“Il porto, un equivoco mai risolto: fallimento evidente”
L’INTERVISTA. Domenico Gagliardi consigliere comunale di Molfetta libera
Qual è la sua opinione sull’ultima vicenda giudiziaria del porto di Molfetta? «L’ultima indagine condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Molfetta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani inerente il Porto di Molfetta racconta dell’ennesimo colpo inferto alla nostra comunità da soggetti senza scrupoli. Purtroppo, con estremo dolore, siamo ancora una volta costretti a vedere la nostra città salire agli onori della cronaca per qualcosa di estremamente negativo. Come se non bastassero l’emergenza sicurezza (non si può neanche più parlare di emergenza visto che si tratta ormai di fenomeno divenuto patologico) e le indagini del passato su appalti e sullo stesso Porto la nostra Molfetta si ritrova a fare i conti con una indagine che fa tremare i polsi. Quando, infatti, si legge che nel Porto sarebbero state versate 40 mila tonnellate di materiale non conferme al capitolato viene da chiedere quali saranno le conseguenze (anche di salute) ai danni della comunità. Nella qualità di consigliere comunale sono grato ad istituzioni fondamentali quali i militari delle Fiamme Gialle e i Magistrati che con il loro incessante lavoro consentono di fare luce su atti criminosi soprattutto quando queste azioni, come in questo caso, involgono anche il nostro ambiente. Tantissimi cittadini hanno scritto al sottoscritto e alla comunità che rappresento (Molfetta Libera Area Pubblica/Sinistra Italiana) per avere risposte chiare ed esaurienti su questa vicenda. Per questa ragione, di concerto con i consiglieri comunali rappresentativi di tutte le forze di opposizione, abbiamo chiesto, ai sensi dell’art. 8 del Regolamento del Consiglio Comunale, la convocazione di un Consiglio straordinario che trattasse con urgenza di questa inquietante vicenda. Con questa richiesta abbiamo chiesto al Sindaco e all’amministrazione di riferire in particolare: • sullo stato di avanzamento dei lavori di quelle opere coinvolte in vicende giudiziarie; • sulla nuova indagine legata ai lavori di realizzazione del Nuovo Porto commerciale e sui lavori di completamento dello stesso; • sulla gestione degli appalti pubblici e sull’organizzazione interna degli Uffici comunali. Ci attendiamo risposte chiare perché non solo i consiglieri comunali di minoranza ma la città tutta ha bisogno di chiarimenti precisi su quanto contestato dagli inquirenti». La costituzione di parte civile serve al sindaco Minervini a tirarsi fuori da questa vicenda. Lui ha delle responsabilità almeno politiche? «Facciamo chiarezza sul punto. La costituzione di parte civile è un atto mediante il quale la persona offesa o danneggiata dal reato chiede un risarcimento del danno in sede penale. Tramite tale atto, dunque, si discute del risarcimento del danno di un soggetto nel corso del processo penale. Si tratta, appunto, di un atto processuale che può essere posto in essere solo in sede di udienza preliminare e di processo. E’ un atto che si potrà porre in essere in futuro ma che, quindi, non fornisce risposte sull’allarme per il ‘‘fatto’’ che ha sconvolto la città. Per essere il più chiaro possibile dico che ben venga la costituzione di parte civile in un futuro processo ma tale atto è un atto squisitamente processuale mentre in vicende del genere (e non mi riferisco al solo Porto) occorre la nomina di legali esperti in materia che possano seguire la vicenda fornendo assistenza e consulenza per ‘‘difendere’’ la città anche prima delle schermaglie processuali. In riferimento alle responsabilità politiche dico che il Sindaco già dal lontano 5 novembre 2020 (3 anni fa!) era a conoscenza di un procedimento che aveva ad oggetto (tra le varie imputazioni) quella relativa al monitoraggio ambientale del nuovo porto commerciale. A questo si aggiunga che nel febbraio 2022 lo stesso sindaco in un comunicato stampa aveva dichiarato che erano in corso indagini da parte della Guardia di Finanza riguardo le pietre utilizzate per formare il molo in costruzione. Ebbene nonostante queste preoccupanti notizie l’amministrazione non ha posto in essere comportamenti idonei a porre un argine a quanto stava emergendo». Il porto di Molfetta può considerarsi un caso di cattedrale nel deserto o di sperpero di denaro pubblico? «Il Porto di Molfetta è un grande equivoco mai risolto. Tantissime sono le domande da farsi. La prima: Perché la gestione del Porto non va nelle mani della Regione? I tanti inciampi (giudiziari e non) in cui è incorsa l’opera derivano anche da una gestione lasciata nelle mani della sola città. Una gestione affidata ad un più alto livello amministrativo e istituzionale avrebbe probabilmente evitato molti dei problemi in cui è incorsa l’opera. Ed ancora: qual è la vocazione del nuovo porto? A quali navi si rivolgerà? In buona sostanza ? cosa se ne vuole fare? Sono domande che da anni restano senza risposte e che fanno pensare al reale rischio che ci si trovi di fronte (semmai il Porto si concluderà) ad una autentica cattedrale nel deserto. Il terzo quesito che si impone è il seguente: Un’opera con tali criticità e per cui è stato utilizzato materiale contrario al capitolato potrà mai ottenere il collaudo? Credo realmente sia complicato (per non dire impossibile) che qualcuno si assuma una tale responsabilità. Insomma Direttore per rispondere alla Sua Domanda dico che il rischio di uno sperpero di denaro pubblico senza precedenti sia concretissimo ». Questa amministrazione si sta rivelando incapace di affrontare i problemi e i bisogni amministrativi? «Purtroppo questa amministrazione appare del tutto distante dai bisogni dei cittadini. Sindaco, Giunta e maggioranza appaiono spesso del tutto scollati da una comunità che, in fondo, chiede a gran voce cose semplici. La città reclama una Molfetta a misura d’uomo che anziché focalizzarsi su grandi opere, appalti etc. si concentri su pulizia, decoro urbano e politiche in favore dei più fragili. Da questo punto di vista come ho avuto modo di evidenziare a più riprese nella massima assise cittadina l’attuale amministrazione è completamente carente. Dalla situazione della ASM passando per il Piano Sociale di zona e fino a giungere alle politiche di bilancio il nostro Movimento non ha mancato di rappresentare evidenti limiti e criticità dell’azione di governo. Servirebbero meno proclami, meno sensazionalismi e più concretezza attraverso progetti e buone pratiche immediatamente percepibili dai cittadini che, a causa di questa postura politica, credono sempre meno nell’impatto della politica e delle istituzioni nella vita quotidiana». © Riproduzione riservata