Guglielmo Minervini commenta: “Si chiude una avvilente stagione amministrativa
MOLFETTA – 31.3.2006
“E' finita com'è iniziata, con sedici firme di dimissioni e lo scioglimento del Consiglio Comunale”, commenta così, Guglielmo Minervini, la notizia della caduta dell'amministrazione guidata dall'altro Minervini, Tommaso. E, come inevitabile, il pensiero dell'assessore regionale della Margherita corre subito a quella notte del settembre 2000 in cui le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali determinarono la fine della sua esperienza alla guida della città. Allora il promotore di quella che venne definita una “imboscata” fu proprio l'ormai ex primo cittadino. Corsi e ricorsi storici.
“Il sindaco e la sua amministrazione – prosegue Guglielmo Minervini – hanno sciolto il loro rapporto senza riuscire nemmeno a tagliare il nastro della conclusione naturale del mandato. La forza massiccia di una maggioranza schiacciante, con cui la coalizione aveva ottenuto dalla città l'impegno a governare, non è bastata a compensare la fragilità di un legame fondato solo sulla spregiudicatezza e sull'opportunismo”.
L'assessore regionale, nonché candidato al Senato nella lista della Margherita in vista delle prossime elezioni politiche, esprime un parere molto severo su questi anni di amministrazione:
“Il tempo è ancora prematuro per formulare il giudizio definitivo con cui archiviare questa avvilente stagione amministrativa, che, per molti versi, sarà ricordata, anche politicamente e non solo giudiziariamente, per le inquietanti forme di cinismo e di arbitrarietà che hanno segnato la vita delle istituzioni ma anche il costume della città. Ora che gli ex alleati si stanno lavando i panni sporchi in pubblico, i cittadini hanno la possibilità di capire direttamente le reali dinamiche che hanno determinato le scelte di questi cinque anni”.
“Un'infinita – prosegue Guglielmo Minervini – opaca sequenza di mediazioni su interessi particolari e privati che hanno profondamente danneggiato tutti i processi strutturali di cambiamento della città, avviati negli anni precedenti dal centrosinistra: dal processo di sviluppo produttivo alla pianificazione urbana, dalla riqualificazione del centro storico medievale all'innovazione del tessuto commerciale urbano, dalle politiche sociali di settore alla promozione della cittadinanza attiva. I danni prodotti da questa amministrazione graveranno per molto tempo sul futuro della città”.
Ma la fine ingloriosa di questa amministrazione può essere anche di insegnamento: “questa triste esperienza non sarà stata inutile se la città avrà tratto la lezione: il trasformismo non paga, l'opportunismo non premia, la spregiudicatezza non prevale. Alla lunga, i valori forti della nostra cultura più nobile, la coerenza, la lealtà, l'onestà, non si rivelano solo migliori ma anche indispensabili”.
Ed è con uno sguardo al futuro ed alle sfide elettorali ormai alle porte che l'assessore regionale Minervini termina la sua riflessione: “Ora tocca a tutti i cittadini che si avvertono interpreti di quei valori, impegnarsi per porre rimedio all'enorme degrado, rivestito di insulsa retorica, lasciato in deposito su quella sedia vuota del palazzo di città”.
Giulio Calvani