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La forza delle donne all'IISS “Mons. Antonio Bello” di Molfetta
25 novembre 2016

MOLFETTA - L’IISS “Mons. Antonio Bello” di Molfetta, da tempo impegnato in percorsi di educazione alla legalità ed alla cittadinanza attiva, oggi in occasione del 25 novembre 2016 - Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea Generale della Nazioni Unite, propone iniziative per sensibilizzare le studentesse e gli studenti sul tema della violenza di genere e più in generale sul ruolo delle donne nella società.

A partire dal giorno 22 novembre si è svolta una Rassegna cinematografica sul tema dal titolo “Raccontacinema: la forza delle donne“ .
L'azione di sensibilizzazione si concluderà domani, sabato 26 novembre alle ore 8.30 nell’Auditorium dell’Istituto con una giornata di riflessione sul tema che vedrà l’intervento di esperti provenienti dal mondo forense, associativo ed istituzionale e coinvolgerà gli alunni delle quinte classi.

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Oggi i tempi sono cambiati, ma il ruolo della donna appare contraddittorio nel suo profilo sociale e denso di inquietudine; infatti se da un lato l'emancipazione femminile ha permesso di stabilire un rapporto di parità con l'uomo sia in campo sociale sia lavorativo, dall'altro ha creato una nuova situazione di svantaggio per le donne che, oltre al lavoro fuori casa, devono fare anche quello domestico, che è sempre stato, e probabilmente sempre sarà, di sua competenza. Le donne hanno conquistato il loro posto nel mondo del lavoro ed hanno avuto accesso a tutte le professioni, sia in quelle più femminili come la moda, l'insegnamento, il turismo, la sanità, sia in quelli che un tempo erano esclusivamente riservati agli uomini, come la magistratura, la polizia, l'ingegneria, l'industria, ecc. La legge approvata nel 1975 istituisce il diritto di famiglia sia per l'uomo sia per la donna e elimina l'inferiorità economica, giuridica e morale della donna. Alcune donne possono sopportare il ruolo di madre, di sposa e di lavoratrice, perché possono contare sulla collaborazione del marito o dei figli o sull'aiuto esterno (colf, ecc.), molte altre si sentono schiacciate da tanti compiti e vivono in uno stato di ansia e di insoddisfazione che spesso le porta a rinunciare al lavoro, alla propria indipendenza per soddisfare le esigenze della famiglia o, viceversa, le porta a rinunciare al matrimonio per dedicarsi alla professione. I servizi sociali che dovrebbero aiutare la donna a seguire i suoi impegni senza penalizzare né la famiglia né il lavoro sono pochi: gli asili nido e le scuole materne sono a numero chiuso con graduatorie e lista d'attesa, le scuole medie coprono una fascia oraria che non permette alla madre un lavoro a tempo pieno, gli orari dei negozi, soprattutto alimentari e degli uffici pubblici non tengono conto delle lavoratrici. Questa situazione porta molte donne a fare piccoli lavori, di poche ore al giorno, per aiutare economicamente la famiglia e altre a cercare un'occupazione quando i figli sono grandi e autosufficienti. Infine non dimentichiamo le donne manager o come vengono chiamate nei film e negli spot le donne “in carriera” che in Italia sono ancora poche e spesso per conquistare la loro posizione devono lottare contro i pregiudizi e la mentalità conservatrice e sacrificare la famiglia per la carriera. In una famiglia nuova e più aperta, i genitori infatti si devono occupare entrambi delle necessità e della crescita dei figli, seguendoli da vicino. Per tanto tempo tali compiti sono stati affidati solo alle donne,ma questo non è più possibile, la vita di oggi ha bisogno che la donna entri nel lavoro e si realizzi nella famiglia, occupando il suo posto a pieno titolo nella società.
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