Caserma capitaneria di Molfetta, il Pd contro il sindaco: i cittadini non possono pagare i suoi errori
MOLFETTA - “Il PD ha deciso di portare una corretta informazione in città su questa intricata vicenda, proprio per rispondere al silenzio delle istituzioni, dei mass-media e degli stessi cittadini”. Con queste parole, il segretario del PD, Giovanni Abbattista (foto), ha introdotto la conferenza stampa che si è svolta ieri sera nella sede del PD, in merito all'intricata costruzione della nuova capitaneria di porto.
Coadiuvato dagli altri consiglieri del PD, il segretario ha presentato un opuscolo informativo (che sarà distribuito ai cittadini, domenica mattina a C.so Umberto e nei pressi del Borgo Antico), suddiviso in tre parti, in cui si circoscrive la storia e le bugie sulla realizzazione della foresteria, si individuano le responsabilità e si definiscono concrete proposte per risolvere l'ennesimo pasticcio amministrativo del sindaco Azzollini. “Il sindaco chiede al ministero delle Infrastrutture – ha puntualizzato Abbattista – l'arretramento di una decina di metri dell'opera, accollando tutte le spese sulla comunità molfettese; ma prima di pagare, è necessario che i cittadini sappiano chi sono i responsabili del danno arrecato alla città”.
Abbattista ha sottolineato come il sindaco fa l'oppositore di se stesso, in quella Punta Perotti molfettese (così come l'ha definita il sindaco nella sua campagna mediatica) che lui ha creato e sempre lui vorrebbe abbattere. Infatti, così come è spiegato nel pieghevole informativo, la nuova capitaneria è in costruzione proprio nell'area prevista dallo stesso Piano Regolatore del porto del 2004, approvato con i soli voti della precedente maggioranza di centro-destra (l'opposizione dell'epoca chiedeva di approfondire la vicenda, ndr), con l'appoggio assoluto del sen. Azzollini. All'epoca fu accantonato qualsiasi problema, avendo come unico obiettivo, per spudorati scopi elettorali, quello di avviare i lavori di esecuzione del porto commerciale. Dal 2006 (primo mandato del sindaco Azzollini) fino al 2008 (quando viene rieletto), nessuna problematica viene sollevata dalla Giunta, nonostante l'avanzamento dei lavori nel cantiere è sotto gli occhi di tutti. Solo nel maggio del 2008 (a quattro anni dall'approvazione del PRP) il sindaco, con una nuova ed improvvisa sensibilità ambientale, si accorge dell'ecomostro.
Mino Salvemini, capogruppo PD in Consiglio Comunale, ha cercato di evidenziare l'unica via d'uscita all'empasse amministrativa-giudizaria: “è necessaria una delibera del Consiglio Comunale, unico organo preposto, che revochi l'errore di fatto realizzato a suo tempo (2004) dal consiglio comunale, che approvava l'attuale collocazione della capitaneria. Di seguito sarà sempre il Consiglio Comunale a deliberare una variante al Piano Regolatore del Porto, che preveda non solo lo spostamento della capitaneria di porto, ma anche dei cantieri navali che sorgeranno in linea con l'attuale manufatto”.
Senza la rimozione dell'errore amministrativo, secondo il parere di Salvemini, l'Avvocatura dello Stato, il Provveditorato alle Opere Pubbliche si opporranno sempre all'arretramento dell'opera, in quanto è un provvedimento che non può imporre in solitudine il sindaco, ma la collettività del Consiglio Comunale. Questo spiega l'irregolarità procedurale del sindaco, un po' allergico agli atti amministrativi del Consiglio Comunale, che intima per tre volte la sospensione dei lavori, prontamente respinte dal TAR. Tutto questo non fa altro che arrecare ulteriori aggravi finanziari ai cittadini, che devono sobbarcarsi spese legali e presto potrebbero risarcire i danni all'impresa esecutrice, per il rallentamento dei lavori.
Il consigliere Pino de Candia ha voluto ribadire la volontà del partito ad aprire un serio confronto con la maggioranza per la risoluzione della complicate vicenda, nel luogo a ciò preposto, il Consiglio Comunale: “anche noi siamo per lo sviluppo turistico, per la visione della Madonna dei Martiri e del tramonto più bello del mondo, ma purtroppo ci confrontiamo con dei consiglieri di maggioranza che non sanno nulla; sembra che la soluzione del problema stia nel cuore e nella mente di una sola persona”.
A noi comuni cittadini restano solo degli interrogativi. È solo una battaglia ambientalista o si nascondono altri interessi? Perché spendere tanti soldi in cartelloni 6x3 per diffondere l'incubo della nuova Punta Perotti molfettese? Quali attività economiche dovrebbero svilupparsi nell'area in questione che i cittadini molfettesi dovrebbero garantire, sobbarcandosi le spese (si parla di milioni di euro, ndr) di un eventuale spostamento della nuova capitaneria di porto?
Autore: Roberto Spadavecchia