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Cgil, Cisl, Uil: tutti gli errori del sindaco di Molfetta Minervini su Zes e porto
08 marzo 2023

 MOLFETTA - «L’istituzione delle Zes rappresenta, a determinate condizioni, un’opportunità di sviluppo per le regioni del Mezzogiorno e per la città di Molfetta – scrivono i sindacati Cgil, Cil e Uil -. Esse possono rappresentare una grande opportunità a patto che la loro istituzione e delimitazione sia supportata da una idea strategica di sviluppo che tenga conto delle peculiarità dei territori. È importante che si dia continuità e piena attuazione a questo progetto, definendone anche il quadro normativo. 

L’istituzione delle Zone Economiche Speciali potrebbe essere una misura importante a condizione che sia accompagnata da un intervento strutturale e programmatico. Partecipazione, pianificazione attenta e investimenti per lo sviluppo sono le chiavi per garantire possibilità di successo ed è indispensabile che attraggano investimenti, puntando sulle filiere territoriali, oltre che essere il baricentro di importanti investimenti pubblici, inclusi quelli già programmati, innanzitutto in termini di infrastrutture e connessioni ed essere un effettivo strumento di rilancio delle aree portuali.

L’attivazione delle Zes chiama in causa molti livelli istituzionali e può avere importanti ricadute in termini di sviluppo e occupazione, a maggior ragione in un quadro di complessiva sofferenza delle nostre aree portuali e in generale dei territori coinvolti. Perciò, è fondamentale che vi sia ascolto e coinvolgimento delle parti sociali fin dalla prima fase di definizione del progetto di sviluppo.

Su questo tema di vitale importanza per lo sviluppo economico, produttivo ed occupazionale, i sindacati avrebbero voluto dare il proprio contributo chiedendo un confronto con l’amministrazione, ma il sindaco Tommaso Minervini, ancora una volta, ha rifiutato ogni tipo di collaborazione relegando Molfetta in una visione autarchica e autoreferenziale della cosa pubblica, annullandone un passato prestigioso e chiudendola in uno splendido isolamento.

 Gli esempi eclatanti sono sotto gli occhi di tutti:

 

  • un porto regionale, dotato di Piano Regolatore, (dal 2002 sindaco Tommaso Minervini) ridotto al rango di porto comunale con appalti indagati che si trascinano da 20 anni senza mai vedere la fine dei lavori;
  • unico porto della Regione Puglia che rifiuta l’appartenenza alla Autorità portuale regionale, perdendo così centinaia di milioni di possibili finanziamenti utilizzati da tutti gli altri porti pugliesi;
  • unica città della fascia costiera incapace di valorizzare il suo water front (11 km. di costa) senza piano delle coste;
  • zona turistica D4 prevista nel Piano Regolatore Generale, completamente ignorata da 20 anni;
 Quindi una città ancora senza una idea di sviluppo con una perdita continua di abitanti e con il triste primato regionale del più alto esodo di giovani.

In questa situazione la ZES è stata presentata come un’ancora di salvataggio per lo sviluppo e l’occupazione, ma piena di contraddizioni e di criticità, con prospettive di sviluppo occupazionale prive di concretezza e senza alcun approfondimento sulla concomitanza delle necessarie opere di mitigazione idrica.

Rispetto a questo panorama complesso, bisogna prendere tristemente atto dell’assoluta mancanza di un confronto con la città, con i sindacati, con le sue variegate rappresentanze professionali, culturali e associazionistiche da parte di tutta l’Amministrazione della città di Molfetta.

Tutti i tentativi di coinvolgimento da parte delle rappresentanze sindacali sono risultati, purtroppo, vani e i protocolli d’intesa sottoscritti giacciono inevasi (vedasi quello sottoscritto nel settembre 2022 sul PNRR). Di fronte a questa situazione i sindacati chiedono se cambierà questa metodologia dannosa per la città, auspicando una inversione di tendenza. Nel caso dovesse perdurare l’atteggiamento di chiusura da parte del sindaco ad un serio confronto, i sindacati metteranno in atto tutte le iniziative democratiche per essere ascoltati e per contribuire al benessere dei cittadini e dei lavoratori».  

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