Fibrillazioni nella maggioranza per colpa del Pd, raccolta rifiuti porta a porta e piscina comunale, i primi nodi da sciogliere per l'amministrazione di centrosinistra a Molfetta
MOLFETTA – Con l’inizio del nuovo anno, nuovi problemi attendono l’amministrazione di centrosinistra di Paola Natalicchio. Ci sono le fibrillazioni della maggioranza, provocate dai consiglieri del Pd, delle quali “Quindici” ha parlato con l’intervista al sindaco di Molfetta che, in esclusiva sulla rivista mensile in edicola, annuncia che, in caso di crisi, è pronta a ricandidarsi. Continuano, insomma, i soliti mal di pancia di qualche consigliere che vuole fare l’assessore (per accontentare tutte le ambizioni, si dovrebbero nominarli tutti assessori) e le solite bizze agitate e scomposte della consigliera del Pd Annalisa Altomare, il cui solo obiettivo è di provocare una crisi amministrativa e far venire il commissario, magari per candidarsi poi lei a sindaco, mentre il Pd è spaccato e il segretario Piero de Nicolo cerca di mediare.
C’è il problema della raccolta dei rifiuti porta a porta che comincia lunedì 11 e la cui gestione si prevede molto complessa e difficile, sia per la novità in sé, sia per le resistenze di parte della popolazione al cambiamento, malgrado questa operazione sia stata già realizzata in Comuni anche più piccoli del nostro. Forse non tutti hanno ancora compreso come questo passaggio sia obbligato: riguarda un consorzio di Comuni ed è imposto dalla Regione. Ma soprattutto questi cittadini scettici e poco informati, non si rendono conto che senza il porta a porta, il Comune sarebbe costretto ad aumentare la tassa rifiuti.
L’altra patata bollente riguarda la vicenda della piscina comunale, dove il sindaco ha revocato la concessione alla società Molfetta Nuoto, insolvente e inadempiente, in quanto non pagava da mesi il canone. Ora apprendiamo che non pagava nemmeno gli stipendi ai 35 dipendenti, che da cinque mesi sono senza risorse, mentre la situazione finanziaria della società sarebbe deficitaria. Non si capisce, poi, come mai la società Molfetta Nuoto, pur percependo regolarmente le rette dei cittadini che frequentano la piscina, non sia in grado di far fronte alle spese di ordinaria amministrazione. Perché i lavoratori hanno atteso fino ad oggi per protestare per le mancate retribuzioni?
Ma ciò che appare più grave è l’incredibile faccia tosta della Molfetta Nuoto, la quale, pur in pendenza di un ricorso al Tar per l’annullamento della sospensione della risoluzione del contratto da parte del Comune, continua ad affiggere manifesti per chiedere nuove iscrizioni ai corsi di nuoto. Come fa una società in deficit a garantire la gestione della struttura? Chi garantirà i nuovi iscritti che non rischiano di perdere le loro quote, in presenza di una situazione ancora non definita chiaramente?
Insomma, una vicenda ingarbugliata, che dovrebbe trovare una prima risposta il 13 gennaio con la decisione del Tribunale amministrativo regionale. Comunque è necessario trovare una soluzione complessiva: non è più tollerabile che una società non paghi per anni al Comune il corrispettivo della gestione della piscina.
Dispiace ripeterlo, ma i fatti oggi confermano, ancora una volta, le verità delle denunce di “Quindici” sulla passata gestione amministrativa della città: la piscina è l’ultima toppa che la nuova giunta di centrosinistra è costretta a mettere alle disfunzioni amministrative del centrodestra di Azzollini. Ci sono delle responsabilità? Chi ha consentito a questa società di non pagare i corrispettivi dovuti? Finirà anche questa situazione con l’intervento del Tribunale?
Questa vicenda ci fa ricordare anche quella della gestione dei campi di calcetto comunali di viale Gramsci, sui quali è caduto uno strano silenzio. La società che gestiva quei campi, anch’essa non aveva pagato all’amministrazione comunale i canoni ed era stata perfino condannata da una sentenza di tribunale. Ci piacerebbe sapere che ne è stato di quella sentenza: è stata applicata? Il Comune ha chiesto agli ex gestori il pagamento di quella somma per cui erano stati condannati? Oppure anche questa è una situazione la cui soluzione si trascina ancora nel tempo, pur in presenza di danni economici che ricadono sulle spalle dei cittadini, come avvenuto per tante altre situazioni pasticciate? Chi paga i danni erariali? La Corte dei Conti è stata investita di questi sprechi di denaro pubblico, chiamando gli ex amministratori a rispondere dei loro errori e della loro incuria?
Insomma, con il nuovo anno, conclusi i riti augurali, c’è molta carne al fuoco sul piano politico-amministrativo. “Quindici” ne parlerà più diffusamente sul prossimo numero della rivista mensile che sarà in edicola il 15 gennaio.
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