Corso Umberto I. I Palazzi – XVII
Edificio a Corso Umberto I, 94. (ex Villa Fontana poi Gallo). Il 7 marzo 1881 fratelli e sorella de Candia fu Luigi vendettero al muratore Cappelluti Altomare Vincenzo due suoli in contrada Cappuccini: uno di 18,82 are e l’altro di 7,90 are. Questi suoli confinavano a levante con Corso Umberto I. Ad aprile dello stesso anno il Cappelluti Altomare vendette a Giacomo Fontana di Sergio 12,61 are per costruirvi un fabbricato. Il Cappelluti Altomare eseguì la costruzione sotto la direzione dell’ing. Lanari che sicuramente fu anche il progettista realizzando forse il desiderio del committente di costruirvi una villa al pari di quello già realizzato da Domenico Gagliardi. Nel Catasto Fabbricati di Molfetta il fabbricato è in testa a Fontana Giacomo fu Sergio. Nel 1924 fu eseguita la sopraelevazione del primo piano dai muratori Corrado Amato e Francesco Sgherza. Il 10 marzo 1928 per atto del notaio De Sario la villa fu venduta a Vincenzo Gallo. Nel 1972 la villa fu demolita per costruirvi un moderno fabbricato. Il villino in stile neo rinascimentale aveva l’entrata da Via Ricasoli mentre su Corso Umberto I si affacciava un giardino circondato da un alto muro di cinta sui due lati, Su Corso Umberto I un muretto modanato sorreggeva una inferriata in ferro battuto finemente lavorata con al centro un cancello anche in ferro battuto. Osservando alcune cartoline d’epoca si nota che l’inferriata prima della piantagione degli alberi sui marciapiedi stava in sito mentre in quelle con gli alberi già piantati al suo posto è costruito un muro. La villa fu demolita nel 1972 per costruirvi un moderno edificio residenziale. Al piano terra si aprirono il nuovo negozio Emporio di Amato, e il negozio di tessuti, confezioni e biancheria Silvana degli Sciancalepore. Al primo piano aperto da un’ampia terrazza fu aperto il negozio di confezioni di Natalicchio che traslocò quando si trasferì al nuovo edificio sorto sul suolo appartenente all’Ospedale sempre a Corso Umberto I. Villa Gagliardi ora sede dell’Opera Pia Spedale e Confidenze, Corso Umberto I, 98. Nel 1879 Beniamino, Corrado, Maddalena e Elisabetta de Candia fu Luigi vendettero una parte di suolo a Domenico Gagliardi per fabbricare in contrada Cappuccini. Il suolo era di 11 ordini pari a 14 are e confina a levante con Via Umberto, gli altri 3 lati col rimanente orto dei de Candia. Domenico Gagliardi fece edificare intorno al 1880 una casa-villa. Nel 1896, per sua comodità e per soddisfare alcune esigenze religiose del vicinato, volle costruire una chiesetta intitolata alla S.ma Vergine Addolorata. Progettista della cappella fu l’ing. Giuseppe Lanari. La chiesa, situata in Via Ricasoli, è parte integrante dell’immobile. Nel 1911 il Monte di Pietà, Spedale Confidenza fu eletto erede testamentario del fu Domenico Gagliardi, nella cui eredità era compresa la sua casa-villa, destinando solo l’usufrutto alla moglie Carolina Panunzio fu Nicola. L’immobile compresa la chiesa, restaurato nel 2002, è la sede dell’Opera Pia Monte di Pietà e Confidenze. In origine la villa era limitata al solo corpo centrale e successivamente fu ampliata per esigenze ricettive essendo l’immobile destinato ad orfanotrofio femminile. Sulla facciata della villa fu messa l’iscrizione: Pio Ricovero Gagliardi-Gadaleta Filiale del Monte di Pietà, Spedale e Confidenze. Palazzo a Corso Umberto I, 110. Il fabbricato fu costruito su una porzione di suolo appartenente ai fratelli de Candia. Intorno al 1885 il muratore Vincenzo Cappelluti Altomare costruì l’intero isolato. Il fabbricato è formato da tre blocchi distinti; uno ha l’accesso da Corso Umberto, 110, gli altri hanno l’accesso da Via Ricasoli n.83 e n. 91. Nel 1923 per atto del notaio de Sario il Cappelluti Altomare donò a Marianna e Vittoria sue figlie gli immobili a pianoterra e il primo piano su Corso Umberto n. 82, 84, 86 (antica numerazione). Il fabbricato è formato da un unico blocco. La facciata unica non presenta motivi architettonici di rilievo. Solo i due portali: uno è il portone l’altro è l’entrata ad un ampio locale, all’esterno hanno un pieditritto modanato con in alto un arco a tutto sesto; da circa 1,5 m dal piano di calpestio inizia un bugnato liscio che ben si raccorda con l’estradosso dell’arco. Questa soluzione da un bel aspetto. L’arco sopra il portone ha come protezione una rosta o raggiera in ferro battuto. La sopra elevazione del secondo piano fu costruita in seguito. Da segnalare le ringhiere dei balconi di questo piano in ferro battuto di stile liberty. Al n. 104 nel 1957 vi era l’esposizione del mobilificio di N. Palmiotti e I. Gadaleta. Fino al 1955 circa al piano terra n. 112 vi era la ditta Paolo e Giovanni Pansini fu Ignazio commercianti di olio e mandorle con una succursale a Trieste. (XVII continua). © Riproduzione riservata