Francesco Saverio Nitti (II parte)
NAPOLI – 28.03.2007
Nitti è un convito assertore delle leggi speciali: «I vecchi ideologi – osserva lo studioso – amano ciò che essi dicono la legge media: cioè si illudono che vi possa essere una transazione efficace fra interessi diversi, una norma comune per cose differenti: nulla e più assurdo, e il Mezzogiorno sarà efficacemente aiutato solo quando vi saranno leggi speciali per esso in materia di imposte, in materia di lavori pubblici, in materia di legislazione sociale. La prima base dunque di ogni riforma e in ciò: che bisogna rompere con la tradizione delle leggi uniformi».
Nello specifico, Nitti non solo propone la riduzione dell'imposta fondiaria e la modifica su quella dei fabbricati, ma auspica anche esenzioni speciali per le nuove industrie che sorgeranno nel Meridione. Inoltre, lo Stato deve assumere direttamente l'iniziativa per realizzare un grande programma idroelettrico, che sia capace di affrontare in modo organico e strutturale i problemi dell'industria e della campagna.
Tutti i maggiori problemi dell'Italia – sostiene Nitti – si collegano alle acque pubbliche: la produzione della forza a buon mercato, la trazione elettrica, la sistemazione dei fiumi e dei torrenti, la malaria sono problemi strettamente legati e connessi. Occorre all'Italia, anche in questa materia, una grande politica di protezione. Essa deve spingere il più che possibile a sostituire l'energia elettrica al vapore: la prima potrà sempre in quantità ingenti ricavare dalle sue acque, la seconda dovrà sempre acquistare all'estero. I sacrifici fatti nei primi tempi per la sostituzione (se pur vi saranno) avranno in seguito larghissimo compenso. E non lontano è il giorno in cui si potrà da uomini meno ignari dei presenti, lottare per il grande programma della nazionalizzazione delle forze idrauliche, base della futura finanza; fondamento di una economia nazionale più larga.
Nitti individua nella città di Napoli il centro strategico per fare decollare un esteso e capillare processo di industrializzazione in tutto il Meridione. Ma a tal fine non ci si può affidare né alle norme generali né alle rappresentanze locali. Occorre invece unificare i comuni della provincia di Napoli, istituire una zona doganale franca per le industrie ed assicurare una forza motrice a costi vantaggiosi, mediante l'intervento diretto dello Stato.
Salvatore Lucchese