La sinistra sconfitta sulla riforma della scuola
Caro direttore,
all’indomani dell’esito elettorale è l’ora di fare autocritica sulle responsabilità politiche della sconfitta del Centro-Sinistra, dei DS in particolare. Cominciamo a dire che un piccolo contributo è stato dato da quel geniale esempio di politica “socialdemocratica” che è stata la riforma della scuola.
L’Ulivo, in un Paese che ha una delle più basse percentuali del Pil dedicate all’istruzione procede ad una riforma che nessun Governo precedente si era mai sognato di compiere: il finanziamento pubblico della scuola privata. Certo, in molti Paesi d’Europa è stata fatta la stessa cosa, ma è pur vero che in ognuno di quei Paesi la percentuale e la qualità delle risorse destinata alla scuola pubblica non è lontanamente paragonabile agli spiccioli destinati alla scuola italiana.
Altro tema è quello della riduzione dell’orario di lavoro: in Germania viene applicata autonomamente dalle grandi aziende, in Francia è un provvedimento varato dal Governo socialista, ed in Italia? Bertinotti la impose a Prodi ed il Governo Prodi cadde. E poi? Straordinari nelle fabbriche e nei call-center, dappertutto insomma.
Ricordiamo a noi stessi che qualche tempo fa il presidente della Repubblica chiese il varo di un provvedimento in extremis per bloccare le liste civetta, espediente disonorevole a danno delle liste minori permesso da un buco della legge elettorale. Risultato: completamente disatteso. Berlusconi ne è uscito addirittura avvantaggiato se è vero che ha diritto a più seggi di quanti siano i suoi candidati.
E’ davvero tutta colpa di Bertinotti? Non siamo superficiali. La nostra è stata la politica più filoconfindustriale e filovaticana degli ultimi vent’anni. Ecco perché abbiamo perso i voti. Per un lavoratore che riceve lo stipendio medio più basso d’Europa o per uno studente che non ce la fa a pagare le tasse universitarie è importante che ad interessarsi delle sue questioni sia la Sinistra o la Destra ?
Con profonda stima
Nino Caputo