MOLFETTA - Si stringono i tempi per il
Presidio Ospedaliero di Molfetta. La seconda fase del Piano di rientro per la spesa ospedaliera della Regione Puglia, in corso di definizione prevedrebbe per la struttura locale la disattivazione dei reparti di chirurgia, nefrologia e della lungodegenza, con un eventuale spostamento di posti letto (almeno 10) da Molfetta alle vicine strutture di Terlizzi e Corato. Decisioni drastiche, che potrebbero davvero preannunciare il declassamento dell’ospedale di Molfetta. Un’emergenza che continua a essere strumentalizzata a livello politico.
Anche il Comune di Molfetta prende posizione contro la cosiddetta “fase due” del piano di riordino ospedaliero che prevede per l’ospedale “Don Tonino Bello” di Molfetta la chiusura delle unità operative di Chirurgia, Nefrologia e Lungodegenza. Ma la mannaia dei tagli di posti letto da parte della Regione Puglia rischia di abbattersi anche sul nosocomio di Terlizzi, per il quale è prevista la chiusura dello storico reparto di Ostetricia, quello di Cardiologia e di Oculistica. «Al netto delle considerazioni più localistiche – osserva Luigi Roselli, assessore comunale ai Servizi Socio Educativi, pediatra di professione – quello che emerge nettamente è la totale mancanza di una strategia chiara e univoca da parte del governo regionale. Manca del tutto un’attenta analisi del fabbisogno di salute sul territorio inteso come circondario, sicché la fase due del piano di riordino ospedaliero si rivela una mera operazione aritmetica di sottrazione di interi reparti e posti letto. Per di più, il continuo cambio dei vertici della Asl, con il susseguirsi di nomine dirigenziali seguite da brevissimi mandati, in questi ultimi anni ha di sicuro contribuito a peggiorare quel senso di incertezza che grava sul lavoro degli operatori e sull’intero sistema della sanità pugliese», afferma Roselli, ribadendo una denuncia già portata, in passato, all’attenzione della Conferenza dei Sindaci.
Insomma, le iniziative intraprese dalla Regione Puglia in tema di sanità rischiano di non apportare alcun vantaggio in termini di risparmi di costi e, allo stesso tempo, non offrono ai cittadini livelli assistenziali migliori di quelli attuali. «In un bacino di utenza di quasi 200 mila abitanti, come quello formato dalle città di Giovinazzo, Bitonto, Molfetta, Ruvo, Bisceglie, Corato, la Regione Puglia continua la politica del togliere qui per spostare là, secondo logiche esclusivamente campanilistiche. L’unico risultato davanti agli occhi di tutti è una rete ospedaliera “spezzatino” in cui ciascun ospedale è destinato a ridurre sensibilmente la qualità del livello assistenziale e quindi, con tutta probabilità, a chiudere definitivamente».
«Le scelte contenute nella fase due del piano di riordino ospedaliero vanno nella direzione opposta all’obiettivo di concentrazione e integrazione dell’offerta ospedaliera - insiste l’assessore Roselli -. Al contrario, esse aumentano la dispersione di risorse economiche e perdono completamente di vista la valorizzazione e la specializzazione del personale medico e infermieristico col rischio, dunque, di moltiplicare i “viaggi della speranza” verso i grandi plessi ospedalieri del Nord Italia».
«Un dato su tutti è emblematico – prosegue Roselli – la filiera ospedaliera tra Molfetta, Terlizzi e Corato viene privata di ulteriori posti letto utili alla gestione delle emergenze-urgenze. Nessuno di questi tre centri, infatti, dopo il riassetto annunciato, sarebbe di per sé nelle condizioni di assicurare in forma autonoma ai pur preparati medici e infermieri un’infrastruttura logistica adeguata alle urgenze. Non vi è un potenziamento dei pronto soccorso, i quali oltretutto vengono privati di posti letto utili all’emergenza, né sono previsti posti letto per la rianimazione o per la Emodinamica cardiologica collegata all’Utic fondamentale per salvare vite umane in caso di crisi cardiache. Non si comprende, poi, come il governo regionale intenda procedere per la revisione dei punti nascita e il nostro territorio rimarrà ancora sguarnito di posti letto UTIN (unità di terapia intensiva neonatale)».In conclusione, il parere dell’assessore Roselliè che «per i casi estremamente gravi le ambulanze continueranno inevitabilmente a correre verso altri ospedali più lontani considerato anche che, a fronte della chiusura o del depotenziamento di interi reparti, non c’è un rafforzamento di pari valenza dei servizi territoriali e di prevenzione extraospedaliera».
«A nome dell’intera amministrazione comunale – conclude Roselli – esprimo totale contrarietà rispetto a questi interventi sulla rete ospedaliera programmati dalla Regione Puglia. È assolutamente necessario rivedere le scelte fin qui adottate o programmate e ripensare invece a una rete ospedaliera incentrata su logiche di massima specializzazione, integrazione e qualità totale dell’offerta ospedaliera ed extraospedaliera al fine di garantire livelli essenziali di assistenza ai cittadini e valorizzare la professionalità dei medici e di tutti gli operatori sanitari».
Domani 7 giugno è previsto un incontro della Consulta Femminile di Molfetta alla Sala Stampa di Palazzo Giovene (Piazza Municipio) alle ore 18 per discutere proprio del futuro dell’ospedale di Molfetta e della seconda fase del Piano di Riordino Ospedaliero della Regione Puglia. Interverranno la dott.ssa Annalisa Altomare, direttore della struttura, e alcuni operatori del settore ospedaliero.
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