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I livori di destra e di sinistra e i regolamenti di conti nella politica a Molfetta
01 maggio 2015

MOLFETTA - Il livore di destra è quello di sinistra a Molfetta. Sempre caratterizzata da questi elementi, la politica locale è ormai proiettata in una confusione senza precedenti, dove destra, sinistra e centro si confondono in un inciucio che rischia di avere effetti paralizzanti per la crescita della città. 

Abbiamo assistito ad una prima resa dei conti nella sezione del Pd con un segretario provinciale, quell'Ubaldo Pagano, commissario della sezione dopo le dimissioni del segretario Giulio Calvani, che ha rifiutato il dialogo con una parte del partito e non ha concesso all'assemblea di votare il rinvio del rinnovamento dei vertici a dopo le elezioni.
Ora si attende la definitiva resa dei conti al Congresso deciso di autorità dallo stesso Pagano, che si svolgerà oggi e domani, per sancire non più una gestione unitaria del partito, ma la divisione tra una maggioranza è una forte minoranza. Insomma, sembra che le dinamiche non proprio democratiche di Renzi si proiettino anche in periferia.
È così il gruppo politico renziano "Cambia verso" di Annalisa Altomare (Pd), consigliere comunale dissidente e di Lillino Di Gioia ex candidato sindaco per il centrosinistra nel 2006, plaude alla spaccatura del Partito democratico (salutata come svolta) ad opera del segretario provinciale Ubaldo Pagano, parlando, in un comunicato, di liberazione dell'egemonia dell'assessore regionale Guglielmo Minervini. E si dà battaglia per evitare la sua rielezione al consiglio regionale, anche a prezzo di non avere alcun rappresentante di Molfetta, come è avvenuto per le elezioni dei rappresentanti della città metropolitana, quando si sono esibiti i cecchini interni.
In pratica, la politica a Molfetta si caratterizza più per le rivalse personali fra alcuni personaggi, che per le linee programmatiche per la crescita della città. E se a destra Ninnì Camporeale non ha digerito la sconfitta elettorale, che credeva impossibile, da parte del candidato sindaco del centrosinistra Paola Natalicchio, a sinistra Annalisa Altomare, sindaco non eletto, ma nominato all'indomani dell'assassinio del sindaco Gianni Carnicella, non ha digerito la vittoria col voto popolare di Paola Natalicchio. Solo rivalità femminile, come Quindici ha ben delineato con la vignetta di Michelangelo Manente dello specchio di Biancaneve? O desiderio di avere un ruolo da protagonista che non le sarebbe stato assegnato? Fatto sta che la sua guerra personale verso la Natalicchio è ormai un dato di fatto. Poi c'è chi, come Lillino Di Gioia, va ancora più indietro nel tempo: a quasi 10 anni fa e alla sconfitta elettorale al ballottaggio come candidato sindaco del centrosinistra a vantaggio di Antonio Azzollini. Di Gioia, già assessore regionale, attribuisce a Guglielmo Minervini la responsabilità di quella sconfitta.
Così dopo la resa dei conti al Congresso il gruppo "Cambia verso" forte solo di un consigliere comunale, spera che il Pd "possa aprirsi a più ampie convergenze" (il centrodestra di Tammacco, Camporeale e Caputo?) e auspica un "immediato e deciso chiarimento e confronto politico programmatico e gestionale con l'amministrazione comunale, consentendo così al partito di maggioranza relativa di esercitare la centralità che gli compete, ridando, si spera, nuovo impulso per il rilancio della città".
La lettura di questo comunicato non lascia spazio a dubbie interpretazioni, che vanno spiegate ai cittadini e all'opinione pubblica. Un ricatto politico, per giustificare un disegno più ampio: la caduta dell'amministrazione? In pratica, si chiede qualche assessorato, con la minaccia di una possibile crisi, sottoponendo la città allo stress di nuove elezioni e di nuovi costi in un periodo di crisi e di ristrettezze economiche. Un modo come un altro per sentirsi ancora vivi e e protagonisti, ma anche, quel che è più grave, per rispondere alle note lobby economiche a cui fanno riferimento.
Non importa che il sindaco del centrosinistra stia facendo bene e stia avviando il cambiamento della città, anzi è proprio questo che dà fastidio: il successo di una novellina come Paola Natalicchio che gestisce in piena libertà questo Comune, senza dare conto ai soliti senatori. 
Così molto gattopardescamente, si chiede un generico "nuovo impulso" per non cambiare nulla: la vecchia politica della Dc. Anche a prezzo di fare patti col diavolo di centrodestra.
© Riproduzione riservata

Autore: Felice de Sanctis
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