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Amministrative a Molfetta. Il candidato sindaco della Sinistra Gianni Porta: Il successo della raccolta rifiuti porta a porta e le bugie della destra
06 maggio 2017

MOLFETTA – Il candidato sindaco della Sinistra a Molfetta, Gianni Porta, sottolinea il successo del “porta a porta”, che ha superato il 70% della raccolta differenziata dei rifiuti, smentendo così tutto quello che gli altri candidati della destra Isa de Bari e del destracentro, il “ciambotto”, Tommaso Minervini vanno sostenendo, ingannando i cittadini solo per raccogliere voti.

«La raccolta differenziata supera il 70% - dice Gianni Porta - grazie al porta a porta introdotto dalla amministrazione Natalicchio e alla gestione dell'Asm, azienda pubblica guidata per tre anni da Antonello Zaza.

Un risultato raggiunto con la copertura di tutta la città nelle scorse settimane, in linea con le previsioni di progetto, un sistema adottato nei Comuni vicini e che a breve partirà anche a Bari, dopo le richieste del centrodestra che accusava di ritardo il sindaco Decaro (paese che vai... centrodestra che trovi...).

Un risultato positivo che conferma la volontà di cambiamento dei molfettesi nonostante comprensibili disagi e resistenze iniziali. Si tratta di un processo irreversibile se si vogliono alte percentuali di raccolta differenziata ed evitare il riempimento delle discariche. Una strategia che si completa con l'avvio dell'impianto di compostaggio per la frazione umida e il nuovo impianto di selezione di rifiuti che porteranno Molfetta a essere l'unico Comune di Puglia in grado di gestire in loco il 70% dei rifiuti.

 

Con il vecchio sistema stradale (quello dei cassonetti, al quale la destra vorrebbe ritornare, ndr) si differenziava il 30%, oggi più del doppio: questi i dati che ci si ostina da mesi a non commentare, questi i numeri che i candidati di centrodestra non affrontano, preferendo slogan del tipo “Sì alla raccolta differenziata, No al porta a porta” (Isa De Bari) senza spiegare il sistema alternativo proposto oppure “Ricicliamo la differenziata” (Tommaso Minervini) uno slogan ambiguo come la coalizione eterogenea che lo sostiene.

Questo risultato è punto di partenza che va ottimizzato. Come? Ad es. con maggiore videocontrollo delle isole ecologiche al servizio delle abitazioni in agro (previste nel progetto ma non ancora realizzate durante la gestione commissariale), il potenziamento degli orari delle isole ecologiche, una stazione mobile di raccolta nei weekend del periodo estivo, un servizio domiciliare per gli anziani soli non autosufficienti. Fin qui i dati e le nostre proposte di miglioramento, laddove altri irresponsabilmente lasciano credere che si possa tornare indietro.

 

Ma l'introduzione del porta a porta è stato un formidabile termometro per rilevare altri problemi della città e le differenze politiche in campo. Cosa vogliamo dire? Pensiamo ad affermazioni tipiche sul porta a porta.

“Va bene ma come devono fare gli anziani soli?” e dunque stop al porta a porta, mentre invece bisogna costruire una rete di protezione sociale per le figure fragili che sono parte importante della nostra comunità.

“Va bene ma come si può fare in strade strette già occupate da parcheggi e senza marciapiedi?” e dunque stop al porta a porta, mentre invece bisogna ragionare di pedonalizzazione di ampie zone del centro antico ed evitare l'uso selvaggio di auto.

“Va bene ma come si può fare se quando piove ci sono torrenti che portano via i mastelli?” e dunque stop al porta a porta, mentre invece bisogna risolvere il problema del rischio idrogeologico prodotto dalla cementificazione scriteriata in città a scapito delle lame.

“Va bene ma qui non abbiamo nemmeno le nuove abitazioni con spazi appositi per i contenitori” e dunque stop al porta a porta, anziché prendersela con quanti hanno gestito l'attuazione del Piano regolatore e progettato le nuove costruzioni.

“Va bene ma ci sono i topi e le blatte” e dunque stop al porta a porta, mentre servono bonifiche frequenti non solo dei tratti pubblici di fogna ma anche dei tratti privati a carico dei condomini con ordinanze sindacali che obblighino a farle come succede in altre città.

“Va bene ma non ci sono controlli e sanzioni” e dunque stop al porta a porta, mentre invece bisogna incalzare con un controllo più efficace le minoranze che recalcitrano.

“Va bene ma qui non siamo in altre parti d'Italia più civili” e dunque stop al porta a porta, mentre invece bisogna proseguire un'opera di educazione ambientale e sensibilizzazione quotidiana, valorizzando la civiltà di tanti cittadini molfettesi.

 

In questo anno di dibattito sui rifiuti e sul porta a porta, c'è chi a fronte di problemi insorti si è tirato indietro, sta provando a riscuotere qualche voto facile, ha dimostrato di non credere nel cambiamento, sta passando all'opposizione di se stesso rispetto a quando stava nell'amministrazione Natalicchio, sta irresponsabilmente sabotando un processo di crescita collettiva. 

Ci sono loro, i candidati e gli esponenti dei due centrodestra che parlano di responsabilità e danno lezioni di continuità istituzionale ma poi sono pronti a terremotare tutto senza affrontare i veri nodi della qualità della vita in città.

E ci siamo noi che proviamo a essere lineari, coerenti con la nostra storia, disponibili al cambiamento, assumendoci anche il peso di scelte inizialmente impopolari ma che alla lunga giovano alla città.

Siamo noi quelli che hanno messo mano al problema dei rifiuti e vogliono prendere di petto quello della solitudine degli anziani, dell'intasamento del traffico nel centro antico e della sua pedonalizzazione, del rischio idrogeologico e delle bonifiche, dei controlli e delle sanzioni verso comportamenti scorretti. 

Siamo noi quelli che credono che Molfetta può migliorare e crescere con il contributo di ognuno, senza sentirsi da meno rispetto ad altre città. Perché Molfetta ha già dimostrato di aver fatto la differenza».

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