla Corte di Giustizia Europea, contro la legge Severino, in favore di Berlusconi, Questa è forse la motivazione più accreditata che, giustifica i voti arrivati dal gruppo del PD, dimostrando che, l’asse Renzi-Berlusconi è ancora in piedi.
Così votando, i senatori hanno mostrato tutta la loro protervia e noncuranza per le norme che regolano il Paese e verso il popolo che rappresentano, con la conseguenza di permettere ai pregiudicati di sedere in parlamento. Ho l’impressione che stiamo scivolando verso la sudditanza. Penso che dobbiamo iniziare a fare sentire tutta la nostra indignazione.
Autore: Vitangelo Solimini