L’economia della Puglia in preoccupante calo
Nei primi nove mesi del 2023 secondo il Rapporto della Banca d’Italia di Bari
Nei primi nove mesi del 2023 l’economia pugliese è cresciuta con un’intensità contenuta. Secondo quanto stimato dall’indicatore trimestrale delle economie regionali (ITER) della Banca d’Italia, nel primo semestre del 2023 Fattività economica è aumentata dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, in linea con la media dell’Italia e del Mezzogiorno e in rallentamento rispetto alla media del 2022 (3,3%). La crescita è stata più vivace nel primo trimestre e ha decelerato nel secondo; le informazioni disponibili indicano che la debolezza dell’attività economica si sarebbe estesa anche al terzo trimestre. L’INDUSTRIA Nella prima parte del 2023 l’andamento dell’attività industriale ha continuato a risultare debole. In base ai dati del sondaggio congiunturale della Banca d’Italia, nei primi nove mesi dell’anno quasi la metà delle imprese ha registrato una crescita del fatturato nominale rispetto allo stesso periodo del 2022; il saldo tra la quota di imprese con fatturato in aumento e quella delle imprese che hanno segnalato un calo è risultato però inferiore rispetto alla stessa rilevazione dello scorso anno. L’andamento è stato sostenuto da quello dei prezzi di vendita e ha risentito in particolare del calo delle vendite all’estero. Si sono allentate sensibilmente le tensioni sulle catene di fornitura: solo il 12% delle aziende ha segnalato persistenti difficoltà di approvvigionamento di input non energetici (erano circa il 50% nel sondaggio dello scorso anno). Le imprese hanno beneficiato anche della riduzione dei prezzi dell’energia: la frazione di quelle che ha dichiarato un’incidenza dei costi energetici superiore al 10% si è più che dimezzata, dal 37 al 17%. L’accumulazione di capitale e rimasta nel complesso debole: vi hanno inciso l’incertezza del quadro congiunturale, l’aumento dei tassi di interesse e le più restrittive condizioni di accesso al credito. LE ESPORTAZIONI Dopo la forte ripresa del 2022 nel primo semestre del 2023 le esportazioni hanno registrato un calo dell’1,4% a valori correnti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte della crescita del Mezzogiorno e dell’Italia (rispettivamente 1,3 e 4,2%). Il valore delle vendite estere continua a essere influenzato dal 1°andamento crescente dei prezzi: tenendone conto, la flessione dell’export pugliese risulta molto più accentuata (-5,7%). Alla riduzione hanno contribuito il comparto chimico, il siderurgico, che risente dei bassi livelli di produzione dello stabilimento ex Ilva di Taranto, il comparto agricolo, quello dei mobili e quello degli articoli in gomma; un contributo positivo è invece giunto, oltre che dall’estrattivo (per produzioni in parte realizzate in Basilicata), anche dalle vendite di prodotti alimentari, autoveicoli, aeromobili e macchinari. LE COSTRUZIONI Nell’anno in corso la crescita del settore delle costruzioni ha rallentato: l’indebolimento è ascrivibile al segmento residenziale. Si è infatti ridotto il numero delle compravendite di abitazioni (-14,5% nel primo semestre) e i prezzi delle case sono risultati in lieve calo (-1,6%). Nei primi nove mesi del 2023 in Puglia sono state depositate oltre 2.700 asseverazioni per il Superbonus, un valore inferiore di quasi tre quarti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’importo degli investimenti ammessi a detrazione dall’introduzione della misura ha superato i 4,5 miliardi alla fine di settembre. Nell’edilizia pubblica, quasi un terzo delle aziende intervistate nel sondaggio ha dichiarato che il PNRR ha determinato un aumento delle commesse nei primi mesi del 2023. Secondo nostre stime, alla data del 10 ottobre risultano assegnati a soggetti attuatori pubblici per progetti in Puglia 9,1 miliardi nell’ambito di PNRR e PNC, circa 2.300 euro pro capite (2.100 nella media nazionale). Fino a giugno 2023 le Amministrazioni pubbliche avevano bandito procedure per un importo di circa 2,6 miliardi per interventi in Puglia, pari a circa il 35% degli importi che necessitano di una gara, a fronte del 44% nella media nazionale. I SERVIZI Gli indicatori delineano un’ulteriore crescita dell’attività dei servizi, pur in presenza di un rallentamento dei consumi. Alla crescita ha