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I supercomputer e i pc quantistici con AI: nuovi angeli saggi o passpartout per ogni cassaforte?
08 ottobre 2025

 Qualche giorno fa mi è capitato di leggere un post piuttosto interessante e, per certi versi,  sorprendente. La Banca d'Italia ha edito un documento relativo ad uno studio per la "Realizzazione concreta di un'infrastruttura a chiave pubblica (PKI) resistente ad attacchi quantistici in un contesto di sistemi di pagamento"[1].

L'obiettivo del lavoro è identificare le principali sfide e criticità nella transizione verso un'architettura PKI in grado di resistere ad attacchi condotti mediante calcolatori quantistici dotati di capacità computazionali sufficienti a violare gli schemi crittografici classici attualmente in uso;  sebbene le prestazioni dei nuovi algoritmi si siano dimostrati soddisfacenti e potranno quindi facilitare il processo di transizione, le soluzioni software per PKI non hanno ancora raggiunto un livello di compatibilità pienamente soddisfacente con gli algoritmi quantum safe al momento disponibili sul mercato.

La Public Key Infrastructure (PKI;  infrastruttura a chiave pubblica) è un sistema complesso che permette di gestire in modo sicuro l’identità digitale e la comunicazione crittografata tra utenti, dispositivi e sistemi; è dotata di chiavi crittografiche:  una parte – pubblica – è distribuibile tramite un certificato digitale, ovvero un documento elettronico che è associato fortemente ad una identità verificata; l’altra invece resta del tutto privata e segreta (crittografata).

La PKI, quindi, è essenziale  per costruire ecosistemi di fiducia digitale, specialmente in ambiti come la sanità, la finanza, la pubblica amministrazione,  il cloud computing… ed è importantissima e fondamentale per garantire il corretto funzionamento dei sistemi di pagamento e delle infrastrutture dei mercati finanziari.

Una piattaforma globale di pagamenti come TARGET[2], utilizzata in tutta l’area UE (e anche qualcosina fuori), dove circolano quotidianamente circa 422 mila operazioni di pagamento, per un valore complessivo di oltre 1.800 miliardi di euro, ad una velocità che non supera i 2 minuti per transazione deve avere presidi di sicurezza elevatissimi, invalicabili e resilienti, che assicurino certezza giuridica e correttezza delle relazioni,  sicurezza della autenticazione, regolarità, integrità e continuità  delle comunicazioni e delle transazioni, nell’ambito di un monitoraggio in tempo reale,  costante, attento, intelligente, in grado di intervenire efficacemente e tempestivamente a correzione degli errori,  ostacolo alle intrusioni, intercettazione degli attacchi.

Tutto questo utilizza sia codici crittografici elaborati, sia tecnologia avanzatissima, sia metodiche articolate e complesse  di elaborazione dei dati e delle informazioni[3]. Strumentario principe della elaborazione dei dati e delle informazioni è il meccanismo algoritmico,  addestrato, adattivo, capace di apprendere e di evolversi, noto come intelligenza artificiale.  

L’intelligenza artificiale potremmo definirla come  un sistema computazionale capace di apprendere, interpretare, adattarsi e generare risposte autonome, simulando processi cognitivi umani attraverso modelli matematici e linguistici. Opera come uno “statistico delle parole”, modellando la probabilità di sequenze linguistiche sulla base di corpora testuali, ma può evolvere verso una forma di “ermeneutica computazionale”, capace di interpretare contesti e cogliere intenzioni e sfumature attraverso l’interazione;  senza possedere coscienza né intenzionalità, può manifestare comportamenti coerenti, contestuali e creativi, in funzione degli obiettivi assegnati e dei dati ricevuti.

Per riuscire a rendere più efficiente, ottimizzare  l’utilizzo dei big data, sono adottati supercomputer[4], ovvero computer che sono in grado di eseguire trilioni (un trilione=1.000 miliardi, all’uso anglosassone)  di operazioni al secondo, grazie a migliaia di processori che lavorano in parallelo. Questi consentono un addestramento più efficace e veloce della Intelligenza Artificiale, riescono a gestire modelli più complessi e più grandi (miliardi di parametri) e sono in grado di elaborare analisi sui big data pressochè in tempo reale; in sintesi, la AI diventa più veloce e profonda.

Ma la vera transizione ci attende con l’utilizzo della meccanica quantistica e dei computer (potremo ancora chiamarli così?) che si basano  su una modifica fondamentale dei processi di calcolo: i qbit, invece dei bit; che vuol dire poter essere 0 e 1 contemporaneamente (logica probabilistica o in sovrapposizione), invece che in alternanza (logica binaria, deterministica), che può essere o 0, oppure 1, ma mai entrambi contemporaneamente.

