Corsa alle nomine negli enti: la logica dell’appartenenza
Il sindaco alle prese col puzzle delle candidature. Discutibili i criteri di scelta
di Francesco del Rosso
La straripante maggioranza di centrodestra, nelle prossime settimane sarà chiamata a distribuire le prime poltrone di sottogoverno. Ci sono in ballo 17 incarichi, alcuni di nomina del sindaco, altri del Consiglio comunale. Tommaso Minervini dovrà nominare i 5 componenti del Consiglio d’amministrazione dell’Asm (Azienda servizi municipalizzati). Più nutrito il compito del Consiglio comunale che dovrà designare per la Multiservizi due componenti del Cda e due, più un supplente, per il Collegio sindacale. Per l’Asm i consiglieri comunali dovranno nominare i tre Revisori dei Conti e tre esperti. Completeranno il quadro di questa tornata, i tre Revisori dei Conti di cui uno espresso dalla minoranza.
Il ruolo dei Consiglieri comunali
Gli indirizzi per le nomine e designazioni in Enti, Aziende e Istituzioni, sono stati sanciti dal Consiglio comunale con la delibera n°10 del 2/7/2001. Oltre ai requisiti soggettivi (cittadinanza, fedina penale immacolata, titoli, competenze, ecc...), si legge che le candidature possono essere presentate dai consiglieri comunali. Questo significa che un cittadino per proporsi, oltre ai titoli e alle competenze, deve avere una sorta di “marchio doc” o “sponsor”, rappresentato da un consigliere comunale. Va da sè che gli sponsor più autorevoli saranno i 21 consiglieri di maggioranza.
La logica dell’appartenenza
Il ragionamento è chiaro. Siccome quando si fanno le nomine, si segue l’ovvia logica d’appartenenza, è più che giusto, in nome della chiarezza e trasparenza, legittimare questa prassi. Niente da eccepire. Ma c’è il timore e il rischio che questa prassi venga generalizzata ed estesa alla sfera dei diritti dei cittadini, passando da una logica d’appartenenza a una clientelare. Un altro concetto di fondo è il rapporto fiduciario tra il nominante (sindaco o Consiglio) e il nominato, che se incrinato può determinare la revoca dell’incarico. Una norma che da un lato risponde ad una logica ed esigenza di condivisione delle scelte, dall’altro mette sotto tutela coloro che saranno chiamati a ruoli amministrativi, limitandoli forse nell’autonomia decisionale. Insomma, sembra di capire che chi sgarra o esce fuori dai ranghi, rischia di perdere la poltrona.
Dall’opposizione arrivano a parlare di stile dispotico e clientelare. Ma non è il caso di stracciarsi le vesti. La storia dimostra che le cose hanno sempre funzionato più o meno così, o quasi. E’ da vedere però se nelle scelte si guarderà alle doti personale o alla dote elettorale, perché non sempre le due cose coincidono. In linea di principio, nel primo caso ci sarebbero più garanzie per la cosa pubblica, nell’altro invece, non ci resterebbe che dire: “Speriamo che non facciano danni”. Ovviamente non si escludono eccezioni.
La carica dei pretendenti
Assodati i requisiti formali (titoli e competenze) e sostanziali (appartenenza), la parte più spinosa sarà la distribuzione degli incarichi tra i vari pretendenti, sia in termini quantitativi che qualitativi. Infatti, gli incarichi sono17 mentre i Consiglieri di maggioranza sono 21, quindi alcuni rimarranno a bocca asciutta. Inoltre non tutti gli incarichi sono uguali, sia per prestigio sia per indennità (come si vede dalla tabella). Già con la nomina della Giunta, il Cdu batté i pugni, reclamando pari dignità, cosa succederà ora? Probabilmente nulla, eccetto qualche fisiologico mal di pancia, anche perché ci saranno altre nomine da fare. Tra nuovi assessorati, Consorzio Asi (quando terminerà la fase commissariale), il Nucleo di Valutazione del Comune, un probabile allargamento del Cda della Multiservizi, la costituenda società di trasporti comunale e qualche altro strapuntino, ci sarà spazio per tutti, o quasi. Insomma, il ragionamento della maggioranza di destra è questo: siccome i posti non bastano, aumentiamo gli assessori comunali e i consiglieri degli enti così accontentiamo tutti. Tanto pagano i cittadini!
Intanto circolano i primi nomi alle presidenze delle aziende: Michele Palmiotti e Giovanni Annese entrambi di Forza Italia, rispettivamente alla Multiservizi e all’Asm.
SCHEDA
Retribuzioni dei rappresentanti del Comune in via di nomina
1 Presidente
Collegio Revisori dei Conti al Comune
£ 36.000.000 annui + 20% per ulteriori funzioni
2 Componenti
Collegio Revisori dei Conti al Comune
£ 23.000.000 annui + 20% per ulteriori funzioni
1 Presidente
Consiglio di Amministrazione Multiservizi
30.000.000 annui
1 Consigliere
Consiglio di Amministrazione Multiservizi
10.000.000 annui
2 Componenti effettivi e 1 supplente
Collegio Sindacale Multiservizi
(per supplente è da intendersi riserva che subentra in caso di dimissioni di uno degli effettivi) £ 250.000 per le verifiche trimestrali
£ 200.000 ad ora di partecipazione ai Consigli di Amministrazione
£ 1.500.000 per parere e relazione su bilancio
In linea di massima ogni Membro prende dai 12 ai 15 milioni all’anno
Il Presidente prende il 50% in più
1 Presidente Revisori dei Conti ASM
2 Membri Revisori dei Conti ASM
£ 21.600.000 annui + iva e contributi se dovuti
£ 14.400.000 annui + iva e contributi previdenziali se dovuti
3 Esperti ASM
£ 6.000.000 annui + iva e contribuiti previdenziali se dovuti
1 Presidente del Consiglio di Amministrazione ASM
4 Membri Consiglio di Amministrazione ASM
£ 1.700.000 al mese
(raddoppiabili se non si tratta di lavoratore dipendente) + iva e contribuiti previdenziali se dovuti
£ 692.000 al mese + iva e contribuiti previdenziali se dovuti