Lillino di Gioia si candida alle primarie: punto ai moderati
MOLFETTA – 13.11.2005
Si è presentato stamani sul palco dell'Odeon, che ha calcato negli ultimi anni tante volte per denunciare le malefatte dell'amministrazione, determinato e felice come una Pasqua.
Questa volta Lillino di Gioia (nella foto) si candida davvero, si gioca alla pari la chance di essere lui a correre per il ruolo di sindaco nella prossima primavera.
Le primarie del 4 dicembre, attraverso le quali il centro sinistra individuerà il candidato sindaco, lo vedranno in campo. Lui, che pure non si dichiara entusiasta di questo metodo e sostiene che i candidati debba sceglierli “la politica” e forse vorrebbe dire i partiti, in cuor suo deve sapere che difficilmente il centro sinistra molfettese lo avrebbe designato. Così, invece, dopo anni di anticamera, mal sopportato come fossile della “prima repubblica”, lo sa bene, lo ha rivelato anche stamattina, dopo tanto impegno a fare opposizione con vari movimenti, può almeno giocarsi la partita e scendere lizza assieme agli altri.
I contendenti alle primarie, cui ha riconosciuto di essere persone degnissime, che posseggono titoli e capacità per concorrere al ruolo di sindaco, ma rispetto ai quali esibisce una marcia in più, la competenza amministrativa e politica che gli viene da trent'anni di esperienza, come consigliere comunale ed amministratore a vari livelli. È questo il suo atout, quello che, secondo lui, lo farà preferire ai cittadini, visto che Di Gioia è o appare essere sicuro di vincerle queste primarie.
Né ammette che si facciano le pulci alla sua reale appartenenza al centro sinistra. Scomoda il suo testimone di nozze, il prof. Dell'Andro, per ribadire di essere sempre stato moroteo, “democristiano di centro, che guardava a sinistra”.
Di Gioia ritiene che la coalizione senza di lui non possa prevalere, lo dimostra con i numeri, affermando: “Per vincere le elezioni a Molfetta ci vogliono 18mila voti, la sinistra, che presenta Mino Salvemini, ne conta 5mila, se si sommano i voti degli altri partiti se ne raggiungono massimo 12mila, esattamente quelli raccolti, dal tempo del “Percorso” in poi, dal centro sinistra che fa capo all'Unione; insomma siamo noi il valore aggiunto che fa vincere”. Perché proprio lui ed i movimenti che lo sostengono, lo motiva subito dopo: “Io rappresento una grande apertura per una parte del popolo molfettese che in buona fede ha votato Tommaso Minervini e che oggi si rende conto di essere stata imbrogliata”.
Fa anche previsioni su quanti cittadini risponderanno all'appello delle primarie del 4 dicembre, almeno 4/5mila, e lancia anche qualche frecciatina ai suoi antagonisti, alla sinistra unita “tutti figli e nipoti del vecchio Pci” e a Cosimo Altomare, candidato a suo dire di “parte della Margherita”, partito cui conferma di essere iscritto e in cui ricopre il ruolo di dirigente regionale.
Si dichiara disposto a confrontarsi con tutti, da Rifondazione a Matteo d'Ingeo, per chiarirne le riserve mentali.
Sul palco, assieme a Di Gioia, Gianni Ventrella degli Ambientalisti e De Robertis della “Primavera in movimento”, con questi movimenti sosterranno la sua candidatura anche il “Riscatto della città”, la Dc, il “Movimento dei Pensionati” e il “Laboratorio”, fra i cui esponenti Di Gioia ha citato e ringraziato per l'appoggio: Mariano Caputi, Onofrio Caputo e Nicola Angione.
Assieme a questi, punta al consenso dei moderati della città e conclude: “Se non mi fossi candidato, il centro sinistra avrebbe dovuto inventarlo un Lillino di Gioia per dialogare con il centro”.
Lella Salvemini