Centrale termoelettrica a biomassa di Molfetta bocciata dalla conferenza dei servizi. Contraddizioni e confusioni di certa informazione locale
MOLFETTA – E’ una strana città Molfetta, a parte la vocazione al suicidio e al farsi male comunque, è un paese di contraddizioni: da un lato si criticano alcune scelte, mentre dall’altro, quando queste scelte vengono bocciate, si critica la bocciatura.
Complici in questo gioco alla confusione totale, indotta anche da alcune forze politiche per giustificare le proprie insufficienze e inefficienze, sono anche alcuni media locali che ritengono che l’informazione consista nello scrivere, sempre e comunque, male di chi governa. Insomma, persone dalle idee confuse, che giocano a fare il “piccolo giornalista” come una volta si giocava al “piccolo chimico”.
Il caso specifico riguarda la richiesta avanzata dalla società Renovo Bioenergy di realizzazione di una piccola centrale a biomasse nella zona industriale di Molfetta, contro la quale hanno tuonato in parecchi compresi i soliti tre personaggi delle cause perse che, come tori, mirano senza ragionare a quello che credono sia il rosso, quindi il nemico.
E così pioggia di comunicati sui danni possibili di una centrale di questo tipo, con conseguenti articoli copia e incolla, come sempre dei media locali e invito a bocciare la richiesta per i rischi di inquinamento.
Poi, una volta che il Comune dà parere negativo alla realizzazione della centrale, la corrida riprende, cambiando bersaglio: i soliti mestieranti dell’informazione questa volta tuonano contro il Comune perché avrebbe fatto un pasticcio amministrativo che confermerebbe la loro incompetenza e l’incapacità di governare e farebbe perdere possibili nuovi posti di lavoro. Insomma, questa gente (che magari aspira a qualcosa) non riesce a mettersi d’accordo nemmeno con se stessi, figurarsi con la coerenza, parola sconosciuta nel loro vocabolario.
La dirigente del settore Territorio arch. Sabina Lenoci che ha coordinato i lavori della Conferenza di servizi, ha manifestato il parere contrario perché il «Piano di approvvigionamento dell’impianto contenuto all’interno dell’elaborato “Relazione descrittiva del progetto” non risponde ai contenuti minimi previsti dall’allegato 1 al Regolamento Regionale in quanto non definisce compiutamente le modalità di approvvigionamento della biomassa, non valuta i costi, i consumi e le emissioni legate al trasporto della biomassa; non contiene copia dei contratti di approvvigionamento, coperti da garanzia fideiussoria bancaria. Non risulta documentato l’uso produttivo, per fini civili o industriali, della maggior parte del calore residuo associato alla produzione di energia elettrica, ai sensi dell’art. 4, comma 5, del citato R. R. attraverso convenzioni, contratti o accordi stipulati con aziende. Inoltre non risulta acquisito il nulla-osta del Ministero dello Sviluppo Economico stabilito dagli articoli 95, 97 e 98 del D. Lgs, 1 agosto 2003, n. 259 e dal Testo Unico di Leggi sulle acque e impianti elettrici 11 dicembre 1933, n. 1775, per la linea elettrica a servizio dell’impianto».
Ma lasciando perdere i saltimbanchi dell’informazione, registriamo la posizione di Agenda 21 che plaude alla decisione della Conferenza di Servizi relativa alla centrale termoelettrica a biomasse da ubicarsi nella Zona Industriale di Molfetta.
«Agenda 21 della Città di Molfetta aveva inviato tempestivamente, già in occasione della Conferenza del 10 giugno, un articolata documento che è risultato dal dibattito e dai contributi tecnici pervenuti all’incontro promosso dal Gruppo “Economia e attività produttive” allargato a tutti gli aderenti al Forum. Un incontro tempestivo e prioritario in quanto, come riportava il documento finale di Agenda 21, “il territorio di Molfetta è già oggi interessato da centrali termoelettriche di cui una già realizzata in territorio agricolo; questi impianti forniscono energia ad una città che statisticamente presenta una riduzione dei consumi elettrici e ad una Regione che produce energia in eccesso rispetto ai fabbisogni”.
Anche a seguito delle questioni poste dal Forum di Agenda 21 locale, il Comune di Molfetta ha negato l’autorizzazione alla realizzazione della centrale a biomasse contestando alla ditta alcuni punti tra cui i più importanti erano: modalità di approvvigionamento delle biomasse, l'impatto ambientale del trasporto di queste biomasse, l'eventuale uso civile dell'energia prodotta, il mancato parere del Ministero dell'Energia delle possibili interferenze create dalla costruzione di una nuova linea elettrica, sulle modalità di smaltimento dell'impianto se dismesso, la richiesta da parte dell'Arpa di un piano dettagliato mancate sull'impatto luminoso e sul trasformatore di 3 kw.
“Dopo questa determinata presa di posizione del Comune di Molfetta dobbiamo portare avanti, afferma il Coordinatore di Agenda 21, Cosimo R. Sallustio, un monitoraggio sullo stato degli impianti di produzione di energia esistenti nel nostro territorio. I problemi e gli impatti ambientali evidenziati alla ditta Renovo sono identici se non superiori per le centrali termoelettriche già operative e funzionanti proprio in virtù della loro presenza in zone agricole. L'attenzione, prosegue il Coordinatore, deve essere massima e diffusa a tutti gli impianti di produzione di energia presenti sul territorio comunale. In questo Agenda 21 farà la sua parte».
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