Il Comune di Molfetta vuole fare cassa con la scusa della sicurezza stradale. Via al limite dei 30 all’ora in città, ma al lungomare c’è licenza di correre
MOLFETTA – Il Comune di Molfetta ha deciso di incrementare le entrate oltre che con gli autovelox sulla SS 16 bis, anche con la circolazione urbana a 30 km all'ora, che rallenterà e congestionerà ancora di più un traffico poco scorrevole. A questo si aggiunge l’assenza di zone di parcheggio e il caos è completo, con buona pace di chi nasconde dietro la scusa della sicurezza per aumentare le entrate a danni dei cittadini, senza sbilanciarsi con l’aumento delle tasse, ma con le entrate indirette.
Viene instituita, anche a Molfetta, la Zona 30, lungo via Tenente Ragno e Via Sergio Pansini, due strade che non hanno marciapiedi ma che, sovente, vengono attraversate da auto e moto a velocità sostenuta, e di posizionare, in diverse zone della città, 16 rallentatori, strisce pedonali rialzate, lungo strade a grande scorrimento. Stranamente, l’assessore Roselli poco esperta, dimentica il lungomare Colonna, dove si superano volentieri anche i 50 km all’ora e dove basterebbe installarei rallentatori che c'erano una volta, poi eliminati senza motivo, da qualche assessore alla ricerca di facili consensi. Ma si sa, il lungomare, per una misteriosa ragione, resta una zona privilegiata con licenza di correre, oltre i 50, senza dare precedenza a destra e quindi con frequenti incidenti. Stesso discorso, ad esempio, su via don Cosmo Azzollini, la strada dei divieti di sosta privilegiati e dei parcheggi che ostacolano la doppia circolazione (l'abbiamo segnalato più volte alla polzia locale, che non è stata in grado di darci risposte, né di sanzionare le auto in sosta: un mistero insolubile da anni).
«In pratica il Comune – cerca di giustificarsi l’assessore alla Polizia locale e sicurezza, Caterina Roselli - interviene laddove avrebbe dovuto prevalere il buon senso e il rispetto delle norme del Codice della strada. L’introduzione del limite di velocità è un sistema che in ogni città si sta attivando per salvaguardare la sicurezza dei pedoni. La decisione è stata condivisa anche dal sindaco, Tommaso Minervini. Presto la Zona 30 diventerà operativa, nel frattempo si stanno già predisponendo ulteriori sedici rallentatori su altrettante strade cittadine attraversate a qualsiasi ora del giorno e della notte a velocità sostenuta».
La cosiddetta “Zona 30”, curata dal Comando di Polizia locale, entrerà in vigore quando sarà ultimata la collocazione della segnaletica orizzontale, anche con l’indicazione di più attraversamenti pedonali, e della segnaletica verticale.
La presenza dei nuovi 16 “rallentatori” sarà indicata già a metri di distanza così da consentire di rallentare in tempo utile, dice il Comune.
Quando si è incapaci di gestire il traffico cittadino, si ricorre a questi espedienti, unendo l’utile al dilettevole: paralizzare il traffico e arricchire le casse comunali. Forse l’assessore Roselli crede di essere a Bologna, ma le ricordiamo che siamo a Molfetta, dove il limite dei 50 all’ora, che non va superato, è sufficiente a garantire la sicurezza, tranne in qualche caso limite come via Tenente Ragno, Sergio Pansini, e qualche altra strada, dove, comunque le auto, già ora, nelle ore diurne, non riescono a procedere oltre i 20 km. all’ora.
Forse una maggiore presenza della Polizia locale in città (quasi invisibile o che si limita alle passeggiate in auto), sarebbe più efficace. Ma vallo a spiegare all’assessora, che dovrebbe anche verificare i divieti di sosta tollerati e non sanzionati dalla polizia locale (zone franche?), mentre le fantomatiche auto di servizio sanzionano a trappola anche chi si ferma per due minuti per necessità, non essendoci disponibilità di parcheggi, in una città dove le urbanizzazioni sono sempre deficitarie (pur intascando i soldi dai cittadini). E’ la cultura della gestione del traffico che manca: forse occorre studiare di più per operare meglio, veramente al servizio del cittadino e non in danno con le multe, molte giuste, ma tante ingiustificate, come lamentano i molfettesi che ci scrivono spesso sulla materia e si lamentano di una città invivibile, con buona pace di chi immagina una Molfetta che non c'è, di fronte alla realtà di sporcizia, confusione e microcriminalità. Un premio all'incontrario per la qualità della vita.
"Quindici" quello che gli altri non dicono.
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