La passione costituzionale di Anna Finocchiaro
Si parla di Costituzione, al Rotary Club di Molfetta, con Anna Finocchiaro, già senatore della Repubblica e voce autorevole del panorama politico nazionale. L’ex senatrice, intervistata dalla giornalista Ada Fichera, ha lasciato la politica attiva dal 2018 e ora si impegna nella formazione delle nuove generazioni parlando di Costituzione nelle scuole. La nostra Costituzione è un documento di inestimabile valore e bellezza. Non è anacronistico parlarne, afferma il vicesindaco Sara Allegretta, principi e valori enunciati nel documento sono ancora oggi straordinariamente attuali: il principio di uguaglianza, il riconoscimento del diritto al lavoro, la partecipazione dei cittadini alla vita politica e sociale del paese. Tante ed altissime aspirazioni non ancora tradotte fino in fondo. La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, la prima fonte del diritto. E’ stata approvata nel 1947, allorché si chiuse l’orrore della guerra e delle atrocità che la contraddistinsero (leggi razziali e olocausto). Il paese prese il destino nelle proprie mani e scelse la Costituzione come antidoto alla tragedia e al prevalere del male. Il documento è un’opera collettiva, nasce attraverso un serrato confronto tra diverse forze politiche. L’intento principale dei padri costituenti fu delineare un progetto di società giusta alla quale ci approssimiamo sempre con difetto rispetto alla compiutezza che la Costituzione indica. Non una Repubblica democratica dei lavoratori ma, come insistette Amintore Fanfani, una Repubblica fondata sul lavoro (art. 1) poiché il lavoro ci fa esistere individualmente secondo le nostre inclinazioni e possibili preferenze e al tempo stesso concorre al progresso materiale e spirituale della società (art. 4). Da Aldo Moro a Giorgio La Pira, forte fu anche l’insistenza per il coinvolgimento dei cittadini e per una loro effettiva partecipazione all’organizzazione politica, sociale e economica del paese (art. 3). L’intero documento è permeato dall’urgenza di garantire questo diritto poiché le masse prima di allora erano state estromesse. Il principio di uguaglianza (art. 3) è uno dei più fecondi della Carta costituzionale. La sua importanza fu reclamata, durante i lavori dell’assemblea, da una giovane donna di soli venticinque anni, Teresa Mattei. Il fratello fu torturato a morte dai nazisti, lei stessa fu arrestata e violentata. Teresa Mattei intervenne direttamente nella scrittura dell’art. 3 chiedendo di inserire l’espressione “di fatto” (“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione…). L’uguaglianza, dunque, non va solo reclamata ma va fatta menzione di tutti gli ostacoli che la limitano. Si è raggiunto l’obiettivo dell’uguaglianza, dal 1947 ad oggi? La risposta è no, poiché tante ed altissime aspirazioni della Carta Costituzionale non si sono concretizzate, il progetto non si è avverato fino in fondo, c’è ancora uno scarto tra ciò che la Costituzione ci può dare. La Costituzione è un’opera infinita e inesauribile a cui ci si approssima in continuazione. Si parla anche di diritto di voto durante la serata (art. 48), un diritto poco percepito in Italia a causa della dilagante sfiducia nelle istituzioni. In tutte le società occidentali c’è una disaffezione verso il voto, aggiunge Anna Finocchiaro. Noi decidiamo di non andare a votare mentre, nei paesi in cui viene il diritto al voto viene negato, il voto ha un valore. Il tema della sfiducia e dei limiti della democrazia rappresentativa è un tema attuale ma, se chi ha diritto di voto decide di non votare, deciderà al posto suo chi non è titolato. Andate sempre a votare, esorta Anna Finocchiaro, per avere il diritto di poter contare e di poter partecipare. La democrazia rappresentativa per quanto difettosa, è il miglior modo di governare, non c’è sistema più efficace per affermare ugualmente i diritti di ciascuno. Anna Finocchiaro si esprime anche sull’opportunità di votare “No” al referendum costituzionale del 29 marzo che prevede una taglio di 200 parlamentari al Senato e di 400 alla Camera con una forte riduzione della loro rappresentatività livello territoriale. Regioni meno popolate, come il Molise, l’Abruzzo o il Trentino perderebbero un numero consistente di parlamentari mentre, nella composizione dei collegi, si passerà da 50.000 a 300.000 abitanti per ogni deputato o senatore. Meno rappresentatività significa meno pluralismo e più capacità di controllo da parte dei leader di partito sui gruppi parlamentari. Si perdono anche le competenze specialistiche di chi è in commissione, di chi, negli anni, ha studiato e si è formato. Le commissioni parlamentari sarebbero dimezzate e non potrebbero svolgere un lavoro efficace pur costituendo il cuore del sistema. Infine, l’ex senatrice, ci offre il suo parere sull’importante ed insostituibile ruolo della Corte Costituzionale che, con le sue sentenze, ci mette continuamente di fronte al l’inadeguatezza della legge di fronte al progetto costituzionale e fa ciò che il Parlamento, il legislatore non riesce a fare, raccogliendo il senso profondo e non superficiale del tempo e delle questioni sociali (si pensi alla questione del “fine vita”). “Passione e Costituzione” è il primo di un ciclo di incontri del Rotary Club in cui vi sarà un ospite di prestigio. La rassegna, intitolata “Infinite bellezze”, vuole essere un viaggio attraverso le tante forme della bellezza italiana con temi che, di volta in volta, spazieranno dalla politica alla cultura, dall’arte al giornalismo, dalla filosofia alla musica, attraverso interviste a personalità note del mondo politico e culturale. Il prossimo ospite sarà, nell’incontro del 7 marzo, il giornalista, scrittore e filosofo Marcello Veneziani