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La sfida sull'ospedale di Molfetta fra due bugiardi: Emiliano e Azzollini
21 giugno 2017

MOLFETTA – Si gioca sull’ospedale una delle partite per il ballottaggio per l’elezione a sindaco di Molfetta tra Tommaso Minervini, leader del ciambotto di destracentro Tammavini (il pesce grosso Saverio Tammacco che si magia il pesce piccolo Minervini vedi la vignetta di “Quindici” di Michelangelo Manente) e Isabella de Bari candidata del sen. Antonio Azzollini e della destra fascista e xenofoba che sostiene la coalizione.
Le altre partite sono quella della raccolta differenziata e del porto, sulla prima siamo ansiosi di vedere all’opera il nuovo sindaco e su questo vigileremo e racconteremo, sul porto gli sviluppi saranno imprevedibili, ma preferiamo non anticiparli, per ora, per mantenere la suspense.

Tornando all’ospedale, questa sera Michele Emiliano presidente della Regione Puglia, nonché assessore alla sanità, delega che non ha alcuna intenzione di cedere, torna a Molfetta per benedire il ciambotto di Tommaso Minervini, il destracentro che a lui piace tanto che, promette di passare dalla zuppa di pesce alla molfettese al brodetto alla vastese che, come è noto, è più ricco: contiene anche crostacei e altri prodotti ittici. Infatti, pur avendo escluso apparentamenti, Tommaso Minervini ieri ha lanciato una delle esche raffigurate sulla copertina di “Quindici” del mese scorso, in direzione dell’area pubblica di Bepi Maralfa: «Un uomo delle istituzioni un sincero democratico non chiude alle esperienze buone. Nel dialogo con gli elettori di "area civica", emerge la condivisione su alcuni punti che mi impegno a complementare col programma della mia coalizione. 1) Allargamento della misura alle nuove povertà; 2) Contratti di locazione assistiti dal Comune per gli indigenti 3) Revisione annuale del Piano Sociale di Zona; 4) Orchestra giovanile "Molfetta in Musica"  5) Attività organizzate per la Cultura della Legalità, trasparenza ed Anticorruzione».

La benedizione di Emiliano passa anche da qualche bugia sull’ospedale, come quella che non ci sarà alcuna chiusura, anzi sarà potenziato come dicono Minervini e i suoi, promesse da marinaio alle quali Emiliano ci ha abituato, quando sappiamo tutti che il piano di riordino ospedaliero è già operativo e comunque difficilmente si potrà modificare radicalmente, come sarebbe nel caso in cui venisse salvato l’ospedale di Molfetta, con immaginabili proteste degli altri Comuni esclusi. Ma le campagne elettorali sono fatte per questo: illudere gli elettori, prendere i voti e poi arrivederci fra 5 anni, quando la gente avrà dimenticato e si potranno raccontare nuove bugie.

Ad Emiliano ha lanciato il guanto di sfida Antonio Azzollini, accusato a sua volta di dire bugie ai cittadini. Il senatore (che ormai non nasconde più la sua presenza diretta in campo, senza bisogno della sua prestanome Isabella de Bari) si dice pronto ad un confronto diretto con il presidente della Regione Puglia e auspica un invito al dibattito di questa sera in piazza Paradiso. E avverte: «ricordati di portare le delibere perché io quelle porterò e potremo dimostrare tutto alla nostra cittadinanza».

Certo, sarebbe un bel confronto che difficilmente ci sarà, perché i due, checché ne dica Emiliano (“siamo di due categorie diverse”) sono troppo simili e i confronti si fanno fra diversi, non fra simili. Entrambi non amano i confronti soprattutto con i giornalisti: il primo se li sceglie (amici che non gli fanno domande scomode alle quali non saprebbe rispondere), il secondo non fa conferenze stampa, ma invia veline ai giornali amici. In quanto a democrazia, nessuno dei due può dare lezioni. Anzi! E perfino la manfrina di questa sera, è tutta studiata a tavolino, per evitare situazioni imbarazzanti. Tommaso e Michele hanno invitato i cittadini a inviare domande, alle quali loro risponderanno (naturalmente dopo aver vagliato quelle meno imbarazzanti).

A questo livello è arrivata la politica a Molfetta (e in Italia). Chi devono scegliere i cittadini di Molfetta domenica 25 al ballottaggio? Il ritorno al passato della destra fascista e xenofoba di Azzollini rappresentata dalla prestanome Isa? Oppure il ritorno al futuro del ciambotto Tammavini che ha perfino la faccia tosta di illudere i giovani su un loro ruolo da protagonisti, da nuova classe dirigente, quando si ripropongono loro, il vecchio della vecchia classe dirigente, e sono talmente tanti e assetati di potere, che difficilmente ci potrà essere spazio per i giovani, che potranno sperare solo nel prossimo decennio di poter aspirare a un qualche ruolo pubblico. Sempre che i longevi della politica, lascino loro spazio. Del resto non c’è bisogno di essere profeti: basta guardare a quello che hanno combinato alla giovane sindaco Paola Natalicchio questi signori che si dichiarano il nuovo. E perfino i giovani democratici di un Pd ridotto alle briciole, ci hanno creduto. Se le nuove generazioni non sanno cogliere questi segnali, potranno solo piangere se stesse.

I sostenitori di Tommaso e anche lo stesso candidato sindaco del destracentro sostengono che a Molfetta arriveranno i soldi dalla Regione (di qui la presenza di Emiliano, quasi a confermarlo), dal governo centrale, dall’Unione europea: una pioggia di denaro che servirà a rilanciare Molfetta. Poveri illusi!

Intanto resta il dilemma: chi votare domenica fra le due destre? La coalizione meno peggio? Qualcuno ce la sa indicare? E’ solo una sfida fra due bugiardi politici. A chi credere?

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