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Una scultura di S. Nicola di Bari del secolo XVI a Molfetta Appunti di storia
15 dicembre 2023

Sono molti i legami tra la città di Molfetta e S. Nicola che si venera a Bari. Ne citiamo alcuni: per esempio, il passaggio di numerosi pellegrini nel XVI, XVII e XVIII sec. che transitavano da Molfetta per recarsi a Bari a venerare le sacre spoglie del vescovo di Mira. Oppure la proclamazione di S. Nicola a Protettore della Provincia di Terra di Bari, avvenuta il 1671, e la decisione dal 1716 di festeggiarlo, anche nell’Ottava del 6 dicembre di ogni anno1. Vogliamo proporre all’attenzione dei lettori un breve articolo apparso su La Gazzetta del Mezzogiorno del 5 settembre 1930 ad opera dello storico molfettese e sacerdote don Francesco Samarelli (1874–1952). Una scultura del secolo XV di S. Nicola di Bari La scultura di cui parliamo è una statua in legno con pittura policroma, alta metri 1,10 con base quadrata di centimetri 35x35, di scuola pugliese di secolo XV, che si conserva a Molfetta. si vuole che sia stata esposta al culto nella chiesetta di San Nicola, nella stessa città. Quella chiesetta sul mare era sita presso la Casa Religiosa dei Templari che dimoravano a Molfetta, quale Precettoria di Barletta dal 1128 al 1311, e accanto alla stessa chiesetta di S. Nicola vi era il cimitero. Espulsi i Templari dopo secoli ossia dalla prima metà del XV fino al 1700, la casa religiosa e la chiesa passarono in dominio ai Cavalieri di Malta. La famiglia del Vecchio, nell’agosto 1923, cedette al canonico Don Francesco Samarelli la statua e insieme gli raccontò che quella era venerata sotto il nome di S. Nicola Rubl degli Ebrei. Disse ancora che la statua fu rinvenuta in una grotta, volgarmente “sottano”, fra le due chiesette, quella di S. Girolamo, eretta nel 1440, e di Santa Maria di Costantinopoli, costruita nel 1625 a Via S. Girolamo. Non è oggi il giorno di dedicarci in una relazione di ricerche storiche. Per la ricorrenza della Fiera del Levante, e per le feste religiose che si terranno in onore di S. Nicola, nei riti orientali e latini per implorare l’unione delle chiese dissidenti e per la pace religiosa della Russia, noi abbiamo creduto presentare agli ammiratori questo cimelio che è di un certo valore regionale e che, suscitando, il giusto interesse di qualche cultore delle arti antiche, potrà essere oggetto di studi, specialmente se si vorrà farlo appartenere al tanto desiderato Museo Nicolano da fondarsi nel santuario del Santo presso la sua tomba. F.(rancesco) S.(amarelli). Nella S. Visita di Mons. De Bellis-Sarnelli del 1699 a p.50 si riporta che al lato dell’epistola dell’altare maggiore della Cattedrale (ora Duomo) era situata una statua di legno dorato raffigurante S. Nicola2. Di questa si sono perse la tracce, ma è probabile che la statua descritta dal Samarelli sia la stessa esistente nel 1699. Al tempo della traslazione, nel 1785, della Sede Episcopale nell’ex chiesa di S. Ignazio, forse era mal ridotta e successivamente fu eliminata. Infatti nell’inventario della Parrocchia S. Corrado a Molfetta (ex cattedrale) del 1904, non figura questa statua, come pure non risulta che nella chiesa di S. Nicola ex Templari ci sia mai stata una statua del Santo. Circa trent’anni fa da una parente del Samarelli mi fu donata una vecchia foto ingiallita, raffigurante una statua di S. Nicola, che pubblichiamo: è forse questa la statua descritta nell’articolo della Gazzetta? A Molfetta attualmente ci sono solo due statue in pietra raffiguranti S. Nicola. Una è collocata nell’abside del Duomo a fianco del grande finestrone: opera di Giovanni Angelo Romano di Terlizzi, scolpita nel 1636, misura m 0,70 x 0,25 circa. La statua prima dei restauri del 2002-05 era collocata all’esterno, al lato della porta che volge a mezzogiorno insieme con quella raffigurante S. Corrado3. L’altra statua fu realizzata nel 1717 da Carlo Giacinto Altieri di Giovinazzo su commissione dell’Università di Molfetta. Fu collocata nel 1717 sul nuovo prospetto della porta principale della città antica insieme con quella raffigurante La Madonna dei Martiri e S. Corrado. Nel 1886, per l’ennesima ristrutturazione della porta, queste furono collocate su un muraglione avanti alle cappelle fuori del recinto del Duomo, sul lato che oggi costituisce la facciata principale. In occasione del restauro generale del Duomo (1920- 1945), essendo stato eliminato il corpo della cappella centrale, detta di S. Corrado, le tre statue furono traslate prima nel Pontificio Seminario Regionale S. Pio XI e, nel 1995, trasferite nel Seminario Vescovile, entrando a far parte del Museo Diocesano4. Oggi la sola statua della Madonna dei Martiri e collocata nel Duomo a destra avanti l’altare maggiore. © Riproduzione riservata

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