Sembrerebbe una piccola cosa ma la capacità di esplorare molte soluzioni simultaneamente, cambia completamente il funzionamento dei processi e algoritmi affidati a quei macchinari e la capacità interpretativa, elaborativa e predittiva dell’AI. Il computer quantistico è come un pensatore che esplora tutti i sentieri logici contemporaneamente, in una danza probabilistica; esplorare molteplici soluzioni simultaneamente potrebbe portare a forme di apprendimento non lineare, più potenti e meno dipendenti dai dati.

L’AI alimentata da computer quantistici sarà più radicale e non classica; potrà essere usata per progettare algoritmi quantum-safe, ma anche per romperli; i computer quantistici possono testare la resilienza degli algoritmi crittografici ad esempio, nei sistemi di pagamento, o aprirne le codifiche  in tempi rapidi  … per un utilizzo non autorizzato.

Il nostro è un mondo che si basa sulle relazioni, fortemente e strettamente connesso in ogni dove e per ogni cosa, ha nella rete (nelle reti) non solo le vie per la conoscenza, la comunicazione, le transazioni, la finanza, l’economia, il commercio; le reti possiedono anche la reputazione e il riconoscimento delle persone, delle comunità e delle società. Se non sei in rete, non sei. Ma spesso, anche se ci sei,  non sai dove andare[5].

Sono diversi e assolutamente pervasivi i meccanismi di riconoscimento e di autoaffermazione / autostima, i processi di formazione (o di negazione) della consapevolezza, i sistemi di scelta dei propri orientamenti, e di formazione delle proprie decisioni, talvolta ben lontane da ogni parvenza di razionalità.

The hand that rocks the cradle is the hand that rules the world: la mano che dondola la culla è la mano che governa il mondo  (William Ross Wallace, 1865); gesto amorevole, primordiale, di protezione ed affetto, di attenzione profonda per la salvaguardia e la costruzione del futuro delle nuove generazioni…ma anche di potere, di manipolazione occulta, di controllo ed influenza invisibile.

Tutto sta in chi arma quella mano.

Sergio Magarelli

 

 

[1] Non sono un ingegnare informatico e neppure un esperto, né di pc, né di calcolo elettronico e tantomeno di meccanica quantistica. Ciononostante ho cercato di apprendere e rendere comprensibile a me e, quindi, ai più l’importante, epocale trasformazione del mondo digitale al quale neppure si può dire “stiamo assistendo” perché  passa sopra le nostre teste e fuori dalla nostra volontà e partecipazione. Ho utilizzato vari testi e molta pazienza, chiedo venia per eventuali imprecisioni, del tutto involontarie.

[2] ora T2: comprende anche T2S: regolamento titoli, TIPS: pagamenti istantanei, ECMS: gestione delle garanzie (in arrivo); l’infrastruttura per i pagamenti si basa per realizzare i propri servizi sulla Single Shared Platform (SSP),  la piattaforma unica condivisa che è gestita congiuntamente da quattro BCN (Banca d’Italia, Banque de France, Deutsche Bundesbank, Banco de España) ed è responsabile dell’esecuzione tecnica delle transazioni, della gestione della liquidità e della sicurezza operativa.

[3]  Nel 2025, si stima che il volume totale di dati digitali nel mondo abbia superato i 180 zettabyte (198 trilioni di gigabyte). Ogni giorno vengono generati oltre 300 miliardi gigabyte, che costituiscono l’ecosistema semantico dei big data, una immensa attrezzatissima palestra  (base epistemica) per l’AI, desiderosa di un coach umano,  come fonte di riflessione e ispirazione per affinare i concetti  e cercare di trasformare i dati in pensieri.

 [4] Tra i primi 10 supercomputer al mondo i primi 4 sono statunitensi, tutti con capacità di calcolo superiore o molto vicina a 1 miliardo di miliardi di operazioni al secondo (un “normale” computer avanzato attuale ha una capacità di calcolo intorno a 1.000 miliardi di operazioni al secondo) ; segue il Giappone con un macchinario che ha meno della metà della potenza, l’Europa, con 3 (di cui 2 italiani) e la Cina con 1, che però arrivano appena alla metà della capacità di quello giapponese.

[5] Solo per rappresentare la punta dell’iceberg della patologia legata alle frodi e truffe on line che si avvalgono di sistemi che utilizzano l’intelligenza artificiale (deepfake vocali e video, anche con personaggi pubblici e noti o familiari stretti e conoscenti  delle vittime,  chatbot fraudolenti e social engineering, che utilizzano anche legami emotivi noti solo agli interessati, phishing iper-realistico, con imitazioni di brand reali o istituzionali, marketplace e social network, con falsi annunci ed offerte fraudolente, documenti e identità false, in grado di superare parecchi livelli di controllo) dagli ultimi riferimenti della Polizia postale, è stato superato ampiamente il mezzo miliardo di euro e sono in forte crescita.

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