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Il Sindaco di Molfetta ricorda Girolamo Minervini a 40anni dalla sua uccisione per mano dei brigatisti
Il giudice Girolamo Minervini
18 marzo 2020

MOLFETTA - «Vorrei ricordare oggi 18 marzo un servitore dello Stato: Girolamo Minervini, uomo del tutto particolare, schivo, modesto e nello stesso tempo consapevole delle proprie capacità. Uomo incapace di arrogarsi privilegi e predicare, nel contempo, libertà ed uguaglianza, ucciso dalle BR il 18 Marzo 1980».
Comincia così il ricordo che il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini ha affidato ad una lettera.

«Soprattutto – sottolinea il sindaco – vorrei ricordare i valori che quell’uomo rappresentava e che ancor oggi lo Stato, nel suo insieme, ha il dovere, insieme al ricordo, di rappresentare. Valori fondanti e vitali della convivenza civile; e dare senso oggi, ai tanti servitori dello Stato, il cui sacrificio non può essere confinato nella memoria di una generazione ma indicato quale esempio civile alle giovani generazioni. Un ricordo vano se assistiamo inermi a quanto successo recentemente nelle carceri Italiane e pugliesi.
Una sollecitazione che intendiamo segnalare, soprattutto ai giovani della nostra Città di Molfetta.
Girolamo Minervini, nato a Teramo il 4 maggio 1919, il padre Cosmo, questore, girava l’Italia, ma tutta la famiglia di Girolamo Minervini è di origini molfettesi da generazioni.
Infatti il legame con Molfetta era fortissimo, le sue visite erano ricorrenti. Oltre la passione per i nostri riti pasquali e le feste patronali, Girolamo Minervini, ripeteva di avere nel sangue la molfettesità, specie quella legata al mondo contadino. Girolamo Minervini è nella galleria della uomini illustri della Città. Esemplificativo il racconto che ne fece il Sindaco di Molfetta Carnicella nel marzo 1992, pochi mesi prima che anch’egli fosse ucciso».

Ma lo stesso Tommaso Minervini ebbe l’onore, giovanissimo, di frequentare Girolamo Minervini negli anni 1975/1976. Fu Beniamino Finocchiaro a farglielo conoscere per ricevere le lezioni sulla riforma dell’ordinamento penitenziario che vide la luce nel 1975.

«L’istruttoria formale, giuridica e culturale di quella riforma – continua il sindaco - fu preparata sin dal 1970 da uomini come Girolamo Minervini che affrontò gli anni duri delle contestazioni e delle rivolte carcerarie degli anni 70, pre riforma. Senza disarmare lo Stato, come invece ci è capitato di vedere sgomenti nelle vicende di queste ultime settimane.
Ecco chi era – conclude il sindaco - Girolamo Minervini. Entrato in Magistratura nel 1943, ucciso dalle BR il 18 marzo 1980: un simbolo positivo rispetto ai qualunque di oggi».

 

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