Hanna Arendt, nel raccontare nel suo più noto libro il processo intentato dallo stato di Israele nei confronti di Adolf Eichmann, gerarca nazista annoverato quale uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei, parlava fin nel titolo del suo saggio di banalità del male, intesa come inconsapevolezza del significato e della gravità delle azioni perpetrate da coloro i quali si resero compartecipi della Shoah. Ora, oggigiorno, chi ha un minimo di coscienza considera altrettanto banali, ovvii nella loro ineluttabilità e incontrovertibilità, i fondamenti ontologici dell’umanesimo contemporaneo legati al rispetto della dignità umana, tanto che in molti, in modo particolare gli studenti ai loro professori, chiedono che senso abbia quella Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che dispone che il 27 gennaio di ogni anno, data dell’abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz, in Italia si celebri la memoria dell’Olocausto del popolo ebreo, si parli ogni volta sempre delle stesse cose, di ciò di cui ogni persona dabbene considera, senza remora alcuna, una abominevole ignominia, senza che nessuno glielo stia a rammentare continuamente. La risposta, purtroppo, risiede in quel 15,6% di italiani che, stando al 32ª edizione del Rapporto Italia dell’Eurispes, crede che la Shoah non sia mai avvenuta, nel continuo reiterarsi di episodi di razzismo e, nello specifico, di antisemitismo, come quelle scritte Juden hier vergate per strada e sulle porte di case di chi andrebbe invece onorato come vittima del buio della ragione umana, negli insulti e nelle minacce a Liliana Segre in conseguenza delle quali la senatrice a vita è oggi costretta ad uscire con la scorta, e in tanti altri episodi che attentano al diritto di chiunque, ebreo o non ebreo, a esistere ed essere diverso dall’altro, e che sempre più mettono in allarme circa il riaffacciarsi nella nostra società della banalità del male. In quest’ottica si inserisce l’impegno della Legione Carabinieri Puglia volto a sviluppare, ormai da diversi anni, una serie di attività atte a promuovere la cultura della legalità anche attraverso il ricordo di alcuni passaggi fondamentali di storia recente. Come la celebrazione della Giornata della Memoria tenutasi nella serata dello scorso 27 gennaio nella chiesa del Redentore di Bari che ha visto protagonisti l’Alter Chorus diretto dal Prof. Antonio Allegretta, l’Orchestra da Camera della Fondazione Musicale Biagio Abbate di Bisceglie diretta dal M° Benedetto Grillo (legato all’Arma poiché già Carabiniere e poi assunto nel corpo del personale civile del Ministero della Difesa) e gli attori Francesco Tammacco e Claudia Gadaleta del gruppo teatrale Il Carro dei Comici. Un itinerario artistico, concepito dal pianista dell’orchestra Abbate, il M° Simone Camarda, che ha visto alternarsi racconti, testimonianze, performance musicali e teatrali legati alle vicende degli orrori raziali, durante le quali la stessa Arma dei Carabinieri pagò il suo ingente tributo di sangue, in modo particolare nell’episodio della deportazione nei campi di concentramento di circa 2.500 Carabinieri di Roma del 7 ottobre 1943, sospettati dai tedeschi occupanti la Capitale di essere d’intralcio al rastrellamento degli ebrei che sarebbe poi avvenuto il successivo 16 ottobre, senza contare gli atti di eroismo di diversi militari della Benemerita durante il periodo della Resistenza (come quello del vice brigadiere Salvo D’Acquisto o quelli del gruppo partigiano del Fronte Clandestino comandato dal generale Filippo Caruso). E questo percorso non poteva che cominciare col rievocare la storia antica della diaspora del popolo giudaico, con il coro degli ebrei prigionieri e schiavi in Babilonia dal Nabucco di Giuseppe Verdi, meglio noto con le parole dei suoi primi versi Va pensiero sull’ali dorate, elegiaco canto del melodramma italiano reso dall’Alter Chorus col consueto ardore. A seguire una canzone della tradizione ebraica, Hineh lo Yahum, che riprende le parole del Salmo 121 “Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele”, cantata con passione dalla solista Chiarastella Raimondi facendola precedere da una antica ninna ninna cui si ispira la canzone, una nenia che, secondo la tradizione, sarebbe stata cantata dalla Vergine Maria al bambino Gesù, così come facevano nei lager molte mamme ai propri figli prima di entrare nelle camere a gas come estremo atto d’amore. E poi ancora, l’Ave Maria di Vladimir Vavilov (meglio conosciuta come “di Caccini”), con il tema prima introdotto in maniera sottile dal soprano Wang Zi Chung e poi ripreso polifonicamente dal coro a nobilitarne l’armonia, ciò a voler riecheggiare le ultime due ultime parole che sarebbero state pronunciate da San Maksymilian Maria Kolbe prima di morire nel Blocco 11 di Auschwitz in conseguenza di una iniezione letale di acido fenico cui fu sottoposto in quanto offertosi di sostituirsi ad un padre di famiglia durante una rappresaglia nel campo di concentramento. Momento centrale della serata l’intervento della dott.ssa Grace Massiah, rappresentante della Comunità Ebraica di Bari, che ha regalato una significativa e coinvolgente testimonianza sulla storia della sua famiglia, a partire dalle orribili conseguenze delle leggi razziali emanate durante la dittatura fascista passando per le vicende legate ai pogrom antisionisti fino ad arrivare all’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982, che l’hanno vista direttamente coinvolta, e alle manifestazioni antisemite ancora strettamente di attualità. Le performance musicali sono poi proseguite con alcuni stralci da colonne sonore di tre celebri pellicole dedicate alla Shoah.
