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L'Ospedale di primo livello e il problema degli anziani a Molfetta
08 febbraio 2017

Caro Direttore,
la visita degli ospedali di Molfetta, Terlizzi e Corato da parte del Presidente Emiliano ha confermato la volontà della Regione Puglia di far nascere nel nord barese un ospedale di 1° livello. Dove nascerà l’ospedale, è ancora presto per saperlo.
Noi per anni, abbiamo evidenziato le peculiarità del nostro del nostro ospedale che, non sono poche, ed in parte dovute anche ai milioni di euro spesi per renderlo più efficiente. Infatti è stato rinnovato completamente il reparto di Radiologia; rifatto ed ampliato il Centro Trasfusionale; è stato completamente rifatto ed ammodernato il pronto soccorso; sono state costruite ben quattro sale mortuarie; messo in servizio cinque nuovi ascensori, capaci di veicolare 70 persone ai piani superiori in soli pochi secondi; non dimenticando mai di mettere in risalto la felice ubicazione che, lo rende facilmente raggiungibile.
Detto questo, dobbiamo solo attendere con la massima fiducia, considerato che, nel comitato per la realizzazione di questo ospedale, abbiamo medici di grande spessore morale, culturale e professionale in rappresentanza di Molfetta e Terlizzi, assicurandone l’assoluta imparzialità. Va subito sottolineato che, nessuno degli ospedali sarà chiuso e non potrebbe essere diversamente, considerato che, la composizione demografica futura sarà molto diversa da quella attuale. La popolazione degli over 65 nel 2050 sarà vicina al 30% del totale (un milione di anziani solo in Puglia!) e tra questi molti saranno ultra ottantenni, con tutti i problemi e le patologie di questa fascia di età.
La Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che, i due terzi della spesa sanitaria sarà assorbita dagli anziani; per il resto della popolazione sarà disponibile solo un terzo. Problema molto serio che va subito affrontato, oggi, e non il 2050. A titolo di esempio, Milano, ha oggi ben 29 posti letto per 1.000 anziani; in Puglia gli anziani rientrano nei posti letto previsti dal piano. Non è così. I politici devono incominciare a guardare molto lontano.
Sicuramente, la Regione provvederà a potenziare il territorio di tutte quelle strutture capaci di sostenere la pressante richiesta medica e sanitaria, senza perdere tempo. Non va dimenticato che, una buona assistenza sul territorio può ridurre i ricoveri ospedalieri fino al 50%, con una significativa riduzione di spesa.
Noi del T.D.M. non abbiamo mai fatto campanilismo di sorta, abbiamo sempre difeso il diritto alla salute, il diritto ad essere curati. Per questo il T.D.M. nazionale, ha ricevuto una medaglia al valore civile dal Presidente della Repubblica, “Per l’opera veramente meritoria spesa in difesa dei diritti del malato”. Non abbiamo bisogno di riconoscimenti e visibilità. Se non abbiamo mai sostenuto la costruzione di un nuovo ospedale in questo territorio, è stato solo dettato dalla convinzione, che la situazione economica e finanziaria attuale (e futura) non lo consente, ed anche perché, consapevoli che, tra non molto andrà in cantiere il nuovo grande ospedale di Andria che, fortunatamente è già stato finanziato.
Rimaniamo in attesa della decisione regionale, consci di aver fatto fino infondo il nostro dovere, facendo anche convocare dalla direzione di Cittadinanzattiva Puglia, il Consiglio Sanitario Regionale.

Vitangelo Solimini
Cittadinanzattiva

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Il futuro dei prossimi anziani? Tratto da un'intervista di Alessandro Rosina, demografo dell'Università Cattolica di Milano. - "La politica pensa all'immediato. E i giovani hanno sospeso il giudizio sul mfuturo. La popolazione inattiva aumenta, mentre la fascia produttiva si riduce. In Italia nessuno pensa al futuro, tra 40 anni sarà un disastro. Le riforme pensionistiche hanno posticipato l'età pensionabile, legando la pensione ai contributi versati. Ma la crisi economica, la precarietà del lavoro e i redditi bassi fanno prospettare un futuro economico tutt'altro che roseo per i più giovani, con pensioni molto basse. I lavoratori precari del presente saranno precari anche nel futuro. Finora l'assicurazione sono state le famiglie, e del futuro dei 30enni non se ne è occupato nessuno. Tra 40 anni, quando non ci saranno neanche più le famiglie, sarà un disastro. La politica italiana non pensa al futuro dei giovani, perché quello che importa è sempre solo la prossima tornata elettorale. Intanto i giovani sul futuro sospendono il giudizio perché non hanno gli strumenti per farlo. Tutti dicono che dovrebbero farsi una pensione integrativa. Ma come fanno, se già fanno fatica a pagare l'affitto di casa con gli stipendi bassi che si ritrovano? - L'immigrazione, quale sarà il rapporto con i nuovi cittadini? -"I nuovi arrivi per lavoro in Italia stanno diminuendo per via della crisi economica. Non abbiamo investito in politiche di integrazione. E l'immigrazione più preparata si sta spostando verso altre mete. Noi prendiamo un po' quello che ci capita, che di solito sono lavoratori destinati a fare lavori poco qualificati. E anche gli immigrati più istruiti li mettiamo a fare lavori scarsamente qualificati. Chi ha ambizioni andrà in Paesi che offrono maggiori opportunità. Ci prendiamo la peggiore immigrazione e non attraiamo talenti."


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