contribuito il turismo. Secondo i dati parziali e provisori dell’Agenzia regionale del turismo (Puglia promozione), nei primi otto mesi del 2023 arrivi e presenze in regione sono cresciuti del 5,5% e del 3,0% rispettivamente nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. L’andamento positivo dei flussi è attribuibile agli stranieri, le cui presenze sono cresciute del 14,0%, mentre quelle dei turisti italiani sono lievemente diminuite (-0,5%). La dinamica è stata più intensa nei mesi invernali e primaverili, si è quindi indebolita nei mesi estivi, risultando lievemente negativa ad agosto, per effetto del calo dei turisti domestici rispetto allo stesso mese dello scorso anno. II MERCATO DEL IAVORO E LE FAMIGLIE Nel primo semestre dell’anno l’occupazione ha continuato rispetto allo scorso anno. L’incremento ha interessato soprattutto la componente femminile. La crescita degli occupati è stata sostenuta sia dai lavoratori autonomi sia da quelli dipendenti. Nel confronto con il primo semestre del 2022, la dinamica delle attivazioni nette ha rallentato nel settore delle costruzioni. L’andamento degli occupati si è riflesso positivamente sull’offerta di lavoro, su cui ha inciso anche il maggior numero di persone in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione è infatti aumentato al 12,5%, mentre quello di attività ha raggiunto il 57,9%. Per i consumi delle famiglie è previsto quest’anno un forte rallentamento in termini reali, sul quale continua a incidere il rialzo dei prezzi. L’inflazione, in diminuzione rispetto ai livelli massimi raggiunti lo scorso dicembre, continua ad essere sostenuta soprattutto dalla componente dei beni alimentari e dalle spese relative all’abitazione e alle utenze. A settembre l’indice NIC ha raggiunto il 5,4%, un valore in linea con la media italiana. L’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA Nei primi mesi del 2023 i finanziamenti alla clientela residente in Puglia hanno progressivamente rallentato, sino a far registrare ad agosto una sostanziale stagnazione (-0,3% su base annua, dal 3,0 del dicembre precedente). L’andamento dei prestiti al settore produttivo è divenuto negativo (-2,5% ad agosto su base annua). Il calo ha riguardato le imprese di tutte le classi dimensionali, ma è stato più intenso per quelle più piccole; tra i settori, sono rimasti sostanzialmente stabili i finanziamenti alle imprese di costruzioni, mentre la dinamica è stata negativa per i servizi e, soprattutto, per il manifatturiero. I prestiti alle famiglie sono cresciuti a giugno del 3,3%, dal 5,1 di fine 2022, risentendo dell’aumento dei tassi e di criteri di accesso al credito divenuti più selettivi. In un contesto di crescita della spesa familiare, è proseguita l’espansione del credito al consumo (5,6% a giugno), con un’intensità di poco inferiore a quella di dicembre 2022 (6,0%). La decelerazione dei prestiti per l’acquisto di abitazioni è stata più decisa: il tasso di crescita dei mutui è passato dal 5,4% di fine 2022 al 2,7% dello scorso giugno. La dinamica ha risentito del calo delle nuove erogazioni (-30,5% nel primo semestre 2023) rispetto allo stesso periodo del 2022. LA QUALITÀ DEL CREDITO Nel primo semestre del 2023 il tasso di deterioramento è aumentato di un decimo di punto percentuale rispetto alla fine del 2022, raggiungendo l’1,4%, un valore basso nel confronto storico. La dinamica e attribuibile alle imprese di costruzioni; l’indicatore è invece rimasto sostanzialmente invariato per le aziende operanti negli altri comparti e per le famiglie. A giugno la quota di prestiti bancari deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, si e attestata al 5,0% del totale; circa la metà della quota è ascrivibile alle sole sofferenze. LA RACCOLTA A giugno di quest’anno i depositi bancari sono risultati in calo del 2,2% su base annua, in egual misura sia per le famiglie sia per le imprese; si è interrotta pertanto la crescita via via più contenuta che aveva caratterizzato lo scorso biennio. La dinamica ha risentito soprattutto della ricomposizione a favore di attività finanziarie che garantiscono rendimenti più elevati. In particolare, al calo dei depositi in conto corrente si e associata la crescita di quelli a risparmio (3,2%) e dei titoli a custodia, sostenuti dai maggior investimenti in titoli di Stato.