A cominciare dal drammatico e crudo film Shindler’s List di Steven Spielberg, di cui l’orchestra da camera Abbate ha eseguito con slancio il tango Por una cabeza di Carlos Gardel, musica non originale che compare nella soundtrack all’inizio del film, e con calore il tema principale di John Williams, elevato della struggente interpretazione resa dal primo violino, il M° Carmine Scarpati. A seguire il canto in lingua ebraica Gam Gam, scritto in stile klezmer da Elie Botbol sulle parole del Salmo 23 attribuito al Re Davide “Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me”, e ripreso da Ennio Morricone il quale lo ha inserito nella colonna sonora del film Jona che visse nella balena di Roberto Faenza, film dove questo inno viene cantato dai bambini richiusi nel lager di Bergen-Belsen. Questo canto, considerato uno degli simboli musicali più toccanti dell’Olocausto poiché, proprio in forza del film, richiama il sacrifico di oltre un milione e mezzo di bambini, è stato eseguito dalle sezioni femminili dell’Alter Chorus nella maniera più sobria e meno impostata possibile, ma non per questo meno efficace, proprio a voler evocare l’innocenza e la purezza di questi fanciulli. E poi, inevitabilmente, La Vita è bella di Roberto Benigni, dalla cui colonna sonora è stata eseguita la Barcarolle da Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach dal soprano Zi Chung con l’intervento di un dolce sottofondo corale, e i temi principali composti da Nicola Piovani Buongiorno principessa e Life is beatiful, quest’ultimo con l’intervento vibrante della cantante Chiarastella Raimondi e delle voci femminili dell’Alter Chorus. Ed eccoci poi all’intenso e toccante momento recitato che ha contrapposto i destini di due personaggi simbolo della Shoah quali Primo Levi, scrittore ebreo partigiano sopravvissuto ai lager interpretato da Francesco Tammacco, offrendone alcuni dei testi più suggestivi, e Anne Frank, interpretata da Claudia Gadaleta, declamando alcuni passi del celebre Diario che racconta la vita in clandestinità della ragazza ebrea deportata e perita a Bergen-Belsen, il tutto col particolarissimo commento musicale al pianoforte e alla diamonica del M° Alessandro Amato. A coronare questo percorso la trionfale colonna sonora del film 1492: The Conquest of Paradise di Vangelis nella versione arrangiata da Mortimer interpretata in maniera solenne da coro e orchestra, e la grande soddisfazione manifestata alla fine della serata dal comandante della Legione Carabinieri Puglia, il generale di brigata Alfonso Manzo, che ha fortemente desiderato e promosso questa nobile iniziativa. La manifestazione è stata poi riproposta nella serata del 6 febbraio scorso a Bisceglie presso le Vecchie Segherie Mastrototaro, vedendo la partecipazione del soprano Marilena Gaudio, che ha interpretato col suo solito sublime mestiere l’Ave Maria e la Barcarolle, e del giovanissimo M° Paolo Lopolito, che ha coadiuvato il M° Grillo nel dirigere alcuni pezzi. Missione encomiabile quella dell’Arma dei Carabinieri di incrementare sempre di più la consapevolezza, specie fra i giovani, di una cultura dei diritti umani e dei doveri di cittadini, per fare in modo che ogni minimo focolaio di intolleranza venga spento sul nascere. Un impegno questo in cui è giusto e sacrosanto che le scuole e le istituzioni pubbliche si assumano anche il rischio di apparire pedanti e ripetitive. © Riproduzione riservata